Venezia 74: al via una Mostra del Cinema coraggiosa e di valore

É ufficialmente partita oggi l'edizione numero 74 della Mostra del Cinema di Venezia, tra grandi attese e scelte coraggiose si snoderà questa nuova kermesse

La Mostra del Cinema di Venezia numero 74 comincia avvolta da personalità e pellicole davvero promettenti. Quest’anno la scelta del film di apertura è ricaduta su Downsizing di Alexander Payne con Matt Damon, una pellicola di cui potrete trovare la recensione qui.

Alla conferenza stampa di presentazione del Festival erano presenti oltre che Alberto Barbera e Paolo Baratta, anche le Giurie del Festival di Venezia 2017: Annette Bening, presidente di giuria, la regista ungherese Ildikó EnyediMichel FrancoRebecca HallAnna Mouglalis, il critico cinematografico David StrattonJasmine Trinca, il regista Edgar Wright e il regista Yonfan.

Erano presenti alla conferenza anche i componenti della Giuria internazionale della sezione Orizzonti, ovvero Gianni Amelio, la regista iraniana Rakhshan Banietemad, Ami Canaan Mann, il regista Mark Cousins, lo sceneggiatore Andrés Duprat, la regista belga Fien Troch Rebecca Zlotowski.

La conferenza comincia con le parole di Paolo Baratta, dichiarando che quest’anno la Biennale di Venezia si porrà come obiettivo focalizzare l’attenzione su tutti i modi di fare arte, dal cinema all’architettura, per essere parte di questo mondo misterioso, creativo, in cui si deve stare dalla parte degli artisti. Noi siamo testimoni di qualità artistica, continua Baratta, ci sono artisti che utilizzano nuovi strumenti tecnologici, come la realtà virtuale che va approfondita come un’appropriazione del mondo dell’arte.

Durante la conferenza è presente anche John Landis, che sottolinea la sua felicità e la sua euforia di essere a Venezia, discutendo di cinema in termini di scoperte tecnologiche, dichiarando che i film e la tecnologia non sempre vanno di pari passo. C’è grande differenza tra film e VR, che occuperà un ruolo importante durante il Festival, nel primo caso è che il cineasta nei film ti dice dove guardare, la luce viene indirizzata per dire cosa visualizzare, nella realtà virtuale si può guardare dove si vuole. John Landis afferma che questo è uno dei suoi obiettivi, imparare circa questo nuovo strumento e capire come gli artisti lo usano.

Le domande vengono subito poste sulla questione Netflix e sulla posizione del Festival in merito, e Alberto Barbera afferma serenamente che anche in precedenza il Festival di Venezia tra i suoi film in concorso aveva una pellicola prodotta da Netflix, Beast of no Nation. Netflix, cosi come Amazon, sono due nuovi player sul mercato globale, afferma Barbera, producono film, li distribuiscono anche in sala e hanno diritto di decidere come distribuire i film. Venezia come festival seleziona semplicemente i film migliori, ma sono altri che decidono come distribuirli, ormai le regole del gioco stanno cambiando. 

Annette Bening, presidente della Giuria in Concorso, dichiara di aver visto quasi duemila film e di come la scelta sia stata ardua, soffermandosi sul ruolo delle donne nell’arte e di come le donne debbano essere astute e creative su quello che scelgono di fare. La maggior parte delle persone faticano a farsi produrre i film, afferma l’attrice, c’è un atteggiamento sessista in merito, ma credo che le cose stiano cambiando, in termini di parità, di produzione, di direzione che penso siamo sulla strada giusta.

Infine Barbera si focalizza sul ruolo dei cambiamenti nel cinema e di come il cinema stia diventando un ibrido, bisogna capire come rispondere a questi cambiamenti. La maggior parte dei cineasti facevano solo film, adesso fanno anche serie tv con lo stesso atteggiamento, molti critici dicono che si può trovare ormai molto più cinema nelle serie tv di quanto se ne trovi nei film tradizionali. Alcuni dei cineasti dei nostri giorni sono incuriositi dalla realtà virtuale e dalla sperimentazione, ad esempio utilizzare nuove tecnologie per creare una nuova estetica. Si vive la stessa situazione che si viveva all’inizio del secolo scorso, afferma Barbera, allora si inventò l’estetica e il linguaggio del cinema.

Ad oggi la realtà virtuale è un mezzo nuovo ma non è un estensione del cinema, non ucciderà il cinema esisterà in un luogo diverso; un festival deve essere aperto a nuovi territori, per capire cosa sta diventando il cinema e dove sta andando, è proprio uno degli scopi della Mostra del Cinema di Venezia, essere aperti a nuove possibilità creative.