Parenti serpenti: 6 curiosità da sapere sul film di Mario Monicelli

Alcune curiosità sul famoso film del 1992.

La famiglia, il Natale, la disillusione degli affetti, il cinico ritratto dell’ipocrisia; Parenti serpenti è il film diretto da Mario Monicelli e scritto da Carmine Amoroso che, sullo sfondo del Natale, racconta l’Italia piccolo-borghese dei primi anni ’90, senza preoccuparsi di filtrare in maniera buonista l’idea di famiglia e di società che vengono fotografate, ma raccontandole nelle loro amare contraddizioni, proprie di un periodo di cambiamento evolutivo importante. Il film uscito nel 1992, e oggi disponibile su Netflix, dipinge un quadro che da confortante si trasforma rapidamente in desolante, passa dal caldo al freddo tradendo le illusorie premesse. La vicenda vede due anziani coniugi, Saverio e Trieste, lui ormai affetto da demenza senile e lei ancora in gamba e mossa da un’indole proattiva, ospitare i figli e le rispettive famiglie per festeggiare assieme il Natale, come da tradizione, ma l’inziale affetto mostrato dai convitati subisce una brusca sterzata nel momento in cui i due anziani chiedono ai figli di scegliere chi tra loro potrebbe ospitarli in casa propria, data l’età ormai molto avanzata. Andiamo ora a scoprire quali curiosità si nascondono tra le righe di quest’opera ormai divenuta cult.

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1. Da Lanciano a Sulmona

Parenti serpenti cinematographe.it

Differentemente da quello che era stato proposto da Carmine Amoroso, sceneggiatore dell’opera che, per propria esperienza, aveva scelto Lanciano come città all’interno della quale sviluppare il suo intreccio, la pellicola è poi stata girata quasi interamente nella città di Sulmona. Rimangono comunque chiari alcuni riferimenti alla città originariamente dipinta da Amoroso: i cognomi di alcune delle famiglie che vengono elencate in diversi momenti hanno origine lancianese, i Bocconotti sono un dolce tipico della vicina Castel Frentano e, soprattutto, la Squilla è una festività sviluppatasi in quella terra, da quando, nel 1607, l’arcivescovo di Lanciano ha iniziato a recarsi in pellegrinaggio alla Chiesa di Santa Maria dell’Iconicella, accompagnando il cammino con il rintocco di una campanella (o “squilla”).

2. Storie di casting di Parenti serpenti

Mario Monicelli cinematographe.it

Per il ruolo di Trieste, matriarca che tiene le redini della casa, è stata scelta Pia Velsi, celebre soubrette degli anni ’40, scritturata quasi per caso dato che Monicelli ha dichiarato di essere certo che l’attrice fosse già morta (è in realtà viva tutt’oggi e il prossimo anno compirà 100 anni).
La parlamentare di Forza Italia, Paola Pelino, originaria di Sulmona, veste un piccolo ruolo all’interno del film: quello della moglie dell’avvocato Colacioppo.
Per il ruolo di Alfredo, poi interpretato da Alessandro Haber, era stato inizialmente pensato Giorgio Gaber, il quale aveva collaborato con Monicelli per Rossini! Rossini! Il cantautore non accettò e anzi rilasciò alcune dichiarazioni che non passarono inosservate:
E’ una storia insensata: due vecchi genitori diventati ingombranti che i figli eliminano col metanolo, mezzo alquanto scemo, neppure grottesco. C’è persino una scena in cui io dovrei affettare della verdura cantando una canzone di Mina: così in basso non voglio cadere, non me lo perdonerei mai. Anche Monicelli secondo me dovrebbe lasciar perdere, lui è molto meglio di questo progetto

Tre mesi prima dell’uscita del film, precisamente il 26 dicembre 1991, a Cinzia Leone, interprete nel film dell’iconica Gina, fu diagnosticato un aneurisma congenito all’arteria basilare ed ella si dovette sottoporre a un delicato intervento chirurgico a Phoenix, a seguito del quale, per parecchio tempo, perse la sensibilità dell’intera parte sinistra del corpo, rimanendo paralizzata.

3. Il curioso caso di Anniballi

Altra interessante curiosità legata al cast riguarda Francesco Anniballi, che nella scena d’apertura del film interpreta il ruolo di un operaio stradale; egli, che aveva preso parte a molte pellicole, senza però ottenere mai un ruolo prestigioso, fu ucciso a Roma da un colpo di pistola, il 28 gennaio 1992, all’età di 51 anni e a soli due mesi dall’uscita del film. Il delitto rimane tutt’oggi irrisolto, sia per quanto riguarda il colpevole che per il possibile movente.

4. Il giusto mezzo

Curiosità Parenti serpenti cinematographe.it

Come anticipato dalle parole di Gaber, in sceneggiatura era inizialmente previsto che fosse il vino al metanolo il giusto mezzo per arrivare al risvolto finale e non la stufa che è stata poi scelta per il film. Nella seconda metà degli anni ’80 l’Italia fu infatti sconvolta da una frode scoperta grazie al sequestro di una nave cisterna e al conseguente rilevamento di tracce di metanolo nel vino.

5. Parenti serpenti: dalla finzione alla realtà

Data la forte impronta autobiografica del soggetto, gli attriti familiari che si respirano nel film, si sono poi riflessi nella realtà; molti dei parenti di Carmine Amoroso si sono infatti allontanati da lui, a seguito dell’uscita del lungometraggio che, a detta di molti, racconta fin troppe verità riguardo alla famiglia dello stesso sceneggiatore. Egli ha dichiarato di aver rappresentato il suo mondo e che alcuni suoi parenti, messi di fronte alla cruda realtà, hanno deciso di togliergli il saluto.

6. Un Natale anacronistico

L’uscita del film era stata prevista per il Natale 1991, data l’attinenza tematica ma, a causa di alcuni ritardi di produzione, la distribuzione ha tardato di circa tre mesi, partendo il 26 marzo 1992 e senza riscuotere tutto il clamore ottenuto poi con il passare degli anni; oggi il film è considerato come uno dei migliori progetti diretti da Monicelli.

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