Match Point: 10 curiosità sul film di Woody Allen
Curiosi retroscena dietro a un grande capolavoro.
Con Match Point (2005), Woody Allen abbandonò per la prima volta New York e il suo consueto tono da commedia esistenziale, per dirigere un thriller psicologico ambientato a Londra, cupo e moralmente ambiguo. Il film segnò una svolta nella carriera del regista e inaugurò un nuovo periodo artistico. Ecco dieci curiosità e retroscena che raccontano come nacque questo elegante e inquietante capolavoro.
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1. Londra invece di New York

Originariamente Match Point doveva essere ambientato negli Hamptons, ma la BBC Films offrì a Woody Allen di spostare la produzione a Londra, finanziando interamente il progetto. Il regista accettò, riscrivendo gran parte della sceneggiatura per adattarla al contesto britannico. Il contratto prevedeva persino di mostrare alcuni luoghi simbolo della capitale, tra cui la Royal Opera House, il Tate Modern e il Palazzo di Westminster.
2. Una troupe tutta inglese (tranne una)
Girando per la prima volta fuori dagli Stati Uniti, Allen si affidò a una troupe e un cast completamente britannici, con una sola eccezione: Scarlett Johansson, scelta per interpretare Nola Rice. In realtà il ruolo doveva essere di Kate Winslet, che abbandonò il progetto a una settimana dall’inizio delle riprese. Allen riscrisse il personaggio in un’ora, trasformandola da inglese ad americana.
3. Match Point e la nascita della musa di Woody Allen

La collaborazione con Scarlett Johansson si rivelò talmente felice che Woody Allen la definì la sua nuova musa, facendola recitare anche nei suoi successivi film Scoop (2006) e Vicky Cristina Barcelona (2008). L’attrice, allora ventenne, riuscì a incarnare perfettamente l’ambiguità e la sensualità che Allen cercava per il ruolo.
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4. Jonathan Rhys Meyers, l’uomo perfetto per Chris
Per interpretare il protagonista Chris Wilton, Allen scelse Jonathan Rhys Meyers, colpito dal suo volto “dolce ma spietato”. Il regista impose però una condizione: nessuna improvvisazione, nessuna spiegazione psicologica, solo la parola scritta. Meyers accettò la sfida e costruì il personaggio da sé, confermando la sua fama internazionale dopo la serie Velvet Goldmine.
5. Match Point: il cast britannico di alto profilo

Accanto ai due protagonisti, Allen riunì alcuni dei migliori attori britannici: Brian Cox nel ruolo del patriarca Alec Hewett, Penelope Wilton in quello della moglie Eleanor, Emily Mortimer e Matthew Goode nei panni dei loro figli Chloe e Tom. Tutti contribuirono a creare quel clima aristocratico e formale che rende Match Point un film tanto elegante quanto inquietante.
6. Match Point e la voce dell’opera
Una delle scelte più originali di Allen fu la colonna sonora composta interamente da arie d’opera, cantate dal tenore Enrico Caruso su vecchie registrazioni a 78 giri. L’uso dell’opera conferisce al film un tono tragico e solenne, oltre a fungere da commento ironico o anticipazione drammatica delle azioni dei personaggi.
7. Il delitto accompagnato da Verdi

Nel culmine del film, quando Chris compie gli omicidi, si ascolta quasi per intero il duetto tra Otello e Iago dall’“Otello” di Verdi. È una scelta insolita: Allen non sincronizza la musica con le azioni, ma lascia che due narrazioni parallele – quella visiva e quella musicale – si intreccino, amplificando la tensione morale e psicologica della scena.
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8. Un successo travolgente
Con 85 milioni di dollari d’incasso a fronte di soli 15 di budget, Match Point divenne uno dei maggiori successi commerciali di Woody Allen. Il film ottenne una nomination agli Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale, segnando il ritorno del regista ai grandi riconoscimenti internazionali dopo anni di risultati altalenanti.
9. Un film gemello di “Crimini e misfatti”

Molti critici hanno notato che Match Point riprende i temi di “Crimini e misfatti” (1989): il rapporto tra colpa, fortuna e moralità, la possibilità di sfuggire alle proprie azioni e il ruolo del caso nella vita. Per Allen, la differenza è tutta nel tono: se nel film dell’89 prevaleva il senso di colpa, in Match Point domina il cinismo freddo di chi viene salvato dal caso.
10. Woody Allen e il suo film “più riuscito”
Pur essendo noto per il suo perfezionismo, Woody Allen ha dichiarato più volte che Match Point è “il miglior film che abbia mai realizzato”. Girato in un momento di incertezza creativa, l’opera riportò il regista ai vertici della critica e del pubblico, dimostrando che il destino – come una pallina da tennis sul nastro – può cambiare tutto.
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