La La Land: 10 incredibili curiosità sul musical di Damien Chazelle

Fra citazioni ai film classici, curiosità sugli attori e sulle location, 10 curiosità sul musical con Emma Stone e Ryan Gosling.

La La land ha riportato alla ribalta un genere ed uno stile legato indissolubilmente all’età d’oro di Hollywood. Fra citazioni ai musical classici e alle atmosfere degli anni ’50 e ’60, Damien Chazelle racconta la storia d’amore – attualissima e contemporanea – fra un musicista jazz spiantato e una giovane attrice alla ricerca della grande occasione ad Hollywood. A prestare corpo e voce ai due protagonisti, Mia Dolan e Sebastian Wilder, una coppia d’attori divenuta in breve tempo iconica, Emma Stone e Ryan Gosling – alla loro terza collaborazione dopo Crazy, Stupid, Love e Gangster Squad. Un cast in stato di grazia, una città magica – Los Angeles -, numeri musicali in grado di entrare nel cuore del pubblico e un epilogo struggente ma incredibilmente realistico. Sono questi gli elementi che hanno fatto di La La Land una favola moderna e al tempo stesso onirica, dedicata – per precisa volontà del regista – “ai folli e ai sognatori”.  Molti di questi elementi, però, sarebbero potuti essere diversi e il risultato finale sarebbe quindi potuto andare in direzioni decisamente inaspettate. Fra cambi di casting e di location, ecco dunque un elenco di 10 curiosità sul musical più apprezzato degli ultimi decenni.

1. La La Land – Il significato del titolo

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La La Land è un film che incuriosisce sin dal titolo – un vero e proprio manifesto delle intenzioni del regista. La La Land è infatti uno dei soprannomi della città in cui è ambientata la pellicola, Los Angeles – spesso abbreviata proprio in L.A. Ma non solo. È infatti anche un preciso riferimento al mondo di Hollywood e al genere del musical, filo conduttore della narrazione ed uno dei generi fondanti della Hollywood classica. Infine, l’espressione – nella lingua comune inglese – allude ad uno stato di grande euforia, che spesso sfocia nell’onirico, tipico di chi vive con la testa fra le nuvole, inseguendo con speranza e perseveranza ma anche con un pizzico di illusione i propri sogni e le proprie aspirazioni. Esattamente come i due protagonisti, Mia e Sebastian, che rincorrono i propri desideri nonostante la sorte avversa.

2. Una questione di casting (e di tempismo)

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Uno dei motivi del successo di La La Land è sicuramente la coppia protagonista. Per questo risulta difficile immaginare Mia e Sebastian con due volti differenti da quelli di Emma Stone e Ryan Gosling. Eppure la prima scelta di casting era completamente diversa. Al posto di Emma Stone ci sarebbe infatti dovuta essere un’altra Emma, lanciata nell’Olimpo delle star dalla saga di Harry Potter – si, proprio lei, Emma Watson. La giovane attrice inglese, però, ha dovuto rinunciare al progetto a causa del suo coinvolgimento in un’altra pellicola – il live action de La Bella e la Bestia – le cui riprese si svolgevano nello stesso periodo. Fonti non ufficiali, però, raccontano un’altra versione, ovvero che Watson è stata allontanata per la sua richiesta di girare le prove del film a Londra. E, come in un valzer degno del miglior musical, Emma Stone ha poi rinunciato ad un ruolo in Piccole Donne di Greta Gerwig (stava girando La Favorita), andato poi proprio ad Emma Watson. Ryan Gosling, invece, ha rinunciato al ruolo del Principe ne La Bella e la Bestia per poter recitare in La La Land. Un vero e proprio intreccio, complicato dal fatto che – in realtà – la prima scelta di casting era Miles Teller, il quale – pare – abbia rifiutato la parte per questioni legate al cachet, più basso di 2 milioni rispetto alle sue aspettative.

3. La La Land – Una pellicola da record

La La Land è stato il terzo film della Storia del Cinema ad essere candidato a ben 14 premi Oscar, vincendone 6: regia, attrice protagonista (Emma Stone), fotografia, scenografia, colonna sonora e canzone originale (City of Stars). Le altre due pellicole sono Eva contro Eva di Joseph Mankiewicz e Titanic di James Cameron. Il numero di nomination all’Oscar non è però l’unico storico traguardo raggiunto dal film. Damien Chazelle, infatti, è il più giovane cineasta nella storia degli Oscar ad aver ottenuto la statuetta come Miglior Regista – a 32 anni, 2 mesi e 7 giorni. E ad aver portato alla vittoria due attori nel giro di due anni: J.K. Simmons – Oscar al Miglior Attore non protagonista per Whiplash – ed Emma Stone. La La Land ha poi infranto anche un record ai Golden Globe. Ha infatti ottenuto 7 premi su 7 candidature.

4. La La Land: Miglior Film per soli 8 minuti

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La notte degli Oscar 2017 non viene ricordata, però, per i record raggiunti dal favorito della serata – La La Land appunto – ma per la clamorosa gaffe che ha incoronato la pellicola di Chazelle “Miglior Film” per soli 8 minuti. A fine serata – come da prassi – si attende infatti l’annuncio più importante, ovvero il vincitore dell’Oscar come Miglior Film. Salgono sul palco due leggende di Hollywood – Faye Dunaway e Warren Beatty – con in mano la fatidica busta. Il compito di leggere il titolo spetta a Beatty, il quale però risulta evidentemente impacciato e in difficoltà. A soccorrerlo allora interviene la sua collega, che declama a gran voce l’atteso nome: La La Land. Salgono sul palco tutti – regista, produttori, attori – quando, dopo ben otto minuti di discorsi, arriva la sentenza di Jordan Horowitz – uno dei produttori: il Miglior Film in realtà è Moonlight. Dunaway, infatti, ha ancora in mano la busta per la Miglior Attrice – Emma Stone, la cui vittoria di categoria è stata annunciata prima del premio per il Film. L’attrice, per stroncare il momento di imbarazzo di Beatty, ha quindi pensato bene di leggere il titolo del film, nonostante avesse capito che qualcosa non andava. Rendendo l’imbarazzo ancora più grande e dando vita ad uno dei momenti più memorabili della storia degli Oscar.

5. Another Day of Sun: il piano sequenza iniziale

Niente titoli di testa, dialoghi o introduzioni alla storia o ai protagonisti. La La Land parte con una canzone e con numero musicale di ben sei minuti. Un’incredibile piano sequenza – girato però assemblando tre singole riprese – che catapulta lo spettatore nel mondo colorato del musical, di Los Angeles e di tutti coloro che sognano un proprio riscatto.

6. La La Land non è il primo musical di Damien Chazelle

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La La Land ha consacrato Damien Chazelle come un grande regista di musical, eppure la pellicola non è il primo titolo appartenente al genere diretto dal giovane artista. Chazelle, infatti, ha debuttato nel lungometraggio con Guy and Madeline on a Park Bench, film indipendente prodotto, scritto e co-montato dallo stesso Chazelle. Girato in bianco e nero, mescola la tradizione del musical della MGM al cinema-verità, unendo performance jazz a coreografie dal vivo. Una ragazza in cerca di lavoro e un trombettista jazz di colore: Chazelle inizia quindi da subito a gettare le basi per quello che sarà il suo capolavoro, La La Land. Pare, inoltre, che alcuni temi del musical del 2016 fossero contenuti già in Guy and Madeline. Dietro la colonna sonora di entrambi i film, infatti, c’è la firma di Justin Hurwitz. Il regista continuerà poi ad esplorare la sua passione per il jazz in Whiplash (2014) – lui stesso è stato un batterista jazz – e nella serie tv Netflix The Eddy – rilasciata nel 2020, quattro anni dopo La La Land.

7. La La Land – I riferimenti ai musical classici

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La La Land è soprattutto un grande omaggio alla Hollywood classica e alla lunga tradizione del musical. Girato in CinemaScope, contiene numerosi rimandi a pietre miliari del musical anni ’50 e ’60. Fonte d’ispirazione principale sono stati senza dubbio i film dell’iconica coppia Fred Astaire e Ginger Rogers, omaggiati nella scena di tip tap sulle note di A lovely night, ma richiamati nel corso dell’intera pellicola. Altro cult fortemente ripreso è Cantando sotto la pioggia: dalla scena di Gene Kelly che canta sotto il diluvio alla passeggiata sui set di Hollywood, passando per la “carrellata” di insegne al neon sono infatti molte le sequenze che “guardano” al film di Stanley Donen e Gene Kelly.

Ma i riferimenti a classici del periodo d’oro del musical sono tantissimi e disseminati per tutto il film. A tal proposito basti citare titoli come West Side Story – omaggiato in due scene cardine, il numero musicale sulle note di Someone in the Crowd e la passeggiata di Sebastian sul pontile, mentre canta City Of Stars -, Cenerentola a Parigi, Sweet Charity, Un americano a Parigi, Spettacolo di varietà, Il palloncino rosso e Les Parapluies de Cherbourg. Non mancano però richiami a musical più recenti, come Grease o Moulin Rouge – l’iconica scena del valzer fra le stelle, al Planetario – o a cult di altri generi, come – la sequenza iniziale in mezzo al traffico -, Casablanca e Boogie Nights – L’altra Hollywood.

8. Da piano col pollo a Seb’s

Il nome che Sebastian vuole dare al proprio locale jazz è un esplicito omaggio ad uno dei geni di quel genere musicale, motore trainante di La La Land insieme alla passione per il cinema. Piano col pollo, infatti, fa riferimento al soprannome di Charlie Parker – in inglese “Bird” – nato (secondo alcune versioni) dalla sua sfrenata passione per il pollo fritto. Da qui il nome del locale – Chicken on a Stick – nel quale si suonerà musica jazz old-school e si mangerà pollo. Sebastian, però, rinuncerà al nome – giudicato stupido da Mia – e chiamerà il suo club Seb’s, come suggerito dalla ragazza. Dando vita ad uno dei finali più struggenti di tutti i tempi.

9. La lunga preparazione di Ryan Gosling ed Emma Stone

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Ryan Gosling, per calarsi nei panni del musicista jazz, ha dovuto prendere lezioni di piano. Nel film, infatti, è proprio l’attore a suonare il complesso strumento. Poche inquadrature, che però sono costate tre mesi di prove. Gosling ha inoltre preso lezioni di danza moderna – le coreografie sono infatti girate sempre in un’unica sequenza, senza montaggio. Anche Emma Stone ha dedicato due mesi alla preparazione dei numeri musicali. Nonostante il suo passato da ballerina e la partecipazione ad alcuni musical a teatro l’attrice ha infatti dovuto imparare diversi stili di ballo: danza jazz, danza da sala e tip tap. Entrambi gli attori hanno poi cantato personalmente i propri pezzi – ricorrendo in alcuni casi al playback. Audition e City of Stars, però, sono state cantate dal vivo sul set.

10. La La Land è il film che ha riportato il grande cinema – e i titoli da Oscar – al Festival di Venezia

La La Land ha anche il merito di aver aperto una nuova stagione del Festival di Venezia, (ri)portando al Lido il grande cinema hollywoodiano e numerose pellicole che sarebbero poi state protagoniste della corsa agli Oscar. Pellicole che, molto spesso, hanno cominciato la propria stagione dei premi a Venezia, vincendo numerosi riconoscimenti della Giuria – confermati poi anche agli Oscar. Emma Stone, ad esempio, ha iniziato la sua corsa all’Oscar al Festival di Venezia, vincendo la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile. Insieme a La La Land sono stati poi presentati – nel 2016Arrival (8 nomination all’Oscar) e La battaglia di Hacksaw Ridge (6 candidature all’Oscar). Nel 2017 è invece la volta de La Forma dell’Acqua – Leone d’Oro della 74 ª edizione e vincitore di 4 premi Oscar – e di Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri.  

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La tendenza di Venezia a selezionare film “da Oscar”, continua poi nel 2018 La Favorita (10 candidature ed 1 vittoria) e Roma (10 candidature e 3 vittorie) -, nel 2019Storia di un Matrimonio (6 candidature ed 1 vittoria) e Joker (vincitore del Leone d’Oro e successivamente di due Oscar su 11 candidature) -, nel 2020Nomadland (Leone d’Oro della 77 ª edizione e vincitore di 3 Oscar) -, e nel 2021Il potere del cane (vincitore del Leone d’argento per la regia a Jane Campion e candidato a 12 Oscar) e Dune (6 Oscar su 10 candidature). Ma, se si scorre l’elenco dei film selezionati a Venezia negli ultimi anni, si scopriranno anche altri titoli semplicemente candidati agli Oscar o che hanno conquistato premi in categorie tecniche.