C’era una volta a Hollywood: 10 curiosità sul film di Tarantino
Cosa c'è dietro all'ultimo film di Quentin Tarantino. Scopritelo.
Subito amatissimo da pubblico e critica, C’era una volta a Hollywood è uno dei film più ricchi, stratificati e personali di Quentin Tarantino. Dietro le sue atmosfere nostalgiche, i suoi attori da Oscar e la sua Hollywood reinventata, si nasconde un mondo di dettagli, rimandi e storie curiose. Eccone dieci tra le più sorprendenti.
1. Perché in C’era una volta a Hollywood compaiono i Big Kahuna e le Red Apple

Tarantino ha un vero debole per i marchi fittizi che popolano il suo universo narrativo, come gli hamburger Big Kahuna e le sigarette Red Apple. Nel film, i Big Kahuna compaiono su un cartellone pubblicitario durante una delle tante sequenze in auto, mentre le Red Apple diventano protagoniste assolute grazie a una finta pubblicità in cui Rick Dalton si presta come testimonial. Il risultato è un siparietto irresistibile: Rick elogia le sigarette durante le riprese, ma appena la cinepresa smette di girare ne critica il gusto terribile, mantenendo intatta la vena ironica tipica di Tarantino.
2. I camei tagliati e quelli che ce l’hanno fatta
Come spesso accade nei film del regista, anche C’era una volta a Hollywood era pieno di camei… almeno sulla carta. Michael Madsen compare brevemente nella serie Bounty Law, ma Tim Roth, James Marsden e Danny Strong sono stati completamente tagliati in fase di montaggio nonostante avessero ruoli più grandi. Da citare anche la curiosa vicenda di Burt Reynolds, che avrebbe dovuto interpretare George Spahn ma è scomparso poco prima delle riprese; il ruolo è stato poi affidato all’amico Bruce Dern.
3. La costumista Rebekka… che nella realtà è una vera costumista

In una delle prime scene, Rick Dalton – distrutto dalla sbronza della notte precedente – incontra il regista Sam Wanamaker insieme alla sua costumista Rebekka. La cosa sorprendente è che Rebekka è interpretata da una vera costumista: Courtney Hoffman. Hoffman aveva già lavorato con Tarantino in Django Unchained come costumista personale di Christoph Waltz e ha partecipato ad altri film importanti come Baby Driver.
4. Gli stuntman: quando C’era una volta a Hollywood richiama Death Proof
La presenza di Kurt Russell nei panni dello stuntman Randy richiama direttamente Death Proof, dove l’attore interpretava Stuntman Mike. Qui Randy è invece un professionista serio e affidabile, lontano anni luce dallo psicopatico del film del 2007. Alcuni fan ipotizzano addirittura che Randy possa essere suo padre o suo fratello, creando un legame sotterraneo tra le due storie. Inoltre, il passato misterioso di Cliff Booth e l’ombra dell’omicidio della moglie aggiungono un ulteriore livello di rimandi tematici al mondo degli stuntman tarantiniani.
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5. Zoe Bell e il legame storico con C’era una volta a Hollywood

Zoe Bell, storica collaboratrice e controfigura di Tarantino, appare nel film nei panni della vulcanica Janet, moglie di Randy. È lei a interrompere l’iconico “combattimento” tra Bruce Lee e Cliff dopo aver scoperto che la sua auto è stata danneggiata. Per chi conosce la carriera della stuntwoman, è un ruolo simbolico: Bell era già stata protagonista in Death Proof e continua a essere uno dei volti più fedeli del “tarantinoverso”.
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6. L’eredità di Bruce Lee e la controversia dietro la sua rappresentazione
Tarantino è da sempre un grande ammiratore di Bruce Lee, e il suo cinema ne è profondamente influenzato. Tuttavia, la rappresentazione di Lee nel film ha suscitato non poche polemiche: l’attore Mike Moh interpreta un Bruce Lee spavaldo e litigioso, una versione satirica che non è piaciuta alla figlia dell’attore, Shannon Lee, né ai fan più affezionati. Nonostante le critiche, Tarantino ha difeso la sua scelta come interpretazione creativa, ribadendo l’importanza di Lee nella costruzione del suo immaginario cinematografico.
7. Il mondo del western dentro C’era una volta a Hollywood

Tarantino ha sempre avuto un amore dichiarato per gli spaghetti western, e qui lo rende ancora più evidente attraverso la figura di Rick Dalton. La carriera dell’attore si riaccende grazie ai western italiani, proprio come succedeva ai divi americani degli anni ’60. Attraverso questa trama, Tarantino esplora con nostalgia e metacinema un genere che ha plasmato la sua formazione artistica, rendendolo parte integrante dell’universo narrativo del film.
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8. I nazisti e il lanciafiamme: l’universo tarantiniano che ritorna
Tra i film “fittizi” interpretati da Rick Dalton spicca I 14 Colpi di McCluskey, dove il protagonista incenerisce nazisti con un lanciafiamme. Un richiamo ironico e perfettamente in linea con le dinamiche di Bastardi senza gloria. La benda sull’occhio del personaggio è probabilmente un omaggio alla prima apparizione di Nick Fury nei fumetti Marvel, un dettaglio che Tarantino ama disseminare come indizio per gli spettatori più attenti.
9. Margot Robbie e i veri gioielli di Sharon Tate in C’era una volta a Hollywood

Per interpretare Sharon Tate, Margot Robbie ha indossato veri gioielli appartenuti alla vera Sharon, donati alla produzione dalla sorella Debra Tate. L’attrice ha inoltre utilizzato lenti marroni per replicare alla perfezione lo sguardo della Tate, pur avendo occhi naturalmente azzurri.
10. Perché Tarantino considera C’era una volta a Hollywood la sua sceneggiatura più personale
Il regista ha dichiarato che questa è la sceneggiatura più intima della sua carriera, un’opera in cui ha riversato cinque anni di lavoro. Il film nasce come un romanzo, poi trasformato in pellicola, e infine diventato davvero un libro pubblicato due anni dopo. Il primo personaggio scritto è stato quello di Cliff Booth, nato dall’amicizia tra Burt Reynolds e il suo storico stuntman Hal Needham. E non a caso il film si è portato a casa due Oscar, tra cui quello a Brad Pitt.
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