Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore: la recensione del film di Robin Pront

Le Ardenne - Oltre i confini dell'amore è il film candidato agli Oscar per il Miglior Film Straniero diretto da Robin Pront, regista alla sua prima opera.

La storia più vecchia del mondo: Caino e Abele, il tradimento, una donna e un triangolo amoroso, archetipi cardine del nuovo lavoro del regista Robin Pront, Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore (di cui potete vedere qui il trailer), esordio dietro alla macchina da presa per il giovane belga che con la sua opera prima conquista otto Ensor Awards (riconoscimenti del cinema fiammingo) e una nomination agli Oscar per il Miglior Film Straniero. Incetta di premi per i suoi criminali duri e istintivi, letali, ma altrettanto bistrattati.

Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore è la conflittualità familiare sprigionata dalla consequenzialità degli eventi, da un destino infame e ironicamente tragico.

Dopo aver messo appunto un colpo insieme al fratello Dave (Jeroen Perceval) e alla fidanzata Sylvie (Veerle Baetens) della quale risulta come unico colpevole, Kenneth (Kevin Janssen) passa qualche anno all’interno di una prigione, aspettando di uscire e riprendere così in mano la sua vecchia vita.

Ma il tempo passa e le cose tendono a cambiare: Dave e Sylvie ora stanno insieme, cercano una loro casa e aspettano un figlio. All’oscuro della relazione e in difficoltà nell’abbandonare le soliti abitudini, Kenneth si metterà nei guai e trascinerà con sé suo fratello, in un epilogo alla mercé di continui ribaltamenti, tra scoperte, dolore e morte.

le ardenne oltre i confini dell'amore

Alle Ardenne Dave e Kenneth si comportavano sempre bene. La mamma ce li portava perché lì erano buoni. Alle Ardenne c’era un’aria diversa, un’aria pulita. Un’aria che Dave e Kenneth, ora adulti, vanno a impregnare di odio e sangue, di rancore e vendetta. Le Ardenne non sono più il paradiso, ma l’inferno dove i protagonisti affrontano le proprie emozioni primarie, quasi triviali, un’oscillazione continua e trascinante che conduce fino ad una chiusura sofferta e fatale.

Il giovane regista Robin Pront dirige con mano ferma un film gelido che si surriscalda con i temi della rappresaglia e della rivalità fraterna, la banalità della condizione di partenza, dove ad accendere la scintilla è un amore sbagliato, viene posta come espediente da cui trarre poi un lungometraggio formalmente non per forza originale, ma di certo intrigante e dallo stile crudo e ben delineato. Incastrati continuamente nei loro fissi campi medi, i personaggi principali vengono stritolati da un filo di vibrazione negativa che di fatto è sinonimo astratto di una resa dei conti che mieterà, egoisticamente, le proprie vittime.

Come il male che se estirpato fa buon raccolto, ma che se attecchisce su di una sola pianta può essere la rovina dell’intero lavoro, Kenneth torna a spargere marciume nelle vite di Dave e Sylvie, i quali per un breve periodo sono riusciti ad attraversare una placida fase di redenzione, messa in immobilizzante quanto devastante crisi dal ritorno manifesto e concreto degli errori del passato.

Due fratelli in perenne rivalità, i quali inseguono l’amore, che sia di una ragazza o della loro stessa madre; un senso di trascuratezza che il semplice, ma incosciente Kenneth avverte e tramuta in rabbia, in violenza. Un capriccio da criminale il quale segnerà dolenti risvolte per il futuro e che segnerà brucianti cicatrici, ancora più profonde di quelle sul volto di Kenneth.

Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore – Ispirazioni internazionali in chiave nazionale

Le Ardenne

Con un uso del sonoro accurato, che registra e amplifica i rumori circostanti, Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore pompa il suo racconto come la musica dance che, al massimo volume, risuona allo stesso modo di un motivetto ricorrente per tutto il tempo del film. Gli attori del film, che catturano lo sguardo e restituiscono allo spettatore i loro turbamenti, sono ottimo nelle loro rispettive parti e permettono di lasciarsi scrutare fino in fondo alla consumata anima o almeno a quello che ne rimane dopo gli atroci fallimenti.

Un cinema, quello di Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore, che si ispira a icone mondiali circoscrivendole all’interno della propria nazionalità e facendole egregiamente funzionare.

Un film che è disgrazia per i suoi protagonisti, ma si rivela dono per il pubblico cinematografico.

 

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.4