Kim Novak premiata con il Leone d’Oro alla carriera a Venezia. Guillermo del Toro: “Ha saputo unire fragilità, potenza e mistero”

Venezia ha inoltre presentato in anteprima il documentario Kim Novak’s Vertigo di Alexandre O. Philippe

Kim Novak, indimenticabile protagonista di Vertigo, ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia. A 92 anni, l’attrice è tornata sotto i riflettori per la prima volta dopo decenni lontana dalle scene, accolta da una lunga e calorosa standing ovation.

A renderle omaggio è stato Guillermo del Toro, che dal palco ha celebrato il talento unico della diva hollywoodiana: “La cosa più impressionante è la sua capacità di proiettare fragilità, potenza e mistero. Di apparire accattivante, dinamica, mitica e fenomenale. E con tutte quelle interpretazioni, ha sempre portato con sé un po’ di calore, un po’ di dolore e un po’ di mistero”.

Il regista ha ricordato non solo la carriera luminosa della Novak, ma anche la sua scelta radicale: abbandonare Hollywood nel 1966, quando era all’apice del successo, per dedicarsi ai suoi cavalli, alla pittura e alla scrittura. “Sorprendentemente, ha deciso di rallentare quando tutti la volevano”, ha sottolineato del Toro.

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Kim Novak Leone d’Oro a Venezia cinematographe.it

L’attrice, emozionata, ha ringraziato il pubblico e condiviso un pensiero intimo: “Oh mio Dio! È così bello. Ma è come se lo stessi ricevendo tu. Voi siete me!”. Ha poi aggiunto con ironia: “Ringrazio gli Dei lassù. Non uno in particolare, tutti quanti. È un dono immenso che abbiano aspettato fino alla fine della mia vita per riceverlo”.

Kim Novak ha ricordato anche i suoi genitori: “Mio padre è sempre stato la mia bussola morale. E mia madre, quando ero molto timida, mi faceva guardare allo specchio e dire: ‘Sei il capitano della tua nave!’. Credo che sia qualcosa che tutti dovremmo ripeterci. Dobbiamo far sentire la nostra voce”.

A completare l’omaggio, Venezia ha presentato in anteprima il documentario Kim Novak’s Vertigo di Alexandre O. Philippe, che unisce materiali d’archivio a riflessioni personali dell’attrice, raccontando il suo viaggio da icona del cinema degli anni ’50 a figura riservata e appartata lungo il fiume Rogue, in Oregon.

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