TFF34 – Los decentes: recensione del film di Lukas Valenta Rinner

Los decentes è un film presentato in concorso (Torino 34) al Torino film festival, diretto da Lukas Valenta Rinner ed interpretato da Iride Mockert, Martin Shanly e Andrea Strenitz.

Los decentes ha per protagonista Belén, una donna argentina che cerca lavoro. La pellicola si apre infatti con una sequenza di casting, in cui delle donne si propongono, ognuna a suo modo e nel proprio ambito, per lavorare a Buenos Aires e periferia. Tra loro c’è Belén che viene assunta come domestica in una casa periferica della capitale argentina, lussuosa e austera, il cui ordine e pulizia devono essere maniacali.

La cosa che colpisce fin da subito è il rapporto che intercorre tra la padrona di casa e il figlio, due persone differenti che non si comprendono, lei persa nella millanteria borghese e lui interessato allo sport e al proprio ego.

los decentes

In questo frastuono di egoismi c’è una silenziosa Belén che passa le giornate senza quasi mai parlare, che tenta di scansare le avances della guardia di sicurezza del quartiere e che un giorno scopre che di fianco alla villetta e a quel mondo perbenista vive una comunità di nudisti, confinati in un recinto di filo spinato.

Lei ne è fin da subito attratta e comincia a frequentarli, apprezzandone ogni aspetto, come quello naturalista, riflessivo e svincolato da ogni precetto sociale. In quella comune ogni individuo vive in pace con il proprio corpo, in meditazione, si pratica il sesso tantrico, si organizzano corsi per fare i cupcakes o il tiro al bersaglio.

Ma la pace sembra non poter durare tanto. La paura del diverso, dell’estraneo, di chi ha scelto di vivere in modo differente dal nostro genera tensioni, e Belén si troverà all’improvviso reclusa fra due mondi paralleli, l’uno in cui la borghesia si difende dalla comunità nudista isolandola e rendendo impossibile ogni comunicazione, e l’altro, in cui la libertà è protetta da un filo spinato, a sua volta segregato nel proprio cerchio, sebbene rimanga una comunità aperta all’altro, che non vive di esclusioni ma di inclusioni, aperta per definizione ma chiusa al mondo per necessità.

Los decentes distingue la propria voce nella lotta tra immanenza e trascendenza, tra essere ed essere al di là

los decentes

Lukas Valenta Rinner ci offre una visione dei due mondi in modo ampio, sincerato da inquadrature distanti e fisse; Los decentes è davvero una pellicola particolarissima, conformata ad una propria staticità strutturale ma deformata da una narrazione implosiva, densa di momenti di grande umorismo e in cui Lukas Valenta Rinner ci offre una visione dei due mondi in modo totale, ampio, sincerato da inquadrature distanti e fisse.

Los decentes non è un’opera che distingue la propria voce nella sprezzante lotta di classe, si tratta sì di una lotta ma tra immanenza e trascendenza, tra essere ed essere al di là. Belén si impone al limite di queste due concezioni, è sia una domestica in una casa per bene e borghese, sia una nudista che vive in contatto con la natura, prodiga i suoi silenzi sempiterni in entrambe le situazioni, usa poco le parole ed ultilizza altri mezzi per dialogare con lo spettatore: Iride Mockert è bravissima nel mostrare attraverso la tensione del proprio corpo ogni rigidità e ogni sensazione.

los decentes

Los decentes è come un interruttore, Belén torna a vivere, sebbene non sappiamo se abbia mai vissuto davvero, quando incontra la comunità e comincia finalmente ad accogliere il proprio corpo nudo con serenità, soprattutto nel contatto con l’altro, con il diverso, con l’estraneo, a differenza del mondo esterno che non fa altro che imporre il proprio ostracismo e una incomunicabilità corrosiva, rendendo impossibile il contatto con la natura e che farà inesorabilmente infrangere ogni pacifismo.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

3.2