Zootropolis: recensione

Stratosferico, rivoluzionario, attuale. Zootropolis è la città in cui ogni essere sano di mente vorrebbe trasferirsi, il luogo in cui ognuno può essere ciò che vuole.

Diretto da Byron Howard e Rich Moore, il 55° lungometraggio firmato Walt Disney porta avanti la lunga tradizione cinematografica che, da Dumbo a Bambi, da Lilli e il Vagabondo a La carica dei 101 fino ad arrivare a Il Libro della Giungla e Il Re Leone si è evoluto regalandoci la possibilità di fantasticare sulla realtà, addentrarci in mondi autentici, in cui gli animali stanno nella loro atavica posizione di sottomissione e complicità (in alcuni casi inimicizia) con l’uomo. Il surplus dell’animazione li fa parlare, interagire, gli conferisce dei ragionamenti facilmente intuibili dalla nostra razza, ma non li sradica mai dalla realtà della condivisone uomo/animale. Se c’è un cartone animato in cui gli esseri umani non vengono presi per niente in considerazione quello è Robin Hood, ma anche in questo caso si tratta di un habitat prestato.

Zootropolis: il primo giallo d’animazione firmato Disney è un’esplosione rivoluzionaria di sogni e libertà d’essere

Dopo la recente intuizione della Pixar di invertire i ruoli in Il Viaggio di Arlo, a stravolgere le carte arriva Zootropolis (trailer): una città ideata e creata dagli animali, caratterizzata da culture differenti, quartieri che rispecchiano interi habitat, come l’elegante e calda Sahara Square, in cui vivono i mammiferi del deserto, caratterizzata da locali notturni e un gigantesco hotel a forma di palma; la gelida Tundratown edificata appositamente per chi predilige il freddo; il Distretto di Foresta Pluviale, con i suoi alberi rigogliosi, l’umidità impellente e le funivie… insomma una metropoli in cui ogni essere umano di qualsiasi parte del mondo potrebbe rispecchiarsi, dato che ha i tratti del paese di campagna o della futuristica Dubai, ma anche della romantica Parigi e dell’artistica Roma. Qui, in questa oasi gigantesca ed eterogenea, la coniglietta Judy Hopps crede fermamente di poter realizzare il suo sogno nel cassetto: diventare un’agente di polizia!

zootropolis

Nata e cresciuta a Tana dei Conigli: una zona rurale abitata esclusivamente da leporidi coltivatori di carote e, chiaramente, caratterizzata da un alto tasso di natalità, la graziosa Judy crede fermamente nella giustizia ed è straconvinta che, nonostante i pregiudizi sulla sua specie d’appartenenza, abbia tutte le carte in regola per entrare nel corpo di polizia, accanto a rinoceronti, elefanti, tigri, ippopotami, animali di una certa portata per intenderci! Il fatto che nessun coniglio abbia mai fatto parte delle forze dell’ordine non significa necessariamente che non non sia capace, semplicemente non ci ha mai provato. Così, dopo essersi diplomata col massimo dei voti viene inviata dal sindaco Lionheart (anche passando dalla foresta alla città, il leone rimane comunque sovrano) presso il Distretto 1 di Zootropolis, il più importante e difficile in assoluto. Peccato che lo stoico Capitano Bogo non abbia per niente voglia di lasciarsi incantare dalle doti nascoste di una smilza coniglietta, così le assegna il ruolo più deprimente e umiliante che avrebbe potuto desiderare: fare la vigilessa e multare chi ha il parchimetro scaduto. Ma l’occasione di dimostrare chi è le passa proprio sotto il naso quando si mette a dare la caccia alla donnola Duke, un ladruncolo di cipolle che si dilegua nella minuscola Little Rodentia in cui vivono tutti i roditori e i mammiferi più piccoli.

L’incontro con l’astuta volpe Nick Wilde sarà il punto di partenza per addentarsi nel cuore della storia. Emergono infatti i pregiudizi (volpi trattate come gente di colore ai tempi del Ku Klux Klan o, se preferite, come gli emigranti italiani del sud che si recavano al nord) alimentati dalla famiglia di coniglietti, che addirittura consegna a Judy lo spray anti-volpe.
In effetti, nonostante la giovane agente di polizia tenti di mettere da parte le storie sulle volpi furbe e approfittartici, Nick adempie esattamente all’identikit del truffatore e, per di più, le spiattella senza riserve tutte le debolezze che vede in lei, cercando di stroncare la sua positività.

Leggi qui l’intervista ai registi e al cast di Zootropolis 

Il fulcro nevralgico di Zootropolis si realizza nel momento in cui si srotola l’anima verace del genere poliziesco o, meglio dire, buddy movie. A seguito della misteriosa scomparsa di ben 16 mammiferi, tra cui il Sig. Otterton (all’apparenza un’innocua lontra) Judy fa modo e maniera per aiutare la moglie a ritrovarlo, ma il Capitano Bogo le fa un patto: o lo trova entro 48 ore o può beatamente tornarsene a Tana dei Conigli. Un’impresa non da poco per una coniglietta sola in una città sconosciuta, ma fortuna che ad aiutarla (lungi dalla sua volontà) c’è Nick.
Inizia per i due un’avventura che sviscera ritratti di encomiabile bellezza, staccando adagio le foglie perfette di una pianta animale che ha davvero tanti tratti in comune col genere umano, come i bradipi agli uffici della motorizzazione (che ovviamente rallentano il lavoro) o il criminale Mr. Big, un toporagno che fa il verso a Don Vito Corleone. Insomma, in Zootropolis gli animali si sono evoluti al posto nostro e hanno creato una società che non manca davvero di nulla, hanno capito che occorre abolire le differenze tra prede e predatori e hanno sviluppato un mondo unico ma diversificato, in cui ogni minimo dettaglio denota la presenza delle diverse specie.

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Ma, come in ogni contesto che si rispetti, anche in Zootropolis si insinuano pressioni interne e scontenti, che sarà proprio Judy a smascherare, grazie al suo intuito e alla sua conoscenza delle… cipolle o, per essere più tecnici, della ‘manticampo mollicitia’, che non è solo un semplice ortaggio!
Contrariamente alle comuni favole firmate Walt Disney i buoni e i cattivi non sono tali dall’inizio alla fine, la loro personalità ambigua sconfina i ruoli e le caste, sovverte gli equilibri e lascia trapelare un messaggio fondato, millesimato e veritiero di libertà.

Se puoi sognarlo puoi farlo!

Adornato da una colonna sonora splendida firmata da Michael Giacchino, in cui si inserisce anche la magica voce di Shakira, il primo giallo d’animazione fa volentieri a meno del musical, ancorandosi ulteriormente alla realtà con massime come La vita non è un cartone dove canti una canzone e magicamente i tuoi sogni diventano realtà o ancora La vita reale è più complicata di una frase ad effetto.
Con l’entusiasmo che solo la casa natale di Topolino sa comunicarci, Zootropolis infonde in ogni bambino e in ogni adulto la magia e la libertà di poter essere ciò che si vuole, l’energia di realizzare i propri sogni, oltre i pregiudizi e le astruse logiche del sistema, oltre un mondo che dice no, Disney ribatte sempre e comunque che “se puoi sognarlo puoi farlo”!

Giudizio Cinematographe

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4.7
Fotografia - 4.5
Recitazione - 3.7
Sonoro - 4.5
Emozione - 5

4.5

Voto Finale

Tags: Disney