Venezia72 – Janis: recensione

A Venezia72 è sbarcato in anteprima Janis, il tanto atteso documentario sulla vita di Janis Joplin diretto da Amy Berg, già autrice dell’ottimo Deliver Us from Evil. Il film ripercorre tutta la vita della celebre rock star: la turbolenta infanzia, le prime esperienze nel mondo della musica, il grande successo e infine la tragica morte arrivata soli 27 anni, circostanza che la accomuna ad altri grandi della musica come Jimi HendrixBrian Jones e Jim Morrison.

La regista colpisce lo spettatore raccontando con grande tatto e sensibilità la vita della donna dentro all’artista, con tutte le fragilità e le insicurezze causate soprattutto dal suo aspetto fisico, che Janis non ha mai accettato del tutto e che le ha procurato anche prese in giro e insulti dai conoscenti durante l’infanzia. Amy Berg alterna immagini di repertorio delle performance più celebri di Janis Joplin (come quelle di Woodstock o del Monterey Pop Festival) ad altre inedite riguardanti soprattutto il dietro le quinte dei suoi concerti e delle registrazioni dei suoi album, ma la scelta che fa davvero la differenza è quella di affidare alla cantautrice Cat Power, che per timbro vocale ricorda molto la protagonista del film, la lettura delle lettere che la rock star spediva alla sua famiglia, che ci restituiscono la fotografia di una persona insospettabilmente dolce e tenera, sempre in cerca dell’approvazione degli altri e in particolare della famiglia, rappresentata in particolare dalla sorella minore, che commenta insieme ad altri stretti conoscenti di Janis i tratti distintivi del suo carattere.
Il ritratto che ci viene fornito è quella di una donna estremamente sensibile e alla disperata ricerca del vero amore, che non ha mai trovato se non per brevissimi periodi, capace di dare voce alle sofferenze e ai sentimenti di chi le stava accanto, finendo però per rimanere a sua volta schiacciata dal peso di tutte queste emozioni e per affidarsi sempre più spesso all’alcool e alla droga per cercare conforto dalle sue delusioni.

Janis 3

Janis – La donna dentro all’artista

Anche se il lato più intimo e malinconico di Janis Joplin ci viene mostrato senza nessun tipo di filtro o censura, il quadro che ci viene fornito non è certamente quello di una persona triste e depressa. La vitalità e l’energia della cantante vengono sottolineate con l’accompagnamento della sua inconfondibile voce graffiante, delle sue meravigliose canzoni e delle sue formidabili performance sul palco, luogo in cui Janis si trasformava in un catalizzatore di emozioni fra lei e il suo pubblico. Ci vengono descritte con dovizia di particolari anche le tappe più significative della sua carriera artistica, segnata da una smisurata ambizione e dalla voglia di continuare sempre a migliorarsi.

Chi si aspetta una sequenza di aneddoti divertenti legati al carattere irruente della rock star e ai suoi abusi con gli stupefacenti rimarrà probabilmente deluso dal lavoro di Amy Berg, che ha invece il grande pregio di non fare mai sconfinare Janis nel ridicolo o nel patetico, mostrandoci con delicatezza e garbo il saliscendi emotivo della cantante, con la droga e gli eccessi mai protagonisti del racconto, ma piuttosto ombre pronte ad approfittarsi delle sue debolezze e insicurezze.

La fine della vita di Janis Joplin, che lo spettatore conosce già da prima della visione, arriva però quasi inaspettata, come a risvegliarci da un sogno che pensavamo potesse avere una svolta positiva e magari una lieta conclusione, lasciandoci con tanta amarezza per un’esistenza finita troppo presto, che con un pizzico di fortuna in più o con la restituzione di una piccola parte di quello smisurato amore che questa straordinaria cantante ha regalato al mondo avrebbe potuto concludersi diversamente. A dispetto dell’energia e della vitalità che Janis metteva nelle canzoni che amiamo ancora oggi, in fondo era solo una donna che voleva qualcuno con sé al ritorno a casa dalle sue meravigliose esibizioni, e forse è stata proprio questa mancanza a portarcela ingiustamente via prima che potesse donarci altri anni della sua splendida voce.

Janis

Dopo l’anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, che ha avuto fra gli spettatori in sala la stessa regista Amy Berg e Gianna NanniniJanis arriverà nelle sale italiane l’8 Ottobre 2015, pochi giorni dopo il quarantacinquesimo anniversario della morte della cantante, avvenuta il 4 Ottobre 1970.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.7
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4.2
Emozione - 4

3.9

Voto Finale