La musica dei grandi classici Disney attraverso la storia degli Oscar

Fin da piccoli impariamo una cosa: i cartoni animati sono più belli e divertenti se sono pieni di canzoni orecchiabili, da imparare in un attimo e cantare insieme ai personaggi. I grandi classici di Walt Disney ci hanno lasciato in eredità, oltre a fiabe senza tempo, una grande quantità di canzoni che riusciamo ancora a ricordare, supportate da una musica sempre ben curata e attenta alle emozioni che ogni scena deve offrire, impreziosita dalla tecnica chiamata (a ben ragione) Mickey Mousing, perfettamente sincronizzata alle – spesso rocambolesche – azioni che avvengono sullo schermo. Gli Academy Awards, fin da subito, hanno saputo lasciare uno spazio alla musica di questi cartoni animati, riconoscendo spesso l’alto lavoro artistico. Ecco quindi tutti i grandi classici d’animazione (abbiamo infatti tralasciato i film realizzati con tecnica mista, i live-action e i nuovi film realizzati al computer proprio per lasciare spazio ai cartoni classici) che si sono aggiudicati un posto nella storia degli Oscar. Un consiglio? Scaldate l’atmosfera con questo pezzo incredibilmente esaltante da Gli Aristogatti: “Tutti quanti voglion fare jazz”!

Anni ’30: Biancaneve e i sette nani, il primo lungometraggio prodotto da Walt Disney, viene nominato, nel 1938, come migliore colonna sonora.

Anni ’40: è il decennio di Pinocchio, Dumbo e Bambi: tutti e tre i film vengono nominati sia per la colonna sonora, che per la migliore canzone originale. Pinocchio, nel 1941, porta a casa la statuetta per la musica di Leigh Harline, Paul J. Smith e Ned Washington, oltre che per la canzone “When you wish upon a star” (in italiano “Una stella cade”). Anche Dumbo, nel 1942, vince per la colonna sonora composta da Frank Churchill e Oliver Wallace, ma non per la canzone “Baby mine” (“Bimbo mio”). Bambi, invece, nel 1943, si accontenta solo delle nomination (la canzone candidata è “Love is a song”, nella versione italiana “L’amore è una canzone”).

Anni ’50: nel 1951 Cenerentola riceve la nomination sia per la colonna sonora che per la canzone “Bibbiddi-Bobbidi-Boo”; l’anno successivo è il turno di Alice nel Paese delle Meraviglie, per la musica originale, ma entrambi i film non vincono i premi.

Anni ’60: La bella addormentata nel bosco e La spada nella roccia vengono nominati, rispettivamente nel 1960 e nel 1964, per la colonna sonora; per Il libro della giungla viene invece candidata, nel 1968, la canzone “The bare necessities” (“Lo stretto indispensabile”).

Anni ’70: il 1974 è l’anno di Robin Hood: la canzone “Love” (nella versione italiana “Resterà l’amore”) viene nominata, ma non vince l’Oscar; non lo conquista nemmeno “Someone’s waiting for you” (“C’è chi veglia su di te”) dal film Le avventure di Bianca e Bernie, nel 1978.

Anni ’90: è un grande decennio per le produzioni Disney, che vede protagonista il compositore Alan Menkel, con i collaboratori Howard Ashman e Stephen Schwartz, che hanno scritto i testi delle canzoni. La Sirenetta, nel 1990, vince l’Oscar per la migliore colonna sonora e per la canzone “Under the sea” (“In fondo al mar”), interpretata da Samuel E. Wright e nella nostra versione da Ronny Grant, ma anche “Kiss the girl” (“Baciala”) aveva ricevuto la nomination.

Il 1992 è il grande anno de La bella e la bestia, nominato anche come miglior film, che si aggiudica la statuetta per la colonna sonora e per la meravigliosa “Beauty and the Beast”, cantata da Angela Lansbury (in Italia forse più conosciuta per l’incipit “E’ una storia sai”, eseguita da Isa Di Marzio); nominate anche “Belle” (“Il racconto di “Belle”) e “Be our guest” (la divertente “Stia con noi”).

Nel 1993 anche Aladdin si aggiudica la coppia di Oscar musicali, con la canzone “A whole new world” (“Il mondo è mio”), scritta da Tim Rice, un vero gioiello interpretato da Brad Kane e Lea Salonga (in italiano da Vincent Thoma e Simona Peron) che scalza, naturalmente, la simpatica “Friend like me” (“Un amico come me”).

Il re leone, nel 1995, porta a casa la vittoria per la colonna sonora realizzata da Hans Zimmer, mentre nel reparto canzoni Elton John viene nominato per “Can you feel the love tonight” (“L’amore è nell’aria stasera”), che vince, ma anche per “Circle of life” (“Il cerchio della vita”) e “Hakuna Matata”.

Nel 1996 tocca a Pocahontas portare a casa la coppia di Oscar, premiando la profonda “Colors of the wind” (“I colori del vento”), interpretata nella versione italiana da Manuela Villa e in originale da Vanessa Williams (Judy Kuhn, invece, nel cartoon).

Purtroppo, gli anni successivi, non sono fruttuosi: Il gobbo di Notre Dame è solo nominato per la colonna sonora nel 1997; Hercules non riesce a vincere con la canzone “Go the distance” (in italiano “Io posso farcela”), cantata da Roger Bart e dal nostro Alex Baroni nel 1998 – ma è l’anno di Titanic che sbaraglia tutti gli altri concorrenti, e anche le emozionanti canzoni del cartone della Fox Anastasia devono lasciare il posto a Céline Dion; e infine Mulan, nel 1999, si accontenta solo della candidatura per la migliore colonna sonora (mentre invece vince ben 10 premi agli Annie Awards, dedicati all’animazione). Un gran peccato, perché questi ultimi due film sono ricchi di bellissime canzoni: come non lasciarsi trascinare dal ritornello di “Farò di te un uomo”?

Anni 2000: arriviamo alla fine di questo veloce viaggio con Tarzan che, nel 2000, si aggiudica la statuetta per la canzone “You’ll be in my heart” (“Sei dentro me”) grazie al lavoro di Phil Collins che, dopo aver scritto la musica e il testo, ha anche eseguito la canzone in diverse altre lingue. Nel 2001, invece, la divertente “My funny friend and me” (“Un caro amico come te” nella versione italiana), interpretata da Sting, del film Le follie dell’imperatore, non si aggiudica la statuetta.

Ma sappiamo bene che il presente della Disney è ancora ricco di progetti e successi – come non citare “Let it go” di Frozen sempre per la musica, ma anche i live-action come Alice in Wonderland, Maleficent, Cenerentola, Into the woods, i film in produzione come La bella e la bestia e The jungle book, oltre alle notizie di futuri live-action di Mulan e Pinocchio: certo un po’ ci mancano i film d’animazione classici, realizzati senza CGI, ma non dubitiamo del fatto che, al nostro fianco, ci saranno sempre delle emozionanti canzoni senza tempo.

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