The Startup: recensione del film di Alessandro D’Alatri

The Startup, il film diretto da Alessandro D’Alatri al cinema dal 6 aprile, mette in mostra l’arrivismo e la voglia di mettersi in gioco, voler osare, accogliere in maniera totale un megalomane sogno dettato da un ruvido stress psicofisico.

Dare una svolta alla propria vita inventando un’applicazione interattiva capace di persuadere un vasto bacino di utenti…  tutto questo accade a Matteo Achilli, un giovane studente romano che inventa un social network capace di far incontrare, in modo innovativo, domande e offerte lavorative. Dopo un inizio non facile, il giovane startupper riesce nel suo intento, ottenendo quella popolarità tale da farlo assurgere sul piano professionale e non solo. Ma basterà una fama simile ad appagare sul piano esistenziale il giovane Matteo? Cosa sceglierà?

The Startup racconta la storia vera di Matteo Achilli, giovane startupper italiano, fondatore di Egomnia, celebre società italiana operante nel settore dell’informatica.

Diretto da Alessandro D’Alatri e prodotto da Luca Barbareschi con Andrea Arcangeli, Paola Calliari e Matilde Gioli, The Startup risulta – almeno all’apparenza – come risposta nostrana al tanto osannato The Social Network di David Fincher, proponendo anche in questa occasione l’assurda scalata verso il successo di un giovane ragazzo ben determinato al compimento di un’utopico sogno.

Il mondo degli adulti, del lavoro, dei soldi – mostrato da D’Alatri – è un nucleo stressante, capace di travolgere le ambizioni e le speranze di un giovane studente fino a tormentarlo completamente. Il sodalizio all’arrivismo viene concepito quasi come unica scappatoia a questo indisponente stress che circonda dall’inizio alla fine il protagonista.

Il pubblico viene in qualche modo messo a dura prova, attraverso una narrazione asciutta, a tratti pungente, che vede l’ottenimento del successo all’apparenza come unica forma di liberazione, per poi rivelarsi invece come elemento aleatorio, capace di pregiudicare i vari rapporti umani.

Come può svoltare drasticamente la morigerata vita di un diciottenne…

Alessandro D’Alatri con The Startup – “aiutato” dalle funzionali prove interpretative degli attori coinvolti – analizza come la vita di un giovane diciottenne possa drasticamente cambiare, mutare prematuramente. Basandosi su una storia vera, il regista mostra senza mezzi termini una parte esistenziale difficile, che spesso e volentieri lascia solo strascichi indelebili, quasi mai rimarginabili.

Il successo e la solitudine totalmente a “braccetto” scuotono le coscienze di chi guarda il film. Un’escalation puramente riflessiva che mette chiunque – paradossalmente – davanti a una scelta… D’Alatri registra le critiche che piovono sul film da parte del mondo delle startup con totale beatitudine, mostrando con una morbosa rappresentazione l’assurda voglia di assurgere a qualunque costo.

“Accendi il tuo futuro!?”: slogan tanto pungente quanto inquietante

The Startup è un film che riesce a dare un contributo riflessivo importante, affrontando con lucidità – e tanta positività – una tematica complicata e alquanto scomoda, fondata sulla disturbante ossessione di un ragazzo. Il termine di paragone col capolavoro – menzionato precedentemente – di David Fincher risulta quasi assente; D’Alatri si sofferma sullo status esistenziale di un ragazzo a differenza del film di Fincher che focalizza il tutto su un fenomeno globale, non propriamente individualistico.

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The Startup è un film scritto e diretto da Alessandro D’Alatri. Nel cast Andrea Arcangeli, Paola Calliari, Matilde Gioli, Luca Di Giovanni, Matteo Leoni, Guglielmo Poggi, Lidia Vitale, Federigo Ceci, Loris Loddi, Massimiliano Gallo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 2.5

2.5