Eraserhead – La mente che cancella: recensione del primo film di David Lynch

Eraserhead – La mente che cancella è un film del 1977 di David Lynch, interpretato da Jack NanceCharlotte StewartAllen Joseph, Jeanne Bates, Jean Lange, Laurel Near e Judith Anna Roberts. Primo lungometraggio scritto e diretto da David Lynch, che ha impiegato cinque anni per poterlo concludere, avendo avuto gravi problemi economici durante la sua realizzazione, resta ad oggi un cult del cinema grottesco-horror e che dopo quarant’anni dalla sua nascita riesce ancora a far parlare di sé grazie al mistero intorno al suo contenuto.

Eraserhead - La mente che cancella

Henry Spencer è un tipografo che abita in una cittadina senza nome e degradata, residuo di una zona industriale. Mentre fa ritorno nel suo appartamento, la sua vicina di casa lo informa di aver ricevuto una chiamata da Mary, la sua ragazza, che lo invita a cena a casa dei suoi genitori. Cerca nel marasma del suo appartamento l’indirizzo della sua ragazza, riposto dietro una foto tessera di lei, tagliata per metà. Quando lui fa la conoscenza di entrambi i genitori, la tranquillità è fin da subito ampiamente disturbata da un cane adagiato sul pavimento che allatta i cuccioli, con un volume volutamente assordante, e i rumori sempiterni di una cittadina industriale che accompagnano tutta la pellicola.

Si siedono a tavola e ad Henry tocca l’onore di tagliare il piccolo pollo, ma non appena lui lo infilza, questo comincia a sanguinare come se fosse vivo, fino a muovere le zampe. La madre di Mary viene colta da un attacco epilettico, e, quando sembra esserle passato, prende Henry in disparte informandolo della gravidanza di Mary e che ha avuto un parto prematuro. I due si sposano e ben presto si ritrovano ad accudire un feto deforme in fasce nell’appartamento di Henry, ma dopo notti insonni Mary, stanca delle urla del figlio, lascerà Henry da solo con il bambino a prendersene cura per qualche giorno.

Proprio in quei momenti Henry comincia ad avere delle visioni, un teatro e una donna deforme che balla su un palco, visioni che penetrano il suo appartamento apparendo dal termosifone, dal letto e che hanno in comune degli spermatozoi che sembrano quasi esseri umani, che appaiono senza motivo. Quando non è in stato confusionale si rende conto che suo figlio è malato ed pieno di bolle, ma proprio mentre lui tenta di prendersene cura la sua vicina di casa entra nel suo appartamento e finisce per andarci a letto insieme, un letto piuttosto singolare, quasi un buco nero in cui loro affondano lentamente.

Henry si ritrova nuovamente a vivere l’allucinazione del teatro ma questa volta lui è presente, vede la donna deforme che gli canta una canzone, In Heaven, e andandole incontro la testa gli si stacca dal corpo, cadendo per la strada. La testa viene raccolta da un bambino che tempestivamente la porta in una fabbrica in cui usano il suo cervello per costruire le gomme sulle matite. Quando l’incubo sembra terminato Henry, preso dalla rabbia e dalla confusione, uccide il feto deforme, aprendolo in due con una forbice e, mentre lo guarda dissanguarsi e morire, incontra nuovamente la cantante del teatro, e il film si chiude con il loro abbraccio.

Eraserhead - La mente che cancella

Eraserhead – La mente che cancella è una pellicola racchiusa in un cerchio, che va dalla nascita all’apocalisse, dalla procreazione alla degenerazione, in cui si ha la sensazione di entrare in tanti livelli diversi, in differenti universi, a cui si accede da questa stanza, la stanza di Henry, a cui fa capo ogni altro mondo, come il teatro degli orrori, in cui una ragazza balla e canta schiacciando piccole deformità che cadono sulla scena, e come la scena iniziale in cui un essere sembra comandare con una macchina gli avvenimenti che di li a poco accadranno ad Henry, un dio motore tutt’altro che immobile che contribuisce alla nascita prematura e inspiegabile di un bambino deforme, un essere mai concepito ma nato tra lo stupore e lo sdegno. Come potrà mai essere e nascere un bambino che in realtà non è mai stato concepito?

Lynch mostra il suo velo di spiritualità seppur presunta e non assodata, in merito alla vita, la morte e come questo cerchio non sia perfetto e incorruttibile, come se tutta la pellicola in fin dei conti risulti una gigantesca discarica in cui le anime e i corpi vengono rigettati e fatti confluire in categorie ben precise.

Come le categorie della mente, i livelli del pensiero, esistono parallelamente gli scarti, le scorie di una mente che il cervello elimina e sovrascrive quasi quotidianamente, Eraserhead – La mente che cancella coincide con gli universi psichici, con la triade, padre e madre che si ritrovano a vivere in una stanza ed accudire un figlio non voluto, e accolto con sofferenza, alla fine Henry non riuscirà ad adempiere al proprio ruolo, perché incapace di gestire un essere diverso, inspiegabile, un figlio voluto non dal cielo, non da chissà quale entità, ma un aborto mancato, un modo assolutamente eretico ma legittimo di unire ricordanze bibliche con una propria visione di spiritualità, di riproduzione della realtà attraverso empirismi non sempre riportabili su pellicola.

Eraserhead – La mente che cancella è scomposto e articolato come 8 e mezzo, con la trama che segue una logica ben precisa, mondi paralleli che seguono alterazioni particolari, ma invece di essere diviso in simbolismo, sogno e realtà qui c’è inconscio, subconscio e preconscio, con inserimenti perturbanti e di rimozione che sono il fulcro centrale della pellicola.

2001: Odissea nello spazio sembra interagire con alcuni lati di Eraserhead – La mente che cancella, soprattutto attraverso concetti legati allo spermatozoo che appare oltremodo in entrambe le pellicole, con l’idea che l’uomo arrivi a fecondare lo spazio come anche qui Henry compie una propria fecondazione infeconda, un concepimento erroneo, attraverso le scene iniziali che richiamano proprio l’idea di un pianeta attraversato da Henry e che si ritrova poi ad abitare questa città senza nome e a lavorare in una tipografia, la stessa tipografia che si servirà di lui per fabbricare matite con gomma a capo, idea che si collega con il titolo, tradotto con La mente che cancella, non proprio una traduzione letterale.

Henry porta con se sempre una scatolina con un verme all’interno, che potrebbe essere un essere inanimato, un oggetto a lui caro, o il totem (come in Inception) che gli indica la strada da seguire, la realtà, che lui non è assoggettato alle visioni orrorifiche o agli incubi, che può ridestarsi quando vuole e che può continuare a vivere la sua giornata con un briciolo di lucidità. Ecco quell’oggetto viene sempre riposto in una scatola, una sorta di tabernacolo personale, in cui ripone simbolicamente la propria coscienza, difatti in quel luogo la cinepresa non ha modo di potercisi entrare, dando al regista anche il ruolo di teocrata invasore, un essere che compromette la sua stessa opera, come Henry stesso compromette la sua stessa vita.

Eraserhead - La mente che cancella

Tutto è corrotto e contaminato in Eraserhead – La mente che cancella

Non esistono contenitori, quasi per veicolare l’immensità di un contenuto che non si può trattenere, non esistono limiti, confini, è tutto visibile, l’interno delle cose, degli spazi, la terra stessa non ha contenitori, le piante non hanno vasi, piante sempre senza foglie, che crescono ma crescono morte o moriture.

La stessa temporalità è un concetto che va rimosso, è una sorta di temporalità negata a cui non si ha accesso, alla memoria e al tempo della mente, agli incubi e alle visioni, c’è un prologo e un epilogo ma tutto ha una sua centralità, è tutto riconducibile ad un cerchio che avrò certo un inizio e ad una fine ma quasi indistinguibili, come un palindromo.

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.2