Roma FF11 – Sing Street: recensione del film di John Carney

Dopo essere stato presentato al Sundance Film Festival 2016, sbarca finalmente alla Festa del Cinema di Roma 2016 Sing Street, ultima attesissima pellicola dell’irlandese John Carney. Il cast è composto da attori giovani e dal grande talento, come Ferdia Walsh-Peelo, Lucy Boynton, Jack Reynor, Ben Carolan e Mark McKenna.

Presente in un piccolo ma importante ruolo anche Aidan Gillen, noto ai più per la sua interpretazione di Petyr Baelish nella celebre serie televisiva Il trono di spade.

Sing Street

Ci troviamo a Dublino negli anni ’80, nel pieno dell’esplosione di gruppi come i Duran Duran e gli Spandau Ballet.

A seguito di un brusco ridimensionamento del budget familiare, il giovane Conor (Ferdia Walsh-Peelo) è costretto a trasferirsi in una nuova scuola più economica. Oppresso dalla rigidità dei suoi nuovi professori, vittima del bullismo da parte di alcuni nuovi compagni e sofferente per i problemi matrimoniali dei genitori, Conor fa la conoscenza di Raphina (Lucy Boynton), splendida e apparentemente irraggiungibile ragazza a cui promette di essere la protagonista del nuovo video del suo gruppo musicale.

Incassato il sì di Raphina, a Conor non rimane che creare una rock band per avere l’opportunità di passare del tempo con la ragazza dei suoi sogni. Insieme ad altri ragazzi introversi ed emarginati forma così i Sing Street. La band e i consigli del fratello Brendan (Jack Reynor) danno così a Conor la spinta per trovare una propria vocazione artistica e per superare i suoi problemi personali.

Sing Street

Un intenso teen movie, un omaggio all’irripetibile magia degli anni ’80, uno strambo racconto di formazione, un’energica avventura a ritmo di rock.

Questo e tanto altro è Sing Street, che dona una scarica di adrenalina e di sana positività a una Festa del Cinema di Roma 2016 piena di storie particolarmente cupe e drammatiche. John Carney imbastisce una storia apparentemente semplice e innocua, ma che con il passare dei minuti coinvolge sempre di più lo spettatore, affrontando con grande tatto e leggerezza temi tutt’altro che banali come l’ingerenza da parte delle autorità scolastiche e religiose nella vita dei giovani, la difficoltà da parte di questi ultimi a trovare e perseguire una propria strada e la forza proveniente dalla famiglia, anche nei momenti più duri.

La musica può cambiare la vita delle persone?

John Carney risponde a questa domanda con un chiaro e vibrante sì, tessendo proprio intorno alla musica un racconto emozionale e nostalgico, capace di toccare le corde del cuore di chiunque e a più livelli. Per Conor e il suo improvvisato gruppo, la musica diventa non solo una possibilità di riscatto nei confronti dei coetanei, ma anche e soprattutto un modo per credere in se stessi e per trovare la forza di esprimere la propria voce interiore, anche quando questa va contro tutto e tutti.

Le irresistibili scene in cui i Sing Street cambiano di volta in tolta trucco e stile musicale non hanno solo lo scopo di suscitare fragorose e genuine risate, ma anche di mostrare un lento ma inesorabile cambiamento, che porta Conor ad acquisire progressivamente fiducia nei propri mezzi e nelle propria personalità. Accade allora che il bullo della scuola diventi molto meno minaccioso, che la rigidità e la severità del preside si trasformi in oggetto di sfida e scherno, e che la ragazza sognata e desiderata da tutti si riveli molto più alla portata di quanto si pensasse.

Sing Street non si limita a mostrare una classica storia romantica e a divertire con le esilaranti avventure canore del gruppo, ma da il suo meglio quando si avventura in profonde e non scontate dinamiche familiari, incentrate soprattutto nello splendido rapporto fra Conor e Brendan (decisamente il personaggio più riuscito del film), che non abbiamo timore di definire uno dei più riusciti rapporti fra fratelli visti al cinema negli ultimi anni, sottolineato dalla dedica sui titoli di coda del film, rivolta a tutti i fratelli del mondo. I due si cercano, si supportano e si specchiano a vicenda, trovando l’uno nell’altro la forza e l’ispirazione per affrontare le difficoltà e una spinta per raggiungere i propri sogni.

La sceneggiatura di John Carney evita di affidarsi a forzati colpi di scena, puntando invece forte su una profonda e complessa caratterizzazione dei personaggi principali, che inevitabilmente tolgono un po’ di spazio a quelli secondari.

Volendo trovare una pecca, anche se la carne al fuoco è tanta e ottimamente sfruttata, ci sarebbe piaciuto scoprire qualcosa di più sugli altri elementi dei Sing Street e sui rapporti fra di loro. Anche dietro alla macchina da presa, Carney compie un egregio lavoro, ricostruendo alla perfezione scenografie, costumi e pettinature dell’epoca, amalgamando con precisione il girato con le immagini di archivio e con gli spassosi video realizzati dalla band.

Dal punto di vista attoriale, oltre alle prove del protagonista Ferdia Walsh-Peelo e della radiosa Lucy Boynton è sicuramente da segnalare la performance di Jack Reynor nella parte di Brendan, che conferma le sue doti già mostrate in Macbeth e Una notte con la regina, dimostrandosi ormai pronto per un ruolo importante da protagonista. A dominare su tutto, ovviamente è la splendida colonna sonora, che spazia da brani di Duran Duran, The Clash, Spandau Ballet e The Cure ad altri scritti appositamente per il film ed eseguiti dagli stessi Sing Street.

Sing Street

In poco meno di due ore, Sing Street riesce a intrattenere, divertire, commuovere, fare riflettere e anche a mostrare uno spaccato dell’Irlanda dell’epoca, condizionata dall’influenza dei cugini inglesi ma con tanta voglia di una propria autonomia. Non lasciatevi sfuggire l’opportunità di vedere un piccolo grande gioiello, che con delicatezza e sensibilità ci ricorda che anche quando tutto sembra andare storto possiamo sempre trovare una chiave per stravolgere la nostra vita e affrontarne a testa alta le difficoltà.

Sing Street arriva in sala il 9 novembre, distribuito da Bim Distribuzione.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4.5
Emozione - 4

4.1