Venezia 73 – Il Viaggio (The Journey): recensione del film di Nick Hamm

Un breve viaggio fra due nemici giurati determinati ad intraprendere il più grosso salto di fede capace di cambiare il corso della “storia moderna”. Nick Hamm alla regia di questo Il Viaggio (The Journey) presentato fuori concorso alla 73ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; lavoro drammaturgico che suddivide due ideologie differenti, da sempre in conflitto fra loro.  Un dualismo conosciuto,  quasi inesorabile è  il nucleo di questo ultimo lavoro di Nick Hamm.

Britannici ed irlandesi hanno riunito i partiti politici dell’Irlanda del Nord a St. Andrews, in Scozia, per discutere un accordo storico. Improvvisamente, dopo i giorni bui dei Troubles, la pace sembra possibile. L’unico ostacolo è convincere il fervente predicatore protestante Ian Paisley e il repubblicano irlandese Martin McGuinness ad accettare l’accordo e governare insieme.

Scontato sottolineare l’incisività di questo cast  tutto britannico,  caparbio nella sua “essenza interpretativa”- con un pregiato humor anglosassone – con in prima fila – in tandem – Colm Meaney e Timothy Spall seguiti da attori che seppur complementari, sono funzionali al contesto proposto (Toby Stephens su tutti). The Journey è un lavoro che mostra – marcando – una suddivisione di intenti insanabile capace di sfociare in un utopistico – almeno dall’inizio – “compromesso ” . Il contesto scenografico è senza dubbio l’elemento che maggiormente valorizza positivamente questa pellicola firmata Nick Hamm.

The Journey

Per amore dell’Irlanda  e …..

Il Viaggio (The Journey) è un monito ai bretoni, un sussurro socio-politico che richiama all’ordine la comunità irlandese in tutte le sue sfaccettature. Un rapporto necessario, richiesto quasi da Nick Hamm in questo suo lavoro cinematografico, utile a porre fine ad uno degli equivoci più lunghi della storia irlandese. Empaticamente questo lavoro richiama a se un pubblico ben specifico quindi il coinvolgimento emozionale della pellicola non è puramente universale. Nonostante questo The Journey è un lavoro sufficientemente accettabile che non eccede in pretenziosità e che mira a finalizzare il suo reale scopo.

Nick Hamm – da buon nord-irlandese – sente il bisogno di comunicare attraverso The Journey la sua “prospettiva politico-ideologica” armonizzandola – come accennato precedentemente – attraverso una pellicola cinematografica che deve scalfire – almeno – il pubblico irlandese. Ovviamente l’accantonamento – giusto per precisare – verso “l’altro polo” di spettatori non è presente, ma la natura reale di The Journey si riassume nel suo valore intrinseco ovvero  l’amor di patria.

Il Viaggio (The Journey) si fonda sui rapporti umani, su come coltivarli – anche quelli impossibili – e consacrarli nel migliore dei modi

Amare la propria nazione, la propria terra abbattendo i soliti luoghi comuni. The Journey si fonda sui rapporti umani, su come coltivarli – anche quelli impossibili – e consacrarli nel migliore dei modi. Eccezionalità non ce ne è  ma basta questa conduzione stilistica per poter apprezzare – in maniera sobria – questa pellicola cinematografica. Nonostante sia una tematica sensibile per un gruppo ristretto di pubblico, Nick Hamm – tornando al discorso del non accantonamento – vuole far conoscere e far vivere sulla pelle di chi non può comprendere, questa assurda situazione perpetrata da anni fra due nazioni tanto lontane quanto vicine. Congiungere – almeno provare a farlo –  due nazioni in conflitto da anni è la prova “pionieristica” di Hamm; doveroso dunque riconoscergli tale prerogativa.

Il Viaggio (The Journey) è un film diretto da Nick Hamm. Scritto da ColinBateman. Il film è stato annunciato anche nel programma del Film Festival Internazionale di Toronto nel settembre 2016. Prodotto dalla Greenroom Entertaiment e da Tempo Productions Limite. Nel cast Timothy Spall, Colm Meaney, Freddie Highmore, John Hurt, Toby Stephens, Catherine McCormack, Ian McElhinney, Ian Beattie, Barry Ward.