Trollhunters: recensione della prima stagione della serie animata di Guillermo del Toro

Trollhunters, la serie tv creata da Guillermo del Toro per Netflix, è stata pubblicata integralmente il 23 dicembre 2016. Si tratta di ventisei puntate, ognuna della durata di circa 20 minuti, facenti parte dell’accordo Dreamworks – Netflix. Le prime puntate, come già detto nella recensione del pilot, ci introducono alla storia in maniera piuttosto graduale. Nelle puntate successive questo elemento cambia: le puntate si interrompono spesso nel momento clou, nell’ambito di una vera e propria escalation di colpi di scena.

Trollhunters, a dispetto del ritmo iniziale, riesce nelle puntate successive a incollare lo spettatore allo schermo.

Jim Lake è un ragazzo come tanti, abbandonato dal padre da bambino. Vive ad Arkadia con la madre a cui è legatissimo. Il suo migliore amico è Toby. Una mattina, pedalando verso la scuola, Jim sente chiamare il suo nome. La voce viene da un cumulo di rocce. Scavando tra le pietre Jim scopre l’amuleto che da quel momento in poi cambierà del tutto la sua vita. L’amuleto ha infatti scelto il suo nuovo Trollhunter.

I Trollhunters: Jim, Toby, Blinky, Claire e Aaaaargh.

Al di sotto della città di Arkadia c’è un altro mondo: il mondo dei troll, radunati nella loro città sotterranea, Troll Market. All’oscuro del fatto che esista un mondo dei troll e totalmente ignaro di quale sia il ruolo di un trollhunter, Jim sarà guidato dai troll Blinky e Aaaaargh.

I personaggi ideati da Guillermo del Toro ricordano a tratti quelli della saga di Harry Potter

La trama di Trollhunters è divisa in due parti. La prima parte si svolge dal primo episodio fino al tredicesimo. In questo primo troncone abbiamo un nemico specifico, Bular, figlio di Gunmar, che vorrebbe far tornare suo padre dall’esilio nelle Terre oscure per distruggere Troll Market. Le puntate si configurano come una scalata verso la battaglia finale con Bular.

La seconda parte della serie è invece orientata su più fronti. Jim se la vedrà con l’inquietante Angor Rot e dovrà risolvere il conflitto con Strickler. Il conflitto con l’insegnante/mutante è emozionalmente complesso per entrambi i contendenti. Da un lato, Strickler si affeziona a Jim e si innamora di Barbara (la mamma di Jim), dall’altro è un nemico spietato: lega il destino di Barbara al suo al fine di proteggersi da Jim che vuole ucciderlo. Strickler perde sempre più il suo onore, affidando il lavoro sporco di uccidere il Trollhunter ad Angor Rot.

Bular, il primo nemico che il Trollhunter Jim dovrà affrontare.

In questa seconda parte il significato del titolo prende corpo: Trollhunters significa squadra. Jim, Toby, Claire, Blinky, Aaaaargh e Draal combatteranno fianco a fianco, aiutandosi e proteggendosi a vicenda. L’obiettivo finale dei Trollhunters è di salvare il fratellino di Claire dalle Terre oscure, cercando prima di rafforzare l’amuleto di Jim con le pietre triumbriche.

Blinky è il padre che Jim non ha mai avuto, di cui può fidarsi perché sa che non lo abbandonerà

I personaggi che Guillermo del Toro ci mette davanti sono complessi, profondi ed educativi. L’oscillare di alcuni di loro tra luci e ombre ricorda alcuni personaggi di Harry Potter, dove i confini tra bene e male non sono mai netti. Il principe di questi personaggi è proprio Strickler. L’insegnante/mutante è combattuto tra il suo affetto per Jim e i suoi scopi malvagi. Alla fine, grazie al comportamento di Jim nei suoi confronti, passa dalla parte dei buoni. La stessa cosa accade a NonEnrique, il mutante sostituto del fratellino di Claire, che si allea con i Trollhunters.

In questa serie di personaggi rientrano anche Draal e lo stesso Aaaargh. Draal, all’inizio, geloso di Jim, tenta di abbatterlo. Capisce il valore di Jim solo quando il Trollhunter  gli risparmia la vita. A quel punto Draal diventa uno dei fedeli alleati di Jim, il suo protettore a costo della vita. Aaaaargh è il personaggio in assoluto più simpatico e coccoloso della serie, il troll che tutti vorremmo come amico. Fin dall’inizio dice di non poter combattere e si definisce pacifista. Ma solo più tardi scopriamo che il suo pacifismo fa da contraltare al suo passato da killer, quando era il guerriero più feroce dell’esercito di Gunmar.

Guillermo del Toro ci presenta è una serie tv convincente e coinvolgente, adatta a grandi e piccini

Le similitudini con la saga di J.K. Rowling non si fermano qui: lo stesso trio Jim-Toby-Claire assomiglia molto a quello Harry-Ron-Hermione. Abbiamo Jim/Harry che affrontano un destino già scritto riuscendo a dimostrarsi all’altezza nonostante le paure e le riluttanze. Poi abbiamo la coppia Toby/Ron, un po’ pasticcioni e timidi ma leali come nessun altro, pronti a mettersi in gioco per quelli che amano. Infine resta il duo Claire/Hermione che condividono l’intelligenza fuori dal comune e il coraggio. In generale i punti di contatto tra le due storie sono molti e contribuiscono a rendere Trollhunters una serie moralmente educativa oltre che avvincente.

Toby, Blinky e Jim a Troll Market.

L’ultimo personaggio di cui bisogna parlare è Blinky che, al contrario di Aaaaargh, non è particolarmente prestante o coraggioso. Tuttavia è un vero pozzo di conoscenza e saggezza. A Blinky spetta il compito di guidare Jim attraverso il mondo dei Troll proteggendolo. Già dopo qualche episodio la sua funzione appare sempre più chiara: Blinky è il padre che Jim non ha mai avuto. Di lui può fidarsi perché sa che non lo abbandonerà. Blinky guida anche gli spettatori facendo quasi da voce narrante.

La serie tv è dunque particolarmente complessa. Utilizza il genere fantasy per far filtrare i concetti dell’importanza dell’amicizia, degli affetti e della lealtà (un altro punto in comune con Harry Potter?). 

Trollhunters si farà apprezzare anche per i rimandi che suscita negli appassionati del genere.

Per quanto riguarda le immagini che poi vediamo scorrere sui nostri schermi ci sono diverse cose da dire. I vari mostri e mostriciattoli che popolano Trollhunters risentono di un immaginario fantasy che dal 2000 in poi è stato forse eccessivamente sfruttato. Nessuna particolare meraviglia colpisce lo spettatore ogni volta che una nuova creatura appare. I troll ricordano molto le creature che popolavano Monsters e Co. Nel paese delle creature selvagge, ma nonostante le somiglianze riescono a mantenere una loro originalità. Questo accade anche grazie alla grande varietà che viene rappresentata: non c’è un troll che sia davvero simile ad un altro. Una nota di merito va a Troll Market: lo spettro di colori che viene utilizzato per la città dei troll è un vero piacere per gli occhi. La location immaginata da Guillermo del Toro ci trasporta in un mondo diverso, sconosciuto e inaspettato.

Gli stupendi colori di Troll Market, la città dei troll.

Per il resto l’intera serie risente del meccanismo dei videogiochi. Questo avviene soprattutto nella seconda parte, con le pietre triumbriche. Ogni volta che Jim, vincendo le varie sfide, ottiene una pietra triumbrica, questa sblocca dei nuovi poteri. Poteri che possono essere dei nuovi pugnali o uno scudo. Solo nell’ultima puntata, con l’ultima pietra vedremo il Trollhunter cambiare radicalmente. Se prima la Luce del Giorno era la sua fonte di potere, nell’ultima puntata Jim si trasforma in una sorta di cavaliere oscuro. Invoca il potere dell’Eclissi e si riveste della sua nuova armatura. Impedendo agli altri di raggiungerlo si tuffa nelle Terre oscure seguendo il suo destino di Trollhunter. Trollhunters si chiude lasciando noi spettatori con il fiato sospeso di fronte alla fredda enormità delle Terre oscure.

Trollhunters si chiude lasciandoci la prima vera visione delle Terre oscure e il fiato sospeso

Facendo un bilancio finale, quella che Guillermo del Toro ci presenta è una serie tv convincente e coinvolgente. Molto bella a livello visivo e con una trama non sconvolgente, ma comunque interessante. Adatta a grandi e piccini, ci fa affezionare ai personaggi che sono affascinanti e ben costruiti. Lo consigliamo ai bambini ma anche ai fan della saga di Harry Potter e simili. Trollhunters si fa apprezzare sia per le sue qualità sia per i rimandi che suscita negli appassionati del genere.

Purtroppo non si sa ancora nulla riguarda ad una potenziale seconda stagione. Infatti la morte di Anton Yelchin (la voce di Jim Lake) lascia il progetto sospeso. Lo stesso Guillermo del Toro si è detto contrario a un rimpiazzo. Qualche rumor parla di una possibile messa in onda nel dicembre del 2017… di sicuro ci sarà da aspettare!

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 5

4.3