Space Force – stagione 2: recensione della serie TV con Steve Carrell

Un cast stratosferico, capace di colmare le lacune della sceneggiatura.

Tornano richiamati a gran voce i protagonisti delle improbabili vicende spaziali della Space Force, agenzia governativa americana dedicata a missioni astronomiche che niente hanno da invidiare ai più sfrenati sogni dei bambini. A guidare il magic team troviamo ancora il Generale Naird, interpretato da Steve Carrell (anche creatore della serie), affiancato dai suoi fidati collaboratori. In questa seconda stagione disponibile su Netflix, in soli sette episodi, il destino dello strampalato gruppo di colleghi non si smentisce: tra tagli di finanziamenti e iniziative volte a raccogliere fondi e consenso per le missioni, il futuro professionale (e non solo) non è per niente garantito. Lontano anni luce, letteralmente, dal resto dei colleghi, l’uomo inviato ormai nove mesi fa nello spazio con destinazione Marte sente la mancanza della Terra e di ogni più banale vizio terrestre.

Steve Carrell è sempre al centro della storia in Space Force – stagione 2

Space force - Cinematographe.it

La seconda stagione di Space Force gioca sulla figura del generale Naird al pari di quanto faceva nella prima, se non addirittura di più, regalando momenti di struggente tenerezza e stupidità che gridano a gran voce al ritorno di The Office. Senza dubbio la qualità dei personaggi e dei loro interpreti continua a essere il punto di forza della serie, con un cast di protagonisti in cui ognuno porta il suo contributo alla riuscita complessiva in maniera ineccepibile. Steve Carrell, John Malkovic, Ben Schwartz, Tawny Newsome, Jimmy O. Yang: tutti loro permettono a una sceneggiatura talvolta ripetitiva e sfilacciata di svilupparsi senza soluzione di continuità, riempiendo le lacune con personalità e capacità di interagire tra loro. Grazie alla durata delle puntate piuttosto limitata e al sostenuto ritmo delle conversazioni, poche ore permettono una visione completa e divertita di tutta la seconda stagione di Space Force. Il finale poi, in pieno stile iperbolico come il resto, lascia ben sperare per la realizzazione di una terza stagione anche se, almeno per il momento, ancora non si è avuta certezza del futuro della serie.

Space Force 2: un finale iperbolico

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Quello a cui si assiste, in realtà, in questa seconda stagione è una sorta di pulizia, un inventario che definisce le priorità e che sceglie deliberatamente quali siano gli elementi più convincenti e quelli di cui invece vale la pena fare a meno. Basti prendere per esempio il matrimonio del Generale Naird e tutta la sfera familiare: si sceglie di salvare la sfera delle dinamiche tra padre e figlia, con le loro tendenze al ridicolo, mentre invece la (ex) moglie di Naird e madre di Erin lascia le scene, evitando di sovraccaricare ulteriormente la serie con un filone narrativo che, obiettivamente, non avrebbe aggiunto molto altro agli episodi, oltre a quanto ha già fatto nella scorsa stagione. Stesso discorso si potrebbe applicare anche alla relazione tra il Dr. Chan e il Capitano Ali, se è vero che anche questo rapporto dà vita ad alcuni siparietti e battute, Space Force si sottrae alla facile soluzione della narrazione romantica, offrendo agli spettatori quel tanto che basta per dare un po’ di soddisfazione, senza fronzoli e inutili dilungamenti. In questo senso, la seconda stagione della serie firmata da Carrell decide di ottimizzare i tempi piuttosto stretti degli episodi, approfittandone per investire su personaggi lasciati più al margine nella scorsa stagione, come per esempio Tony Scarapiducci con le sue insicurezze personali o la stessa Erin alla ricerca del proprio ruolo in una società in cui non sempre riesce a riconoscersi, o ancora gli antagonisti delle altre agenzie governative che compaiono solo come strettamente funzionali alla narrazione.

Space Force – stagione 2 è disponibile su Netflix dal 18 febbraio 2022.

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Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 5
Sonoro - 2
Emozione - 3

3.2

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