Derry Girls – stagione 3: recensione della serie TV

Come recita un vecchio detto “squadra che vince non si cambia” ed è forse proprio per questo che Derry Girls affronta la stagione 3 con lo stesso spirito delle precedenti, arricchendo però il discorso filmico con un pregnante filone sociale, commovente e sorprendentemente lucido, che fa guadagnare al tema comico un più elevato livello di lettura. Anche in questa terza stagione la sgangherata compagine di studenti cattolici formata da Erin, Orla, Clare, Michelle e James si muove ai limiti dell’universo da loro conosciuto, cercando di assicurarsi un posto nel mondo. La Londonderry degli Anni ’90 fa da sfondo alle vite dei protagonisti e ne plasma la crescita, tanto che la loro educazione scolastica diventa un puro pretesto narrativo, mentre le loro adolescenze rimangono profondamente segnate da tutti gli eventi dei Troubles e del successivo processo di pacificazione. In questi sette episodi (in realtà sei episodi oltre a uno speciale finale di durata raddoppiata) i ragazzi arrivano alla maggiore età districandosi tra le vicende scolastiche e le famiglie sgangherate almeno quanto loro. Rispetto alle stagioni precedenti, in questa terza tornata di episodi Derry Girls impregna a fondo la sua sceneggiatura di dettagli che collegano la decade rappresentata al mondo nostro contemporaneo: basti pensare alla rappresentazione del mondo queer fino al finale con la lettera finalmente recapitata a Chelsea Clinton.

Derry Girls si conferma una serie TV intelligente anche nell’ultima stagione

derry girls 3 recensione cienmatographe.it

Lisa McGee si conferma alla guida dell’ideazione e della gestione del progetto di Derry Girls, che giunge con questa terza stagione al termine definitivo (salvo future insperate sorprese da parte della produzione). Saremo in tanti a sentirne la mancanza, perché Derry Girls si è confermata una serie estremamente intelligente, capace di coniugare esilarante e fine comicità con un linguaggio adolescenziale, insieme al dato sociale, straziante e commovente, narrato con una trasparenza e lucidità disarmanti. Se il culmine di quanto appena descritto è visualizzato nel referendum del Good Friday Agreement, l’intera stagione è costellata di riferimenti più o meno leggeri a quanto gli attentati e l’intera situazione geo-politica hanno influenzato l’esistenza dei cinque protagonisti e delle rispettive famiglie. Ciò che ne emerge, ancora una volta con inattaccabile semplicità, è che nelle situazioni complesse come quella nord irlandese dell’epoca non esistono agenti totalmente buoni o totalmente cattivi: il bianco e il nero sono categorie che non sono applicabili a realtà cosí intricate. Erin e compagni saranno costretti a venire a patti con questo confronto tra convinzioni infantili e analisi obiettive e comprensive, che sanno mettere insieme diverse prospettive per analizzare l’attualità che li circonda.

Derry Girls – stagione 3: un cast da lodare

Corre l’obbligo di lodare, oltre alla già citata creatrice Lisa McGee, il cast sia dei protagonisti principali sia dei personaggi secondari, fino ad arrivare alle minime apparizioni: a partire dal noioso zio Colm fino alla breve comparsa di Liam Neeson, passando per l’insostituibile Sorella George Michael fino ai ragazzi al centro delle vicende, ogni singolo personaggio contribuisce a creare un racconto corale che rappresenti non solo le disavventure dei compagni di scuola, ma anche il loro posto nel mondo, che intreccia i più comuni dubbi esistenziali tipici di quell’età con una situazione a loro contemporanea a dir poco problematica. Derry Girls ci mancherà come ci mancano quelle perle seriali (che la terra britannica spesso ci ha regalato) che attraversano le piattaforme streaming velocemente; dopo solo tre stagioni si chiude la parabola di Erin, Michelle e gli altri, lasciando dietro di loro solo tanto, tantissimo affetto e un apprezzamento infinito per la genuinità e la lucidità con cui hanno saputo affrontare la loro realtà.

La serie è su Netflix dal 7 ottobre 2022.

Regia - 3
Sceneggiatura - 5
Fotografia - 3
Recitazione - 5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.7