La vita è facile ad occhi chiusi: recensione

Help! I need somebody… Help! Not just anybody… Help! You know I need someone, help…

Così cantavano I Beatles nel 1965 e così un maestro spagnolo insegnava l’inglese ai suoi ragazzi. Prese le canzoni del più influente gruppo di quegli anni, Antonio (Javier Càmara) tiene le sue lezioni ripetendo insieme agli alunni i testi da lui stesso trascritti e trasmettendo la sua passione per quella musica molto british che cambiò il mondo della discografia mondiale. Amante in tutto e per tutto del leggendario John Lennon, nel 1966 Antonio intraprende un viaggio verso l’Almeria dove il suo idolo è intento nelle riprese del film di Richard Lester How I Won The War (Come ho vinto la guerra). Con la voglia soltanto di poter parlare per pochi istanti con il cantante, in questo viaggio on the road la sua strada si incrocerà con quella di una giovane ragazza incinta (Natalia De Molina), scappata da un istituto privato, e di un ragazzo (Francesc Colomer) stanco dell’oppressione che il padre esercita continuamente su di lui. Mischiando vita, musica, desideri e speranze, i tre affronteranno un’avventura ai limiti della pazzia, che segnerà il cambiamento nella vita di un uomo che ha saputo realizzare il suo sogno.

la vita è facile ad occhi chiusi

I tre compagni di viaggio sulla strada verso l’Almeria

Ispirato all’incredibile storia vera di Juan Carriòn, insegnante di inglese nella Spagna franchista, e vincitore di ben sei premi Goya, l’equivalente degli Oscar nel cinema spagnolo, La vita è facile ad occhi chiusi è il nuovo lavoro del regista David Trueba sul percorso di un uomo che nella potenza della musica ci crede per davvero. Educare attraverso la cultura popolare in un’epoca di scontri e oppressioni diventa la forma più alta di libertà, controbattere attraverso le emozioni di canzoni e testi è pacifica svolta in un percorso arrivato all’inizio di un cambiamento. Convinto della riuscita della sua folle impresa, Antonio sale in macchina ed attraversa un paesaggio aureo, strade che si snodano fino al luogo delle riprese. Nessuna pretesa nelle volontà dell’uomo, solo il bisogno di comunicare a quell’ enorme mito il suo personale ringraziamento per ciò che dona al mondo e, che nel suo piccolo, cerca di esaltare ed imitare. Presi con sé due ragazzi nel pieno dell’adolescenza, Antonio scoprirà le fragilità e le complessità che formano le loro personalità di giovani adulti, preparandoli a questa vita che è gioia e dolore e di cui mai bisogna avere paura.

Leggi QUI l’intervista a Javier Cámara, protagonista di La vita è facile ad occhi chiusi

Partenza frizzante per La vita è facile ad occhi chiusi, insolita pellicola tra ironia e riflessione che si perde nel momento in cui si accende il motore per partire ed immettersi nel pieno del film, dove purtroppo i toni calano e così l’interesse. Se la musica dei Beatles e l’incontro con Lennon sono il filo conduttore dell’intera storia, poco si parla di quell’alta ammirazione che è motivo della partenza di Antonio e poco si coglie l’urgenza del perché del gesto del caro professore, che attira affetto all’inizio, ma conclude col dare leggero fastidio. Con una sceneggiatura che molto lascia delusi (pur avendo vinto il premio Goya 2014) il film riesce a chiudersi con la realizzazione di un bel sogno, ma l’insoddisfazione della non riuscita di un film che avrebbe potuto avere tutte le carte in regola per essere momento di poesia e formazione.

Giudizio Cinematographe

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

2

Voto Finale