Baarìa: dove è stato girato? Ecco le location del film di Giuseppe Tornatore

Dove è stato girato Baarìa? Andiamo alla scoperta delle location e delle relative curiosità legate alla realizzazione del film di Giuseppe Tornatore.

Film del 2009 di Giuseppe Tornatore, Baarìa è il film della vita – come lo ha definito il regista stesso nel libro intitolato appunto Baarìa. Il film della mia vita. La pellicola è ambientata a Bagheria, la città natale dell’autore siciliano.

Baarìa: alla scoperta delle location del film di Giuseppe Tornatore

Ma la Baarìa raccontata in modo così inconfondibilmente poetico nel film è realmente il posto che vediamo rappresentato nelle immagini del film? No, se non in pochi frammenti.

Baarìa è il 9° film di Giuseppe Tornatore – girato dopo La sconosciuta (2006) e prima di La migliore offerta (2013) – e degli 11 film del regista, di cui quattro totalmente e profondamente siciliani, assume il ruolo di film rappresentativo, specchio di una narrazione connotata di sicilianismi, ça va sans dire, dal quale il regista non può prescindere né per una questione poetica, né certamente sotto l’aspetto estetico.

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La creazione del luogo che ingloba la storia del film è stata frutto di una ricostruzione avvenuta in Tunisia, per l’esattezza a 20 kilometri dal centro della città di Tunisi.
Luogo fittizio ma incredibilmente reale e clamorosamente suggestiva, la location del film Baarìa è luogo e anima di un film in cui Tornatore ha raccontato sinceramente la sua terra, svelando un amore che non finisce e un’ossessione che non sfianca.

Nella Bagheria ricostruita in Tunisia il regista fa muovere i personaggi sotto un sole cocente e tra palazzi costruiti con pietre bianche, facendoli camminare sulle strade polverose così come fece Francesco Rosi – riferimento chiaro nell’estetica tornatoriana – in molti suoi film.

Baarìa

La coralità di Baarìa viene fuori, quasi per tutta la durata del film, proprio lungo il corso principale della città – di cui vediamo l’aspetto reale solo nell’ultimo frammento collocato nella contemporaneità; il luogo che, secondo il regista, “percorrendolo avanti ed indietro per anni, può farti imparare ciò che il mondo intero non saprà mai insegnarti”.

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La ricostruzione di Baarìa sul set creato ad hoc in Tunisia ad opera dello scenografo Maurizio Sabatini è stata minuziosa e dettagliata, a cominciare dalla proporzioni utilizzate: del corso originale lungo 425 metri ne sono stati riprodotti 405, la facciata della cattedrale non è stata riprodotta in scala ma a grandezza reale, i negozi e la sede del Partito comunista riprodotti esattamente come li ricordava il regista che li aveva visti realmente quando erano presenti nella Bagheria originale. Un altro posto magnifico e fedelissimamente ricostruito è anche Villa Palagonia, nota anche come “villa dei mostri”.

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Tutto il lavoro di ricostruzione dei luoghi di Baarìa dimostra il suo essere un’opera sulla memoria e sulla ricostruzione tramite essa, non solo grazie agli intrecci del tessuto della trama che si sviluppa con il succedersi di tre generazioni, ma anche a partire dalla sua produzione, con un regista determinato a raccontare un luogo attraverso le intersezioni dei sentimenti con esso.

Baarìa, al di là delle polemiche del 2009 circa il budget (è costato infatti 28 milioni di euro) e la resa tacciata di essere oltremodo hollywoodiana per lo standard del regista, è un film sulla fortuna, sull’amore, sulla memoria e sulla famiglia, che dispiega la propria trama attraverso luoghi, reali o fittizi che siano, in maniera straordinariamente suggestiva.