Angèle e Tony: recensione del film di Alix Delaporte

Dalla Francia un melò che mescola favola e realismo per un’opera prima di grande maturità narrativa e stilistica. A un decennio dalla realizzazione la pellicola di Alix Delaporte è approdata su RaiPlay.    

Una Francia per certi versi cinematograficamente inedita, lontana dalla luci della celebrata ville lumière, nello specifico quella popolata da un’orgogliosa e combattiva comunità ittica (nella cittadina portuale di Port-en-Bessin-Huppain) nella regione della Normandia (fatta eccezione ovviamente per il nutrito filone bellico), da sempre alle prese con le difficoltà di un’economia locale sorretta quasi esclusivamente dai proventi di una pesca messa con le spalle al muro dall’inquinamento e soprattutto dallo spettro del mercato asiatico d’importazione, diventa lo sfondo fuori dal tempo di Angèle e Tony, in cui un incontro cambierà per sempre il destino di due persone. L’incontro è quello tra due esistenze volutamente al margine, caratterizzate dalla solitudine e dall’incapacità di abbandonarsi ai sentimenti come l’amore e l’affetto: Angèle è una giovane donna allo sbando, uscita dal carcere dopo aver scontato una pena perché ritenuta responsabile dell’incidente costato la vita al marito e che al momento non può prendersi cura personalmente del figlio affidato dal giudice ai nonni paterni; Tony è un pescatore abituato al sacrificio, che vive con la madre vedova da quando suo padre è scomparso in mare durante una battuta di pesca. Entrambi sono in cerca di un legame e si trovano grazie ad un annuncio, ma il primo incrocio non sarà dei più felici.

Angèle e Tony: uno script e una regia che fanno della straordinaria consistenza e solidità narrativa e stilistica le “armi” in più

Angèle e Tony - Cinematographe.it

I protagonisti di questa storia sono gli stessi che offrono ad Alix Delaporte il titolo della sua pregevole opera prima: Angèle e Tony. Insignita del prestigioso Prix Michel d’Ornano, vincitrice di due Premi César e presentata con un buon riscontro da parte del pubblico e degli addetti ai lavori alla Settimana Internazionale della Critica della 67ª Mostra del cinema di Venezia, la pellicola diretta dalla regista transalpina ha poi avuto una parentesi nelle sale nostrane grazie alla Sacher Distribuzione. Un piccolo e allo stesso tempo grande successo per un film dalle ridotte disponibilità in termini di budget, capace di sopperire alle mancanze e alle limitazioni con uno script e una regia che fanno della straordinaria consistenza e solidità narrativa e stilistica le “armi” in più. Ed è con quest’ultime che all’epoca la pellicola è riuscita a fare breccia nel cuore e nella mente della platea di turno, anche quella virtuale di RaiPlay, laddove è approdata a distanza di un decennio dalla sua realizzazione. Del resto un film è come il buon vino che invecchiando migliora.

Angèle e Tony: un intenso e delicato melò che mescola sapientemente favola e realismo

Angèle e Tony - Cinematographe.it

Il risultato è un intenso e delicato melò che mescola sapientemente favola e realismo, viaggiando dal primo all’ultimo fotogramma utile su un doppio binario che parallelamente affianca sentimento e sociologia. La Delaporte firma prima di tutto una sceneggiatura di grande spessore e rara partecipazione, caratterizzata da una straordinaria forza dei personaggi e dei sentimenti che sono chiamati ad esprimere mediante un armonioso e a tratti poetico scontro/incontro tra silenzi, parole, gesti e sguardi. Merito di una scrittura tesa, secca, essenziale, ma emotivamente coinvolgente, che consente all’intero cast guidato dai due bravissimi protagonisti (Clotilde Hesme e Gregory Gadebois) di regalare toccanti e splendide interpretazioni, e alla stessa regista di portare sul grande schermo, con una precisione e sicurezza tecnica non comune ad un’esordiente, un film che nel lavorare per sottrazione dialogica affida molto alla potenza delle immagini.

Angèle e Tony è il racconto di due solitudini che si confondono per non essere più tali

Angèle e Tony - Cinematographe.it

Pulito e scorrevole, senza scivoloni nella retorica e nello stucchevole sentimentalismo, il film non si sforza inutilmente di cercare di nascondere le inevitabili incertezze tipiche di un’opera prima, non insegue la perfezione,  al contrario le usa come strumento per rendere la storia e i personaggi che la animano veri e sinceri. Angèle e Tony è un film che racconta di solitudini che si confondono per non esserlo più, ma soprattutto parla di amore a più livelli, da una parte quello tra un uomo e una donna, dall’altra quello tra una madre e il proprio figlio.  

           

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8