Amore e guinzagli: recensione del film Netflix di Hyeon-jin Park

Due neo colleghi si ritrovano per contratto ad esercitare (e subire) potere una sull’altro per ricavarne piacere e appagamento sensoriale. Amore e guinzagli è disponibile su Netflix.

Una sana relazione di coppia dovrebbe, in teoria, presupporre il principio dell’uguaglianza di potere. Eppure, si sa, non è mai così. C’è chi addirittura di quella disuguaglianza ne fa una fonte di piacere, trovando nella disparità di ruoli e nella dominazione a suo sfavore il nucleo dal quale ricavare la propria soddisfazione erotica.
Amore e guinzagli, il nuovo film coreano disponibile sul catalogo di Netflix a partire dall’11 febbraio, fa del predominio sull’altro il presupposto lussurioso di una insolita storia d’amore, confrontandosi con il tema delle pratiche BDSM come mediazione ad un ragionamento sull’accettazione e le diverse forme di romanticismo.

Amore e guinzagli: (sex) toys e pratiche SM

amore e guinzagli cinematographe.it

Tra i neo colleghi Jung Ji-Woo (Seo hyun) e Jung Ji-Hoo (Lee Jun-young) non è solo una consonante del nome a renderli predestinati all’incontro, lo è anche un pacco di troppo, arrivato nelle mani della prima ed evidentemente destinato all’altro. La tensione fra i due scoppia allo scarto degli oggetti contenuti nell’involucro: un collare di pelle nera decorata da borchie appuntite e un coupon per un ulteriore acquisto in un negozio di sex toys.

Impietrito dall’imbarazzo, Jung Ji-Hoo implora di non rivelare nulla, suscitando in Jung Ji-Woo la curiosità sufficiente a documentarsi in rete sulle pratiche di dominazione e sottomissione, lasciandosi andare a fantasie private sul come potrebbe essere. Sarà un contratto a scadenza con tanto di clausole, doveri e relativa firma d’accettazione a rendere lei, su richiesta di lui, la mistress dell’altro, permettendo alcune sessioni di dominio e subordinazione libidinosa nell’anonimato di camere d’alberghi e, soprattutto, nel segreto inconfessabile dell’azienda di giocattoli nella quale entrambi lavorano.

Fantasie erotiche e giochi di ruolo nel film Netflix Amore e guinzagli

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Dalla Corea, patria di titoli controversi e fenomeni di costume quali Non siamo più vivi e la precedente Squid Game, per Netflix si aggiunge un’altra operazione singolare, destinata a qualche sghignazzata ridicolizzante o, piuttosto, a un coraggioso tentativo da parte dello spettatore di non soffermarsi alla parvenza superficiale della perversione. All’apparenza infatti, Amore e Guinzagli è un film che sembra inserirsi nel filone erotico-sentimentale di Cinquanta sfumature, tuttavia la regia e la scrittura di Hyeon-jin Park è attenta a non romanticizzare esageratamente la portata passionale fra i due protagonisti, scegliendo piuttosto l’aspetto della reciproca consapevolezza, di qualcosa che riguarda prettamente la sfera privata, inglobata alla predisposizione psicologica prima dell’uno, e in seconda battuta anche dell’altra.

Pur spingendosi su un contenuto estremamente complesso, e inserendo i due nel paradigma dolore uguale piacere, Amore e Guinzagli contiene l’andatura del sensazionalismo patinato fermandosi sempre un passo prima, evitando nudità esposte e sequenze troppo esplicite. La storia gioca piuttosto con il pensiero, le sensazioni fisiche, il fantasticare nel privato, il potere esercitato e subìto inteso come arma di seduzione. Non a caso, dunque, si insiste sull’eccitazione di Ji-Hoo scaturita dal fascino intimidatorio della controparte femminile; dalla carica erotica trattenuta e deflagrata da atteggiamenti di comando; dall’essere redarguiti per uno sbaglio elementare.

Alla docilità dei cani, presi ad esempio come ubbidienza in cambio di un appagamento sensoriale primario come può esserlo il cibo, la pellicola non intende prestarsi a profonde indagini comportamentali o inconsce, men che meno a un gesto ludico fine a sé stesso. Ma tenta di sollevare le dinamiche tra i sessi e come le tendenze personali siano alla base dei reciprochi scambi a due. Di conseguenza guardando alla società come dito perennemente puntato all’accusa, salvo poi ammettere che, infondo, ognuno sia tentato di soddisfare i propri istinti.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3

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