45 anni: recensione dell’Orso d’Argento a Berlino per i migliori attori

Quanto può pesare il passato nel condizionare il presente e futuro di una coppia di lunga data, che fra alti e bassi si appresta ormai a festeggiare i 45 anni insieme? Un evento apparentemente morto e sepolto sotto una spessa coltre di ghiaccio può essere l’inaspettato pretesto per rimettere in discussione una vita intera, fatta di scelte che, in quanto tali, avrebbero potuto essere diverse?
45 anni, per la regia e sceneggiatura di Andrew Haigh (Weekend), sta per arrivare nelle sale cinematografiche italiane dopo aver incantato pubblico e critica alla 65esima edizione del Festival di Berlino; merito di una messa in scena elegante e coinvolgente ma soprattutto delle prestazioni attoriali dei due protagonisti, Charlotte Rampling e Tom Courtenay che, grazie alla loro toccante immedesimazione nei rispettivi personaggi, si sono aggiudicati l’ambito Orso d’Argento. Un riconoscimento più che meritato, soprattutto dal momento che 45 anni è un film prettamente basato sul non detto e il non dimenticato, in cui a possedere la maggior carica di eloquenza sono i sospiri e gli sguardi smarriti dei protagonisti, alle prese con una sfida del tutto inattesa e sopraggiunta in un momento della vita in cui forse non vale più la pena di rimettere in discussione tutto.

45 anni

Una scena del film

45 anni: quando il passato sconvolge il presente

Kate e Geoff conducono una vita serena e tranquilla nella campagna inglese e sono impegnati nei preperativi per festeggiare i 45 anni di matrimonio. A pochi giorni dall’evento, però, Geoff riceve una lettera nella quale viene informato del ritrovamento del corpo della sua ex fidanzata Katya, rimasta vittima di un incidente su un ghiacciaio 30 anni prima, durante un’escursione. Cosa ancora più sconvolgente, il corpo della ragazza si è conservato intatto grazie all’azione del gelo, un beffardo scherzo del destino che sembra voler obbligare la coppia a catapultarsi in un passato indesiderato in cui Geoff amava un’altra donna, custode di un intimo e sconcertante segreto inesorabilmente destinato a turbare l’equilibrio dei due coniugi.

L’idea alla base di 45 anni proviene da un racconto di David Constantine, In Another Country. Il regista desiderava cogliere lo struggimento di una relazione che comincia a vacillare proprio quando è ormai vicina al traguardo ed i protagonisti vivono la rassicurante certezza di terminare i propri giorni insieme. Ma la crisi non ha età, e per quanto ci si ostini a pensare che i turbamenti emotivi facciano parte della gioventù, in realtà non si smette mai di porsi domande, rovinando spesso il presente per aver voluto sapere troppo del passato.
Già in Weekend Andrew Haigh si era interessato all’esplorazione dell’intimità tra due persone, fatta di infinite complessità; in 45 anni l’accento è posto sui rischi che comporta rivelarsi l’uno all’altra ed essere troppo sinceri. Inoltre, anche se una certa ritrosia nell’aprirsi emotivamente sembra essere tipica del popolo inglese, perfetto background per raccontare una storia di sentimenti repressi e nascosti, il film  nasce per sottolineare la difficoltà che in generale tutti noi incontriamo nell’esprimere ciò che proviamo, sia per la difficoltà a razionalizzarlo, sia per la paura di non essere accettati per quello che siamo o abbiamo scelto di essere.

45 anni

Una scena del film

Ecco allora consumarsi sotto gli occhi dello spettatore un dramma interiore, subdolo ed inaffrontabile, in cui la paura di Kate di perdere ciò che fino a quel momento ha costruito compete e vince contro il desiderio di sentirsi dire la completa verità dall’uomo che ha sposato ed amato per trent’anni. Geoff, dal canto suo, obbligato a seppellire sotto il ghiaccio e gli anni un amore perduto, ha ricostruito se stesso dandosi nuovi obiettivi, cercando di non tormentarsi e rovinarsi la vita con i rimpianti e nascondendo le verità profonde di quel legame finito tragicamente un po’ a se stesso e un po’ alla moglie, vittima, semplicemente, dell’essere venuta “dopo”.

Sullo sfondo di una sceneggiatura minimalista quanto basta a far parlare la recitazione sublime dei protagonisti, sui quali spicca la struggente e cedevole compostezza di Tom Courtenay, 45 anni lascia in sospeso, sulle soavi note dei Platters, la domanda alla quale nessuno vorrebbe mai rispondere: sarà (stato) vero amore o solo “fumo negli occhi”? L’importante, sembra voler rispondere fra le righe il regista, è aver vissuto quel tanto di felicità sufficiente a sentirsi grati per ciò che la vita ci ha donato.

45 anni arriverà al cinema il 5 novembre, distribuito da Teodora Film.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.6

Voto Finale