Richard Dreyfuss e la rivelazione shock: “basta inclusività, ho il diritto di recitare col volto dipinto di nero”

Richard Dreyfuss si schiera duramente contro i nuovi standard applicati dagli Academy Awards.

Dal 2020 la commissione degli Academy Awards ha introdotto nuovi standard di selezione dei film e a partire dal prossimo anno ce ne saranno altri quattro da rispettare. Tutto questo a Richard Dreyfuss “fa vomitare”. Intervenuto nel programma “Firing Line”, l’attore premio Oscar ha condannato la piega del “politically correct” presa dalla giuria. Non la ritiene affatto una buona idea, trattando le persone come bambini. Perché l’arte deve avere un senso più ampio, senza fermarsi alle apparenze.

Favorire le minoranze solo in quanto tali non crede che sia la soluzione migliore: la vita deve essere lasciata libera, senza porre vincoli tanto stringenti da essere soffocanti. I repubblicani portano i loro bambini a scuola nella speranza che escano repubblicani. Idem i democratici. Per Richard Dreyfuss è sbagliato non mettere a conoscenza dell’opinione altrui.

Richard Dreyfuss contesta i nuovi criteri di assegnazione degli Oscar in favore delle minoranze

Richard Dreyfuss si dichiara contro l'inclusività - Cinematographe.it

L’evoluzione sociale deve passare in un altro modo, non attraverso degli obblighi. A tal proposito, il 75enne ha menzionato la brillante prova regalata da Laurence Oliver nei panni di Otello all’inizio degli anni Sessanta, quando si tinse la faccia di nero. Vietare un’operazione del genere andrebbe contro il buon senso, un po’ come se a uno non ebreo fosse impedito di interpretare il Mercante di Venezia. Un qualcosa da pazzi, che sfocia nella condiscendenza, ha tuonato l’interprete di American Graffiti.

Richard Dreyfuss si dichiara contro l'inclusività - Cinematographe.it

Ad avviso di Richard Dreyfuss, non bisogna lasciarsi prendere dal timore di urtare la sensibilità del pubblico. Nessuna fascia della popolazione deve essere blandita in questo modo, perché qui non si tratta di coscienza sociale, bensì – ha proseguito – di vigliaccheria. Arroccarsi il diritto di stabilire per legge cos’è giusto e cos’è sbagliato, nella convinzione di avere la verità in tasca, pensa sia controproducente anche per le stesse categorie che in teoria dovrebbero essere tutelate.

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