L’avete riconosciuta? Ha incantato Adolf Hitler, amato la pioniera del lesbismo e fondato una religione

Tra gli anni Venti e gli anni Quaranta ha incarnato il prototipo ideale di bellezza femminile, ma il suo talento non era secondo a nessuno.

Parlando di lei, Federico Fellini la definì, senza mezzi termini, la fondatrice d’un ordine religioso chiamato cinema. Era una delle attrici preferite di Adolf Hitler e con le sue doti si è ritagliata un posto fra le più influenti di ogni epoca. Si chiamava Greta Lovisa Gustafsson, ma tutto il mondo la conobbe come Greta Garbo: è lei la bambina ritratta nella foto!

Greta Garbo: la storia della Divina

greta garbo

Greta Garbo nacque a Stoccolma, in Svezia, il 18 settembre 1905, sotto il segno della Vergine. Per il suo fascino misterioso la soprannominarono la Divina.

Dopo aver calcato i set nel suo Paese, la celebre casa di produzione Metro-Goldwin-Mayer la reclutò, prendendo una saggia decisione. Rapidamente conquistò la massima fama, divenendo un’icona fra gli anni Venti e gli anni Quaranta, ottenendo un enorme successo sia nell’epoca del muto che del sonoro.

Per via del suo carisma, del suo talento e della sua presenza scenica, il pubblico apprezzò Greta Garbo in molteplici pellicole, tra cui in Grand Hotel (1932), La regina Cristina (1933) e Anna Karenina (1935). Fece perdere la testa a intere generazioni e iscrisse il proprio nome nel gotha dello star system.

In totale maturò quattro nomination ai premi Oscar e ne ottenne uno alla carriera nel 1955, trascorsi dieci anni dal ritiro. Il mito crebbe in contrapposizione di un’altra diva di primaria grandezza, Marlene Dietrich, volto di punta di una società concorrente, pretesto sfruttato dalla stampa di allora per costruire una presunta rivalità fra le due.

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Secondo quanto riferiscono varie biografie, in ambito sentimentale Greta Garbo ebbe un’intensa relazione con Mercedes de Acosta, poetessa di origine spagnola, ritenuta una delle “pioniere” del lesbismo negli ambienti hollywoodiani. Riservata fino all’estremo Garbo non perdonò mai alla de Acosta il fatto di aver reso di dominio pubblico delle informazioni sulla storia e perciò troncò qualsiasi rapporto.

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