Sofia Vergara parla del suo “passato criminale” e delle affinità con Griselda: “mi sono sentita potente”

Durante l'incontro col regista e col cast di Griselda abbiamo avuto modo di capire meglio i personaggi e la storia della serie TV, su Netflix dal 18 gennaio 2024.

Si è svolta l’11 gennaio, a Londra, la conferenza stampa europea per presentare Griselda, l’attesa serie tv targata Netflix che vede protagonista una straordinaria Sofia Vergara nel ruolo della “regina della cocaina” colombiana Griselda Blanco. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato insieme all’attrice di Modern Family, anche il creatore e produttore esecutivo dello show, Eric Newman, e il regista di tutti gli episodi Andrés Baiz. La serie crime più attesa dell’anno sbarca su Netflix il 25 gennaio 2024. Griselda è una drammatizzazione ispirata alla vita della scaltra e ambiziosa Blanco, che è stata capace di creare uno dei cartelli della droga più potenti della storia: nella Miami degli anni ’70 e ’80 è riuscita a tenere in pugno business e famiglia, con un mix letale di insospettabile fascino e ferocia.

Griselda – Nella serie una criminalità vicina alla vita personale dell’attrice Sofia Vergara

Nello show Vergara interpreta un personaggio controverso, una donna indipendente che, pur partendo all’inizio da buone intenzioni, cede al male e al suo fascino. Proprio l’attrice protagonista ha scelto di voler interpretare Griselda, scrivendo direttamente al produttore esecutivo di Narcos, chiedendogli di fare uno show dedicato a questa donna che crolla a causa delle sue ambizioni e del desiderio di farcela tanto quanto gli uomini. “Cosa ho in comune con Griselda Blanco? Amo i soldi quanto lei, ucciderei per mio figlio come lei e ucciderei anche il mio ex marito come ha fatto lei…“. Così rompe il ghiaccio (scherzando) Sofia Vergara, che con grande sincerità svela ai giornalisti che il tipo di criminalità rappresentata nella serie è vicina alla sua vita personale (suo fratello, infatti, era nel mondo del narcotraffico nella Colombia degli anni ’70).

Sofia Vergara sul personaggio di Griselda: “voleva sentirsi indipendente quanto lo erano gli uomini. E anche questo – se pur un eccesso – è una forma di empowerment femminile”.

Vergara racconta come si è preparata al ruolo con la schiettezza che la distingue: “ho studiato il personaggio per 10 anni, fin da quando Griselda era ancora viva” . […] Ho approfondito tutto su di lei e mi sono accorta che avevamo tanto in comune. Griselda è un personaggio complesso, un personaggio che ho adorato fin da subito per il fatto che non riuscivo a capirla fino in fondo, ma anche perché aveva quella sete di indipendenza economica che ho sempre sentito di avere anche io. Sono sempre stata una persona che voleva i propri soldi, i propri lavori, ho sempre pensato di non avere bisogno di un uomo“. […]. “Credo sia iniziato tutto con buone intenzioni e che Griselda sia diventata così brava nel lavoro di narcotrafficante che poi ha iniziato a volere sempre di più”. Poi conclude: “anche io prima di Modern Family non avevo mai recitato e quando mi sono accorta che ero brava in quello che facevo e stavo avendo successo ho avuto la stessa sensazione. Mi sono sentita potente e lei lo stesso, voleva sentirsi forte, indipendente e perfino tanto cattiva quanto lo erano gli uomini. E anche questo – se pur un eccesso – è una forma di empowerment”. 

Il regista Andrés Baiz: “ho amato il personaggio di Blanco perché usa la sua intelligenza per sfidare la forza bruta degli uomini e ho amato il gruppo di emarginati che diventa il suo personale esercito

Nei primi episodi di Griselda ci si innamora del personaggio di Blanco interpretato da Vergara, poi probabilmente il pubblico arriverà ad odiarlo per le sue azioni disoneste, come conferma Eric Newman che prende la parola subito dopo l’attrice colombiana: “è una donna forte e indipendente in un periodo storico in cui erano gli uomini e prendersi il merito di tutto. Griselda ha avuto il coraggio di essere una donna leader nel mondo del narcotraffico che era prettamente maschile all’epoca. Lei, però, era unica e ci è riuscita perché spinta dalla voglia di provvedere per i suoi figli e di farlo senza un uomo; la voglia di affermarsi in un Paese dove era una outsider perché immigrata“. Anche il regista Andrés Baiz interviene per esprimere la sua preziosa visione: “ho amato questo personaggio perché è complesso e stratificato, perché usa la sua intelligenza per sfidare e vincere la forza bruta degli uomini. E ho amato il gruppo di emarginati che diventa il suo personale esercito. Inoltre, da regista colombiano, credo sia stato fondamentale per me avere una squadra in grado di ricreare esattamente l’atmosfera che cercavo: i costumi, il trucco, la scenografia. Ma anche il cast, interamente latinoamericano. Siamo stati in grado di raccontare questa storia dal nostro punto di vista, che è la cosa che conta di più”.

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