Wim Wenders sul film Papa Francesco – Un uomo di parola: “un papa rivoluzionario”

Il nostro incontro con Wim Wenders in occasione della presentazione del film Papa Francesco - Un uomo di parola in uscita il 4 ottobre 2018 con Universal Pictures.

Nel 2013 Wim Wenders ha ricevuto una lettera dalla segreteria vaticana che gli chiedeva di girare un film su papa Francesco. Stiamo parlando dell’anno in cui la fumata bianca ha eletto Bergoglio che si è presentato con il nome del santo del Cantico dei Cantici.
Questo non è un caso, San Francesco è stato un amante della natura, nonché capace di dialogare con altre religioni. Wenders coglie la volontà di Bergoglio di rivoluzionare la Chiesa a partire proprio dal suo nome, mai scelto prima.

Alla conferenza stampa Wenders racconta come tutto è iniziato, dalla lettera di Don Dario Viganò agli anni in giro per il mondo con il papa.

Win Wenders a Roma

“Ho capito che l’idea del film su papa Francesco era abbastanza vaga, c’era solo un concept. Io ho detto sì, ma doveva essere una produzione indipendente, non vaticana. Altrimenti non sarebbe credibile”.

Spiega così il regista di come abbia accettato il progetto a patto di poter lavorare liberamente per fare il suo film senza imposizione. Il Vaticano si è mostrato fin da subito favorevole a questo, non ha mai interferito e ha messo a disposizione gli spazi e i materiali di archivio.

Papa Francesco – Un uomo di parola… poi però sono arrivati i film e il rock and roll

Così senza fretta né pressioni Wenders ha avuto modo di concepire il documentario su papa Francesco e lo ha iniziato a seguire. Dopo tre anni e dieci ore di girato Papa Francesco un uomo di parola sta uscendo nelle sale cinematografiche di tutto il mondo.

“Sono cresciuto cattolico, all’età di sedici anni ho immaginato davvero di diventare prete e quando sei un ragazzo giovane sono pochi i ruoli che immagini. Poi però sono arrivati i film e il rock and roll e nel ’68 ho abbandonato la Chiesa. Sono tornato negli anni Ottanta ma protestante”.

Così Wenders racconta la sua storia con la Chiesa, il suo passato cattolico e il suo presente protestante. Dice di aver messo subito in chiaro il suo credo prima di girare, affinché non fosse un problema. Nulla di cui preoccuparsi per il Vaticano e Wenders è stato felice di poter conoscere l’uomo che si era chiamato Francesco

“Per me è stato un immenso punto esclamativo” – dice – “chiamarsi Francesco significa che era pronto a stabilire un nuovo rapporto con la natura e le altre religioni.”

Il regista sapeva chi era il nuovo papa, aveva seguito la sua vicenda ed era stato colpito, come gran parte del mondo, dai suoi atteggiamenti. Ma questo stupore è stato più forte di persona perché “se guardi qualcuno di persona capisci chi hai davanti”.

Wim Wenders su Papa Francesco: lui è il papa che serve nel XI secolo

Wenders racconta che ha visto papa Francesco cinque minuti prima di girare ed era molto agitato. Quando è arrivato Bergoglio gli ha confessato di sapere chi fosse, ma di non aver mai visto niente di suo, mettendogli una mano sulla spalla. Questo incredibilmente lo ha tranquillizzato. La tensione è svanita e hanno potuto lavorare guardandosi dritti negli occhi. Si sono conosciuti profondamente grazie a quegli intensi sguardi che vengono riportati in Un uomo di parola.

Questo film gli ha permesso di conoscerlo meglio di molti altri e ci confessa:

“Adesso so quanta resistenza affronta papa Francesco. Lui richiede zero tolleranza per la pedofilia e questo significa andare in cerca di guai. Affronta veramente questo problema che ha ereditato. Credo che le persone che lo combattono in questo momento sono i conservatori perché lui si spinge troppo oltre. Lui è il papa che serve nel XI secolo”.

Un uomo di parola non è solo un film per i cattolici

“Ho chiesto se volevano un film per un pubblico cattolico e mi hanno detto di no. Ho capito che papa Francesco ha una capacità incredibile di connessione per arrivare agli altri. Viganò mi ha cercato perché questo emerge meglio in un film piuttosto che alla tv. Ma come potesse connettersi con la gente dipendeva da me”.

Wenders ha trovato davanti a sé un uomo eccezionale e tutto ciò che doveva fare era dargli la possibilità di mostrare il proprio carattere. La coerenza tra le sue parole e le azioni.

Menziona una parte del dialogo in cui papa Francesco dice che quando confessava chiedeva ai genitori se giocavano con i loro bambini. Individua in questo una riflessione sulla nostra società, dove non si passa più tempo con i propri figli.

La tenerezza non è una debolezza ma una grande forza. Ho pensato: devo mostrare il coraggio di quest’uomo che si è chiamato Francesco.”

Papa Francesco: un rivoluzionario per la Chiesa cattolica

Quando hanno detto a Wenders che il papa non parla di Dio lui ha risposto che se non accade quando parla di politica e dei poveri, quando dovrebbe farlo?

“Io non ho mai incontrato un uomo con meno paura e questa è la presenza di un’incredibile spiritualità. Siamo in un periodo molto decisivo per l’umanità. Può andare tutto storto come molti film ci hanno fatto vedere. Serve l’ottimismo e guardandolo negli occhi ho capito che lui ne è pieno. Far arrivare lo spirito di questo uomo alla gente è stato lo scopo del film”.