Una Vita Spericolata: regista e cast si raccontano tra aneddoti dal set e… l’arresto di Domenico Diele

Incontro stampa con Lorenzo Richelmy, Matilda De Angelis, Eugenio Franceschini e Marco Ponti, protagonisti e regista di Una vita spericolata

Si è svolta mercoledì 20 giugno presso la Casa del Cinema di Roma la presentazione di Una vita spericolata, il nuovo film del regista Marco Ponti interpretato da Lorenzo Richelmy, Matilda De Angelis ed Eugenio Franceschini.

Il film racconta le vicende di Rossi un ragazzo sommerso dai debiti e con un’officina meccanica che non decolla. Condivide i suoi fallimenti con il migliore amico BB, ex campione di rally che gestisce un bar. Disperato, Rossi  decide di recarsi in banca per chiedere un prestito ma inutilmente. Preso dal panico e infastidito dalle urla di una ragazza, perde la testa e senza neanche accorgersene si ritrova a mettere in atto una rapina. Con un borsone pieno di soldi Rossi comincerà una rocambolesca fuga con l’aiuto di BB e tenendo in ostaggio la ragazza che si scopre essere Soledad Agramante, una famosa attrice di fiction di serie b. Ma il bottino, in realtà, non appartiene alla banca ma a una banda di spietati criminali disposti a tutti per riaverlo.

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Una vita spericolata - Cinematographe.it

Presenti alla roundtable per la stampa il regista e i tre protagonisti del film (Richelmy in collegamento via Skype da Praga dove sta girando un film) che hanno raccontato i personaggi di questo road movie tra il Piemonte e la Puglia:

“Per quanto riguarda il mio personaggio, Rossi, e quello interpretato da Eugenio, BB” – ha spiegato Richelmy – “sono due ragazzi cresciuti in un piccolo paese, sono due squali nell’acquario,  svegli ma un po’ ammorbati dalla realtà di un paesino. Fanno parte di quei tanti ragazzi della nostra generazione che non sanno cosa fare: parte tutto da qui, nel corso della storia cambiano, grazie anche a Soledad, e alla fine si avvicinano più di quanto pensavano.”

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“La coppia di fatto, gli innamorati veri sono BB e Rossi” – ha continuato Matilda De Angelis – “sono quegli amici inseparabili sin dalla nascita, che hanno vissuto tutta la loro vita insieme, i dolori, le passioni, le crisi. Soledad è un po’ la pecora nera del gruppo: la mente malata del piano, quella che li manipola, quella che recita anche nella vita di tutti i giorni. C’è prima contrasto nei loro confronti e poi avvicinamento: loro insegnano a Soledad una scala di valori non più basata sul successo, l’immagine e l’apparenza ma sull’amicizia e sull’amore.”

“Io sono arrivato nel bel mezzo del film” – ha spiegato Franceschini – “mi sono subito attaccato a delle cose molto pratiche per riuscire a creare il personaggio perché se no sarei andato in confusione totale. Sono state il modo in cui BB usa le sigarette, come faceva Jigen, anche se sono spente lui ce l’ha sempre in bocca, i sandali che mi sono stati dati da Marco Ponti e guidare in modo spericolato. Avere questi tre ‘aiuti’ mi ha aiutato molto a preparare il personaggio.”

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Una vita spericolata è una commedia sociale che mescola diversi generi, dal western al grottesco

“C’è molto di grottesco in questo film e questo ti permette di prendere un argomento difficile e rappresentarlo in maniera semplice ma efficace” – ha spiegato Richelmy – “proprio perché esagera le componenti forti. Una vita spericolata può essere un film crudo in alcuni momenti.”

“Una vita spericolata è un film che o non lo capisci o salti sul treno, ti fai tutto il viaggio e lo fai con coinvolgimento” – ha concluso la De Angelis.

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Inevitabile la domanda a Marco Ponti sull’arresto dell’attore Domenico Diele proprio durante le riprese del film, per omicidio stradale, sostituito in corsa da Eugenio Franceschini, e condannato giorni fa a 7 anni e 8 mesi di reclusione: “Non commento la sentenza” – ha risposto il regista – “dico solo che provo un dolore immenso per ciò che è successo. Umanamente quella vicenda non può che suscitare compassione, in un Paese in cui questo sentimento sta venendo meno. Avevamo girato solo per tre giorni e abbiamo deciso di andare avanti per senso di responsabilità, nel rispetto di tutte le persone che erano state coinvolte nella realizzazione del film.”