The Princess: il cast parla del film, tra incidenti, stunt e “strane” preoccupazioni

Le-Van Kiet, Joey King e Veronica Ngo parlano di The Princess, la storia di una principessa con una forte passione per le arti marziali.

Arriva il 1 luglio 2022 su Disney+ all’interno di Star The Princess, il film diretto da Le-Van Kiet e con Joey King, Veronica Ngo, Olga Kurylenko e Dominic Cooper che cerca di sbarazzarsi delle convenzioni del genere fantasy/fiabesco/principessa in difficoltà per inventarsi un nuovo tipo di action al servizio della situazione. Più dinamico, più moderno, più femminile, il film è costruito dai suoi realizzatori per sovvertire le aspettative del pubblico.

All’inizio è tutto come uno se lo aspetta. Un castello, una principessa, una bella addormentata, un regno in pericolo, un principe (non troppo azzurro), amici, nemici. Da qui le cose prendono una piega diversa, perché la protagonista di The Princess ha un paio di assi nella manica che le permettono di affrontare situazioni disperate come nessuna principessa ha mai fatto prima. Per Joey King, lavorare al film ha significato stabilire rapporti umani molto profondi, come quelli con il regista Le-Van Kiet e la co-protagonista Veronica Ngo. Si è anche messa in gioco prepotentemente. Chiedetele come è stata quest’esperienza e lei vi risponderà sempre allo stesso modo. “Estenuante”.

The Princess: come ci si avvicina a un film che sovverte gli schemi?

The Princess cinematographe.it
(L-R): Veronica Ngo and Joey King in 20th Century Studios’ THE PRINCESS, exclusively on Hulu. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Le-Van Kiet è un regista di origine vietnamita che nel 2019 sbanca i botteghini del suo paese con Furie, film d’arti marziali candidato all’Oscar per il Miglior Film Internazionale. Non è lui a scegliere Joey King come protagonista, ma la cosa non lo rammarica neanche un po’, anzi. “Joey è salita a bordo prima di me e non potevo esserne più felice. Mi ha impressionato, sia sul piano drammatico che su quello fisico. Ha reso le cose più facili del previsto”.

Se per l’attrice americana questa era la prima volta con il regista, altrettanto non si può dire di Veronica Ngo, che in The Princess fa da mentore alla protagonista. “Mi diverte sempre lasciare il Vietnam per questo tipo di produzioni. Conoscevo già Kiet per via dei tre film fatti assieme, ma erano storie diverse, più cupe, violente, folli. Così quando mi ha detto che voleva raccontare la storia di una principessa non ero sicura di aver capito bene! Ma è un film fantastico, mi piace com’è Joey nel film, non avete mai visto la storia di una principessa raccontata così”.

Le-Van Kiet ha lasciato mano libera (nei limiti del previsto) alla protagonista. “Le scene d’azione sono tutte sue. Non era previsto inzialmente, non doveva fare proprio tutto, ma Joey ha insistito tanto che ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto, perché no”. Joey King era consapevole della portata della sfida. “Sono stata una brava studentessa di arti marziali e questo lo devo anche all’incredibile sistema di supporto che ho avuto, alle persone che mi hanno aiutata. Ero nervosa perché era la mia prima volta in un film così”. La preparazione è fondamentale. “Non si tratta semplicemente di metterti in forma. Imparare la coreografia e i movimenti significa accettarli, rispettarli, capire come ricevere i colpi e come darli al momento giusto, senza affrettare le cose solo perché hai paura. Ovviamente corro il rischio di essere ferita e devo imparare a non esserne spaventata”.

Veronica Ngo e Joey King parlano della scena più complicata di The Princess

La scena più impegnativa da portare a termine è stata quella “ambientata nei boschi, un flashback mio e di Veronica. Credo che abbiamo girato per 12 ore di fila. Le macchine da presa erano già al loro posto, noi combattevamo e loro ci giravano intorno. Se ricordo bene, certe volte non veniva dato neanche lo stop. Cioè, finivamo una scena e cominciavamo a combattere per la successiva. E questo succedeva mentre io portavo pantaloni di pelle!”. Veronica Ngo ha una certa esperienza con il cinema action e sa valutare i rischi della situazione. “Anche per me la scena più complicata è stata quella descritta da Joey. Mi viene sempre più facile combattere con gli stunt perché sono persone super addestrate e sanno incassare bene. Girare con un’attrice è più stressante, più in generale girare sequenze d’azione è sempre stressante. Ma Joey è stata così brava, si è impegnata moltissimo. La scena è bella, reale. Con due attrici che se le danno di santa ragione”. Joey King, che con l’action ci ha preso gusto e ripeterebbe l’esperienza con piacere, apprezza la professionalità della collega. “Proprio quel giorno, involontariamente, l’ho colpita a un dito. Sanguinava, non era una bella scena. Ma è stata così professionale”. Prosegue Le-Van Kiet “Mi sono avvicinato a Veronica e mi sono accorto che era una brutta ferita. Non aveva un bell’aspetto. Ma lei non si è scomposta, mi ha fatto segno di non preoccuparmi che sono cose che capitano. Lo stesso ho fatto io con Joey. La scena era elaborata, ma non poteva essere altrimenti”.

The Princess: azione e sentimento, un mix complicato ma possibile

The Princess cinematographe.it
(L-R): Joey King and Veronica Ngo in 20th Century Studios’ THE PRINCESS, exclusively on Hulu. Photo by Simon Varsano. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Il matrimonio tra le arti marziali e la storia di una principessa non è una cosa semplice. La ricetta di Le-Van Kiet è flessibile. “Prima di tutto sapevo già che ci sarebbe stata Joey, quindi ho cercato di rendere l’azione compatibile col suo umorismo e la sua personalità. Poi mi sono appoggiato molto ai miei collaboratori, a Veronica. Ho cercato di mixare l’elemento arti marziali e la cornice medievale. L’importante era che Joey infondesse senso drammatico alle cose e ci è riuscita. Combatte, ma è riluttante, incontra tutta una serie di ostacoli lungo il cammino”. Per Joey King la forza del film è nei sentimenti. “Nonostante l’azione, il rapporto tra il mio personaggio e quello di Veronica è solido, profondo. Non tutti i film action ci riescono”. Ha scelto di girarlo “perché mi ha spaventata a morte. Ci sono stati alcuni aggiustamenti con la sceneggiatura. Che alla fine era di, non so, 95 pagine, di cui 92 solo di combattimenti. Non sapevo se sarei stata in grado di farcela. Mi è piaciuta molto l’idea di ambientare il film in un contesto medievale che non risultasse noioso”.

Le-Van Kiet gira The Princess ispirandosi “a tutte quelle storie basate sui personaggi ma anche molto rapide e intense. Mi è capitato di pensare a Die Hard e al suo sottile umorismo, a The Raid, per l’azione elaboratissima e la sensazione di realtà fisica di ogni colpo, l’istinto di sopravvivenza legato a una mattanza simile. Tra le mie scene preferite c’è quella in cucina” prosegue “con Olga Kurylenko. Ha un tono leggermente diverso, drammatico ma con elementi divertenti, perché siamo già dentro il film, c’è stata parecchia azione e il pubblico comincia a stancarsi se vede le solite cose ancora e ancora. Bisognava variare un pochino. E la scena della scala, con Joey. Il momento clou per quanto riguarda i combattimenti”. Se la ricorda anche Joey King che aggiunge “La scala. Ne avevamo due. Una era il set vero e proprio, l’altra mi serviva per prepararmi. Ogni giorno in cui mi allenavo, indipendentemente dal tipo di esercizio, dovevo passare un po’ di tempo sulla scala”.

Il cibo: la preoccupazione di Veronica Ngo

Per Joey King è importante che le persone che fingono di ucciderti sul set siano anche tuoi amici. Contano anche posti in cui uno vive. The Princess è girato in Bulgaria. “Non avremmo potuto girarlo altrove” spiega Le-Van Kiet “gentili, preparati, di grandissima serietà”. Veronica Ngo quando lavora all’estero ha una priorità. “Il cibo. Dovunque vada, è la mia prima preoccupazione. Cercare posti carini dove mangiare. E andare ogni giorno ad allenarmi e incontrare gli stunt”. Per Joey King il tempo passato in Bulgaria si ricollega a “quei tre ristoranti preferiti, io adoro mangiare, da frequentare a rotazione per tre mesi. Poi le persone, lo staff bulgaro, il mio insegnante, Rasa, che è quasi diventato una figura paterna per me. La sensazione di essere una grande famiglia, c’era gente che veniva dal Vietnam, dalla Germania, dalla Francia, dall’Italia, dall’America. Tornando al film” prosegue “amo che il personaggio, senza nome tra l’altro, abbia dei dubbi. Certo, è una gran combattente, conosce le sue possibilità, ma ha momenti di incertezza. Ciò non le impedisce di partire da perdente e arrivare in cima al mondo”. Chiude, d’accordo, il regista “credo che la gente riconoscerà questo tema generale. Se hai fiducia nelle tue possibilità, se scometti su te stesso, alla fine dei giochi otterrai quello che vuoi”.