The Green Border: perché tutti i giovani dovrebbero vederlo? Rispondono gli adolescenti di Venezia 80

Perché The Green Border (Il confine Verde) di Agnieszka Holland è un film da vedere anche agli adolescenti? Rispondono i giovani giurati del Premio collaterale CinemaSarà Venezia 80.

Presentato alla 80ma Mostra del Cinema di Venezia, The Green Border (Il confine verde) ritrae con sincera veracità la condizione di chi è costretto a fuggire dal proprio Paese. Porte chiuse, fame e mancanza di umanità si alterano alle mani tese e alle carezze, in un film che è accusa spietata alla politica europea e invito gentile a riflettere su chi siamo e dove stiamo andando.
Agnieszka Holland confeziona un’opera cinematografica il cui argomento va maneggiato con estrema cautela e che per tale ragione potrebbe, qualora ci si fermasse meramente alla copertina, distogliere l’attenzione di chi non ha più voglia di cadere in certe astruse discussioni, eppure i capitoli che compongono The Green Border vanno giù come un bicchiere di vino buono: una volta assaporato il primo sorso, si fa fatica a smettere di bere.

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La critica di settore, abituata a visionare opere di tal genere e agevolata altresì (talvolta) dall’età anagrafica, ha trovato semplice lodare il lavoro della regista polacca. La domanda sorge spontanea: il film avrà lo stesso impatto anche una volta in sala? E farà presa sulle generazioni più giovani? La risposta positiva arriva innanzitutto dal Premio collaterale CinemaSarà Venezia 80 di Cineteca Milano, ideato da Silvia Pareti con l’intento di coinvolgere il pubblico giovane per ripensare insieme la modalità di fare e fruire il cinema.

Chi meglio di questi giovani giurati (cinque in tutto) può infatti svelarci perché The Green Border è un film da vedere? A tal proposito li abbiamo intervistati e gli abbiamo chiesto perché ne consiglierebbero la visione ai loro coetanei.

The Green Border non ci esclude

the green border cinematographe.it

A rompere il ghiaccio è Angelo Pigagiurato Premio Collaterale CinemaSarà di Cineteca Milano a Venezia80, che spiega: “The Green Border parla di noi, nonostante tratti di altri. Questa è la caratteristica principale che mi spinge a consigliare il film ai miei coetanei, così come a tutti. L’apparente distanza che potremmo immaginare di provare non si percepisce affatto; anzi, il film ci immerge nei panni dei personaggi che racconta e, attraverso molteplici punti di vista, narra una storia emozionante ed avvincente. The Green Border non ci esclude.

“Ne consigliamo la visione perché tratta di tematiche attuali rappresentate in particolare da scene molto realistiche e da punti di vista di soggetti differenti.” – spiega la giovane giurata Valentina Camino“Aiuterebbe i miei coetanei ad aprire gli occhi su argomenti che molto spesso vengono trascurati”.

The Green Border sa essere chiaro e diretto

Gli argomenti trattati da The Green Border, come dicevamo in apertura, sono abbastanza delicati ed è difficile discernere la verità semplicemente seguendo i notiziari. Abbiamo quindi domandato ai giurati quanto la visione del film abbia cambiato la loro visione sulla tematica trattata.
Angelo Piga ha ammesso di aver acquisito, grazie al film, una visione più concreta sulla questione dell’immigrazione. “Con voce autentica, ci fa capire quanto sia urgente aumentare la consapevolezza su questi temi fondamentali”.

Dello stesso parere è Valentina Camino, che risponde: “Assolutamente sì, ha cambiato totalmente la nostra visione sulla tematica trattata, la nostra conoscenza sull’argomento era minima, proprio per questo motivo abbiamo deciso di premiarlo. Il messaggio che vuole trasmettere il film è chiaro e diretto”.

Un film che ci insegna a ragionare

Infine aggiunge Federico Molinari: “The Green Border ha dato alla tematica trattata la forza per essere sentita anche da chi non vuole credere ad una verità che, purtroppo, ci è così vicina. La mia consapevolezza del mondo che mi circonda è maggiore, la crudeltà e le ingiustizie mostrate con il tramite della pellicola sono solo un piccolo specchio dell’immensa realtà che gli Stati vogliono nascondere per non essere macchiati da crimini contro l’umanità. Il velo che li offusca dietro al modello di “stato perfetto” nasconde una realtà ben più grande e ben più maledettamente intinta di morali banali e superficiali. Il film è solo un punto di partenza per capire, per imparare a pensare e ragionare senza essere influenzati da chi vuole mostrare il mondo come non è.” 

The Green Border fa ciò che dovrebbe fare il cinema: offrire punti di vista

Abbiamo infine chiesto loro in che modo il cinema può aiutarci a essere cittadini più consapevoli. Angelo Piga, rispondendo, parte sempre dal film della Holland: “Ciò che The Green Border fa in modo eccellente è fornire molteplici punti di vista e narrare sfaccettature e sfumature per ognuno di essi. Questo è ciò che il cinema dovrebbe fare: offrire punti di vista e voci da ascoltare. Attraverso film come The Green Border possiamo informarci su questioni importanti che altrimenti potremmo non conoscere mai. Il cinema può educarci, sensibilizzarci e soprattutto ispirarci a fare la differenza”.

“Il cinema sa trasmettere ciò che molto spesso noi da soli non riusciamo a vedere, penso che questo aiuti molto ad essere più consapevoli, The Green Border ne è l’esempio”, asserisce Valentina Camino.

Interessante infine anche la riflesione di Federico Molinari: “Vedere un film horror ti fa provare maggiori sensazioni che leggere, della stessa storia, il libro; Il visivo tende a colpire di più, arriva fino in fondo. Portare un contenuto attraverso un film, se fatto con cura e senza influenze, che mirano a cambiare la realtà dei fatti, può essere utilizzato come fonte primaria di apprendimento, giocando tra cuore e testa, lo spettatore assorbirà ogni tipo di informazione senza neanche volerlo. Cittadino si diventa, non si nasce, è necessario che uno segua un percorso personale di crescita, di consapevolezza del mondo che lo circonda. Il cinema è, a partire da decenni fa e ora più che mai, uno di quei tasselli fondamentali per ogni individuo”.