Sola al mio matrimonio: intervista alla regista Marta Bergman [VIDEO]

Marta Bergman, regista di Sola al mio matrimonio, ci parla del suo esordio nel lungometraggio di finzione, dopo una carriera nel documentario.

La regista e sceneggiatrice Marta Bergman approda al suo primo film di finzione con Sola al mio matrimonio, storia di una giovane donna della comunità rom che lascia la sua casa e la sua bambina per il prospettarsi di una vita migliore, che nelle idee della donna rappresenta riuscire a trovare un brav’uomo con cui condividere la propria vita. I protagonisti della storia sono Alina Serban e Tom Vermeir, coppia che sullo schermo mostra l’incontro/scontro tra due realtà, due stili di vita, modi e usanze differenti che il personaggio di Pamela, la protagonista, cercherà di comprendere, rimanendo comunque legata molto alle proprie tradizioni, ai propri modi di fare e, soprattutto, all’attaccamento a quella figlia che ha dovuto lasciare.

La Bergman, che arriva al suo primo lungometraggio di finzione dopo una carriera trascorsa nell’ambito del documentario, riporta proprio i metodi appresi durante questi anni all’interno di Sola al mio matrimonio, inquadrando molto da vicino i suoi soggetti, come ad entrare e indagare il loro mondo, le loro verità, proprio come in un’opera di realtà in cui, quest’ultima, finisce per rivelarsi. Un aspetto che la regista sente far parte imprescindibile della sua maniera di approcciarsi alle storie, come risulta anche dalla sua pellicola.

Sola al mio matrimonio – Intervista video alla regista Marta Bergman

Sulla sua capacità di integrare realtà e finzione, sul bagaglio che porterà sempre dietro anche in opere future – come nel suo prossimo progetto di cui, però, non vuole dirci nulla -, la regista Marta Bergman ci parla del suo Sola al mio matrimonio nella nostra video intervista, esplorando più a fondo la sua protagonista, la sua concezione della comunità, della famiglia e dell’amore e, sopratutto, il suo rapporto con la femminilità in tutti questi universi.