Sergio Guataquira Sarmiento al Sole Luna Doc 2023: “non puoi mai trovare completamente te stesso”

Intervista al giovane regista di origine colombiane che ha presentato al Sole Luna Doc Film Festival la sua opera prima Adieu Sauvage.

In concorso alla diciottesima edizione del Sole Luna Doc Film Festival di Palermo il documentario del 36enne regista di origini colombiane Sergio Guataquira Sarmiento, ospite della rassegna siciliana che da anni si rivela un ponte fra culture. Abbiamo intervistato il regista che nel suo documentario, l’opera prima Adieu Sauvage presentata in anteprima nazionale, ha indagato su un fenomeno inquietante che coinvolge in Colombia, a Mitù, al confine con il Brasile, la comunità di indigeni nella giungla, i Cacua: come un’epidemia molti giovani e non solo scelgono la morte impiccandosi. Spinto da grande curiosità Sarmiento ha deciso di raggiungere la sua terra di origine per fare luce su questi eventi e per fare i conti con le sue radici. A condurlo in questo viaggio nella giungla Laureano, un indiano Cacua della comunità Wacara.

Sergio Guataquira Sarmiento parla del suo incredibile viaggio per la realizzazione di Adieu Sauvage al Sole Luna Doc 2023

Sergio Guataquira Sarmiento, cinematographe.it
Sergio Guataquira Sarmiento

Com’è stato questo ritorno alle origini, in una comunità che vive fuori dal tempo in un certo senso?
È una domanda davvero complicata alla quale rispondere perché mentre indagavo sui Cacua indagavo anche su me stesso. Per quattro mesi ho scoperto questa comunità che viveva completamente isolata con solo alcuni ponti con l’Occidente. Ed è stato due volte difficile perché mentre giravo il film dovevo trovare nuovi codici per socializzare con loro”.

Hai trovato anche te stesso in questo viaggio?
Penso che non puoi mai trovare completamente te stesso. Penso che inizi a conoscere alcune parti di te. Questo viaggio mi ha dato la possibilità di rispondere ad alcune domande o a una parte di queste domande”.

Quali domande?
La grande domanda è: chi sono io? Ma non in senso filosofico, ma in senso pratico, sono un indiano o sono un ragazzo occidentale? O sono un mix? (Il regista infatti ha anche origini indiane ed è arrivato in Belgio a 19 anni). Qual è la risposta? Ora continuo a non essere sicuro di chi sono, ma sono sicuro di quello che non sono e questo mi permette di andare avanti nella mia ricerca”.

Sergio Guataquira Sarmiento, cinematographe.it
Sergio Guataquira Sarmiento, ospite del Sole Luna Doc Film Festival di Palermo

I Cacua si suicidano per amore ma nel loro linguaggio non ci sono parole per descrivere sentimenti, come è possibile secondo te questa contraddizione?
Penso che questa contraddizione è possibile perché la comunità è un collettivo, il vocabolario dei sentimenti è nato in Europa, con il Rinascimento e altri movimenti filosofici e artistici che hanno permesso all’umanità di capire cosa stavano pensando e provando. Ma nella giungla non si pensa individualmente, ma come una sola entità. Quindi essere una sola entità non ti permette di trovare parole per descrivere le singole cose, i singoli sentimenti. Un vocabolo è utile per tutta la comunità e spiega qualcosa di visibile a tutti. Quindi, per esempio, non dicono, “sono triste”, ma “sto piangendo” perché è un’azione visibile, è un dato di fatto, ed è più facile da capire. Quindi tutto quello che dicono è un dato di fatto. E poiché si tratta di una comunità non c’è modo di fermarsi a pensare a cosa si sta provando, e questo crea un’enorme frustrazione e talvolta porta al suicidio”.

Laureano ti ha condotto in questo viaggio, un uomo che attraverso lo sguardo esprime tantissimo, cosa ti ha insegnato, e cosa hai capito di lui?
Mi ha insegnato a vivere il tempo lentamente, ad essere quieto nella mia vita, a prendere tutto con calma. Per esempio, quando ho visto Adieu Sauvage gli ho chiesto cosa ne pensasse del film e lui mi ha risposto: “Parliamone tra due anni”, e diceva sul serio. Avrà tutto il tempo per pensare e credo sia prezioso perché sarà in grado di dare una risposta completa. Riguardo al suo sguardo qualcuno mi ha detto che Laureano ha la luna negli occhi, nella sua vita, e penso che questo sia assolutamente vero”.

Adieu Sauvage, cinematographe.it
Laureano, protagonista di Adieu Sauvage

Nel finale dici che nessuno torna lì nella giungla, tu ci tornerai?
In realtà sono tornato nella giungla 10 giorni fa. Quando dico che nessuno torna mai indietro cerco di spiegare che il ponte che porta a quella comunità scomparirà. Non torni lì se non mantieni vivi i rapporti. Sono tornato nella giungla per far vedere il film, ma sono profondamente convinto che questo ponte scomparirà perché è complicato per me. Non vivo in Colombia, ci vado raramente per trovare mio padre, ed è ed difficile andare nella giungla. In un modo molto fatalistico credo il ponte scomparirà ed è triste. Ed è quello che cerco di dire nel film”.

Progetti futuri?
Sto preparando un film di finzione stavolta, ho iniziato a pensarci quando ho ottenuto il visto in Belgio. Lì puoi ottenere un visto grazie all’amore, attraverso la tua relazione con qualcuno, come accade in altri paesi, però in Belgio devi dimostrare che sei davvero innamorato di una persona europea e devi portare come prove foto, sms, email, prenotazioni di vacanze insieme, tutto. E ci sono alcuni funzionari che come lavoro devono cercare le prove di questo amore e decidere se è un legame vero. Ed è bellissimo immaginare queste persone alle prese con questi dossier d’amore. E io voglio raccontare una storia su questo”.