Sandokan: Can Yaman e Alessandro Preziosi sulla serie TV, “è stata una sfida incredibile”

All’Italian Global Series Festival 2025 è andata in scena la presentazione dell’attesissima serie reboot di Sandokan. Ne abbiamo parlato con gli interpreti Can Yaman e Alessandro Preziosi.

Scene di delirio generale e orde di fan impazzite hanno accompagnato il red carpet  e l’intero showcase di presentazione dell’attesissima stagione inaugurale di Sandokan, andata in scena nella quarta giornata della prima edizione dell’Italian Global Series Festival. La sala Concordia del Palariccione, piena in ogni ordine di posto, è stata letteralmente presa d’assedio da una platea di centinaia di spettatrici a caccia di un autografo e di un selfie con il divo del momento, ossia Can Yaman, al quale è stato affidato il difficile compito di raccogliere il testimone dal predecessore Kabir Bedi nei panni dell’iconico personaggio, in quella che è il reboot della serie cult del 1976 firmata da Sergio Sollima.

Prodotto da Lux Vide, da un’idea di Luca Bernabei, lo show è un nuovo adattamento della storica saga di romanzi di Emilio Salgari, sviluppata per la televisione da Alessandro Sermoneta, Scott Rosenbaum e Davide Lantieri, per la regia di Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo. In attesa di vedere la serie in onda su Rai1 a dicembre, abbiamo avuto modo di dialogare con Can Yaman e Alessandro Preziosi, rispettivamente impegnati nei ruoli di Sandokan e Yanez.

Allo showcase andato in scena all’Italian Global Series Festival 2025, Can Yaman e Alessandro Preziosi hanno parlato in anteprima della tanto attesa serie reboot di Sandokan e dei loro personaggi

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Bagno di folla per Can Yaman in occasione della presentazione di “Sandokan” all’Italian Global Series Festival 2025 – credits: Daniele Venturelli Getty Images for Italian Global Series Festival

Che cosa hai pensato quando ti è stato proposto di interpretare il personaggio di Sandokan e quali sono state le difficoltà che hai dovuto affrontare una volta accettato?
Can Yaman: “C’era tanta nostalgia intorno al personaggio di Sandokan e quindi era inevitabile che prima o poi una figura così importante, entrata nell’immaginario del pubblico di tutto il mondo, tornasse con le sue incredibili avventure a rivivere sullo schermo. E ci sono voluti quasi cinquant’anni prima che ciò accadesse. Il progetto risale a cinque anni fa quando il produttore Luca Bernabei ha voluto che io venissi in Italia per iniziare la preparazione e gli addestramenti, ma il Covid e la difficoltà a spostarsi hanno complicato un po’ tutto, rallentando i piani. Poi gradualmente ho potuto iniziare gli allenamenti in palestra e di equitazione, ma dopo cinque mesi di preparazione la produzione è stata bloccata. Si diceva che il progetto non poteva più andare avanti per questioni di budget e per motivi sanitari legati alla pandemia, Ci sono stati periodi molto bui causati dal grandissimo dispiacere e dalla paura di non riuscire a portare a termine il progetto. Dall’altra parte c’era la speranza sempre viva che certe problematiche si sarebbero potute risolvere. Sono stato l’uomo più felice del mondo quando è arrivata la notizia tanto attesa che avremmo cominciato a girare. E a quel punto ho iniziato nuovamente un lungo e intenso periodo di preparazione e di riprese durato circa otto mesi,ma alla fine ce l’abbiamo fatta e finalmente il pubblico italiano e non solo potrà vedere lo straordinario lavoro che è stato fatto. Ancora non ci credo. Tutto questo per me un sogno e l’idea di avere interpretato una figura così iconica e amata è stato un grandissimo onore”.

Cosa ha rappresentato per te interpretare Yanez, uno dei personaggi chiave e tanto amato della serie?
Alessandro Preziosi: “È stata una magnifica sfida. Con Luca e Matilde Bernabei di Lux Vide avevo già avuto modo di esplorare diversi generi e storie, a cominciare da quella di Sant’Agostino, ma questa sicuramente è quella che mi ha affascinato e amato di più. E come spesso mi è capitato nella mia vita, tutto ciò che ho veramente amato si è poi trasformato nella possibilità di entrare nello schermo e farne parte. Il personaggio di Yanez è un inno all’amicizia, alla fede e alla fratellanza, ma soprattutto è portatore, così come l’intera serie di una serie di messaggi forti e importanti. Tra questi c’è il fatto che quando si impugna un’arma per potersi ribellare c’è sempre uno scrupolo molto profondo. E lo scrupolo è rispondere alla violenza con la violenza per liberarsi della possibilità di essere maltrattati, affamati e soppressi. Però qui dentro c’è una cosa molto risorgimentale, ossia che la libertà di pensare non te la può togliere nessuno. E questo è ciò che succede alle tribù native dei Dayak che in questa serie rispondono all’oppressione dei colonialisti inglesi con il pensiero, il canto e la preghiera per la libertà dell’anima, che sono cose che non ti può togliere nessuno. Yanez dal canto suo ha in sé tutte le gamme che secondo me un attore della mia età e leggerezza poteva augurarsi di fare”.   

Can Yaman: “Giorno dopo giorno, scena dopo scena, io e tutto il cast sentivamo che stavamo migliorando dal punto di vista attoriale” 

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Can Yaman durante lo showcase dedicato a “Sandokan” all’Italian Global Series Festival 2025 – credits: Daniele Venturelli Getty Images for Italian Global Series Festival

Come avete creato l’alchimia tra di voi?
Can Yaman: “Trascorrendo molto tempo insieme sia dentro che fuori dal set. Con Alessandro abbiamo parlato tantissimo, c’è stato un confronto dialettico e uno scambio di idee continuo. Lui mi ha dato moltissimi consigli del quale ho fatto tesoro dal primo all’ultimo giorno di riprese. Ci siamo anche divertiti tanto, godendoci ogni attimo. In più sapevamo che ogni scena ci migliorava dal punto di vista attoriale e quindi abbiamo sempre dato il 100% sia individualmente che nel lavoro di gruppo”.

Alessandro Preziosi: “Devo essere sincero. Io ero strabiliato dalla disciplina, dall’incredibile capacità coreografica, dalla precisione e dallo spropositato controllo di Can. Per me stare lì sul set e guardarlo muoversi è stato fantastico, perché credo che nessun altro al mondo oggi sarebbe in grado di interpretare Sandokan come ha fatto lui. Per quanto riguarda il mio personaggio di Yanez che assolda e in qualche modo prova a vampirizzare le capacità del pirata, non è stato per niente difficile creare questa alchimia. E tutto questo penso che lo schermo lo restituirà”.   

Alessandro Preziosi: “Di mio ho portato tutta la stravaganza delle mie origini napoletane, ma anche la capacità di scambiare una quantità infinita di informazioni con tutti

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Alessandro Preziosi ospite dello showcase che l’Italian Global Series Festival 2025 ha dedicato a “Sandokan” – credits: Daniele Venturelli Getty Images for Italian Global Series Festival

La lavorazione di Sandokan è stata molto lunga e faticosa. Come ci si prepara fisicamente a un ruolo così impegnativo?
Can Yaman: “Sapevo che la serie sarebbe stato un impegno estenuante, motivo per cui cinque anni fa quando sono arrivato per la prima volta in Italia ho subito iniziato la preparazione fisica e i vari addestramenti per quanto concerne il fighting e l’equitazione. Vista la mole di scene d’azione presenti nel corso degli episodi era importante acquisire sicurezza sia nei movimenti che nell’utilizzo delle armi per evitare di fare e farsi del male. Questa era sicuramente la cosa più difficile, ma con il passare del tempo e l’intensificarsi degli allenamenti ho raggiunto un altissimo livello di precisione. Sono fiero di dire che non si è mai infortunato nessuno. Poi ovviamente è stato importantissimo nel periodo di preparazione e di riprese mantenere lo stile di vita e seguire il regime rigoroso di un atleta sia piano fisico che mentale, oltre che comportamentale e alimentare. Siamo essere umano e attori e per raggiungere un determinato obiettivo bisogna anche soffrire e fare dei sacrifici. Nel caso di Sandokan ci ho messo tutto l’impegno possibile per l’occasione che mi è stata concessa, ma soprattutto perché questo è un progetto del quale andrò fiero per tutto il resto della mia esistenza”.   

In un cast internazionale di altissimo livello, cosa sei riuscito a portare nella serie di italiano, di tuo approccio e del tuo essere attore?
Alessandro Preziosi: “Ho portato tutta la stravaganza delle mie origini napoletane, ma anche la capacità di scambiare una quantità infinita di informazioni con tutti, da piccole che erano facendole diventare via via sempre più grandi e utili alla causa. Il mio apporto al resto del cast è stato in primis quello di provare ad essere un bravo padrone di casa con tutti gli straordinari e talentuosi interpreti che sono arrivati dalle diverse latitudini. Mi è piaciuto moltissimo il fatto che anche per i piccoli ruoli sono stati scritturati giovanissimi attori e attrici provenienti da scuole di recitazione molto importanti e blasonate, a cominciare da quelle britanniche. E ognuno di loro ha portato qualcosa di personale. Del resto si lavora e ci si ama all’insegna del dono”.

Can Yaman: “Ogni due episodi il personaggio si evolverà, trasformandosi di volta in volta in un altro Sandokan sino a diventare una specie di profeta ascetico, salvatore di un popolo

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Alessandro Preziosi, Alanah Bloor e Can Yaman durante lo showcase dedicato a “Sandokan” all’Italian Global Series Festival 2025 – credits: Daniele Venturelli Getty Images for Italian Global Series Festival

Cosa ci dobbiamo aspettare dal punto di vista della costruzione e dell’evoluzione dei vostri rispettivi personaggi in questa stagione inaugurale?
Can Yaman: “Nella prima stagione, Sandokan scopre di essere Sandokan, quindi assistiamo a un viaggio interiore. All’inizio lo vedremo come un semplice pirata e dei flashback ci riporteranno indietro nel passato quando prendeva parte a combattimenti clandestini per mantenere e aiutare la sua famiglia. Quindi da un certo punto di vista già era un eroe per i suoi cari, ma mano a mano lo diventerà anche per tutta la sua gente. Ogni due episodi il personaggio si evolverà, trasformandosi di volta in volta in un altro Sandokan sino a diventare una specie di profeta ascetico, salvatore di un popolo. Quindi la prima stagione è molto importante e significativa, proprio perché mostra la nascita di Sandokan. Un attore per interpretare l’evoluzione di un personaggio così complesso con tante sfumature come questo ha bisogno di moltissimo studio e di un confronto continuo con i registi. Ed è quello che è accaduto nel corso dell’intera lavorazione della serie. Tutto questo mi ha reso un uomo e un attore migliore”.

Alessandro Preziosi: “Il personaggio di Yanez ha nel corso della stagione una serie di risvolti sorprendenti e imprevedibili del quale però non posso ancora parlare. È un po’ come per i fiumi che per scoprirne il futuro bisogna prima di tutto risalire alla fonte per capire che tipo di trasformazione  lo vedrà protagonista. Ed è quello che nel suo caso è stato fatto in fase di scrittura, ossia un lavoro a ritroso che ci porta alla scoperta dell’uomo che è diventato. In tal senso sono curiosissimo di vedere quali potrebbero essere le future evoluzioni di un simile personaggio in altre stagioni. Quindi rispetto a quella che è la mia esperienza nella serialità, senza sminuire minimante quelle passate a cominciare da Elisa di Rivombrosa, è sicuramente quella più incredibilmente moderna, bella e affascinante che io abbia fatto in tutta la mia vita”.