Ron Howard parla del suo Pavarotti a RomaFF14 e di quando Jonathan Demme…

Ron Howard ha incontrato la stampa alla Festa del Cinema di Roma 2019 per parlare del film su Pavarotti, dei preziosi consigli di Jonathan Demme e non solo!

Si diverte Ron Howard alla conferenza stampa del documentario Pavarotti (2019) alla Festa del Cinema di Roma assieme al produttore Nigel Sinclair – un documentario che non brillerà certo per originalità di scrittura, ma con un impatto emotivo che solo il Nessun Dorma di Luciano Pavarotti può spiegare a parole.

Il documentario rappresenta infatti l’ennesimo passo, nella carriera di Howard, di un percorso su icone musicali iniziato nel 2013 con Made in America su Jay-Z e proseguito con The Beatles: Eight Days a Week nel 2016 sui Fab4. La scelta di dirigersi su Pavarotti è presto detta, a detta di Sinclair infatti è “un personaggio di cui non si conosce poi così tanto della vita” decretando così il netto intento celebrativo dell’opera in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2019.

A detta di Howard infatti, “nonostante il nome di Pavarotti sia ben noto a tutti, non è così facile trovare qualcuno che ne conosca la vita in maniera approfondita” – tanto che, nella ricerca del materiale volto a delineare il percorso di vita del protagonista ci si è messo quasi un anno per trovare la giusta alchimia narrativa tra le 53 persone intervistate. Per Howard infatti era necessario per creare un’opera che non si limitasse a essere una celebrazione del suo genio ma che parlasse anche del lato privato “momenti che permettevano di vedere il genio e l’uomo.”

Pavarotti: il documentario di Ron Howard si svela nella speciale anteprima

Pavarotti: sulla via di Senna e Alì

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Per Nigel Sinclair il progetto ha preso piede quando ha realizzato di quanto il binomio Pavarotti-Lirica sia ormai imprescindibile, come Ayrton Senna con la Formula 1 o Muhammad Alì con la boxe – e ne capì la fattibilità realizzando quante persone associassero immediatamente Nessun Dorma alla lirica, e immediatamente a Pavarotti.

Ron Howard invece – affascinato dall’uomo prima che dall’artista – è rimasto colpito dalla forza d’animo di Luciano, di chi ha visto la morte in faccia cogliendo ogni giorno come fosse un’opportunità “solo superando questi momenti si riesce ad affacciarsi alla vita godendola a pieno, con gioia e con una follia che era consapevole che potesse ferire.” Entrambi si son così trovati in piena sintonia dopo aver scoperto il lato privato: sapevamo che ne sarebbe uscita un’ottima storia“.

Luciano Pavarotti: Ron Howard parla del documentario

E infatti il pregio di Pavarotti è proprio quello di mostrare tutte le facce della vita complessa dell’omonimo genio della lirica, tanto che lo stesso Howard – colpito dalla voglia di Luciano di voler essere “ricordato come colui che ha portato l’opera alle masse.”

Pavarotti – Nicoletta Mantovani e Bono Vox

Emerso anche durante la visione della pellicola, l’apporto dato dalla testimonianza della Mantovani e di Bono Vox sono risultate imprescindibili per dare la giusta dimensione a Pavarotti. Emerge infatti, specie dalle parole di Bono, un’ammirazione totale nei confronti dell’artista che svela come Luciano lo avesse praticamente stalkerato sino a Dublino per convincerlo a scrivere Miss Sarajevo.

Pavarotti: il trailer del documentario diretto da Ron Howard

Pavarotti: Ron Howard, Jonathan Demme e la libertà del documentario

A margine della conferenza, Ron Howard ha parlato anche del ruolo avuto da Jonathan Demme nella sua formazione da regista eclettico, tanto che il regista de Il silenzio degli innocenti (1991) gli aveva consigliato il genere documentaristico perché “ti consentirà di esplorare materiale diverso” sottolineando così la maggior libertà creativa del genere cinematografico.