Ludovico Bessegato parla di Prisma: la bellezza di farsi domande e le canzoni di Achille Lauro

Prisma è la serie TV Amazon Original scritta da Alice Urciuolo e Ludovico Bessegato (anche dietro la macchina da presa), un’opera con cui si raccontano, in maniera fluida e aperta al cambiamento, gli orientamenti e le identità dei suoi personaggi. Portando sul piccolo schermo una storia di formazione e di crescita che coinvolge un gruppo di adolescenti di Latina, la serie prodotta da Cross Productions di Rosario Rinaldo per Amazon Studios, affronta due grandi problemi dell’adolescenza: trovare se stessi e, allo stesso tempo, trovarsi un posto nella società. In occasione dell’uscita di Prisma, in esclusiva su Prime Video dal 21 settembre 2022, abbiamo intervistato il regista Ludovico Bessegato.

Perché una nuova esplorazione del mondo dei teenager nostrani?
Beh, aver lavorato su Skam Italia, aver avuto l’opportunità di spendere così tanto tempo con i giovani di oggi, ci ha reso sempre più consapevoli dell’enormità del mondo interiore ed esteriore di questa generazione. Ci siamo accorti che Skam non era abbastanza – non ci bastava più -, che c’erano tanti temi e così tante pieghe, e avevamo bisogno di altri spazi, di affiancare a Skam un contenitore diverso, con caratteristiche diverse, che ci permetteva di parlare di cose che avevamo visto e intra-visto in questi anni (ad esempio, la complessità dell’identità, dell’orientamento)”.

Ludovico Bessegato: “Imparare a farsi domande e a capire che a quelle domande non ci sono risposte precostituite. Questa è la cosa che ci interessava di più trasmettere“.

Prisma intervista a Ludovico Bessegato cinematographe.it

I personaggi coinvolti in questa storia vengono travolti dai cambiamenti. Cosa imparano prima di tutto?
È difficile dire cosa imparano, soprattutto dopo una stagione. Sicuramente ti posso dire che cosa capiscono di non sapere, che è la cosa più importante per noi. Sono personaggi che imparano a farsi delle domande, e quindi a capire che l’unica risposta all’identità non è soltanto maschile o femminile; che l’unica risposta non è fare nuoto o fare il cantante; non è essere abile o essere disabile. Imparare a farsi domande, e a capire che a quelle domande non ci sono risposte precostituite. Direi che questa è la cosa che ci interessava di più trasmettere“.

Come sono nati questi due gemelli, i personaggi di Andrea e Marco (interpretati da Mattia Carrano che abbiamo sentito in una nostra precedente intervista)?
Sono nati perché Alice Urciuolo, che ha avuto l’idea iniziale di Prisma – e ha scritto poi con me la serie-, andava all’università con Giovanna Vivinetto: una poetessa trans molto quotata che tutti citiamo più volte in Prisma. Giovanna le ha raccontato un po’ la sua storia sul suo percorso di transizione, e Alice ha pensato fosse interessante, che potesse costituire una buona idea per un racconto. Successivamente ci ha raccontato di avere un fratello gemello; e dal momento che, quasi sempre, i nostri personaggi si ispirano a storie vere, questo fatto ci colpiva e ci offriva ulteriori potenzialità di racconto: sembrava stimolante poter raccontare di uno che metteva in dubbio la sua identità di genere, e che allo stesso tempo aveva a fianco un persona fisicamente identica a sé ma che, viceversa, aveva – rispetto a questo tema – un approccio completamento diverso. Da qui è nato il nucleo di Prisma“.

Prisma – Dalla scena emblematica della serie TV alla fortunata collaborazione con Achille Lauro

Identità, aspirazioni, libertà, aspetto fisico, orientamenti sessuali, di un gruppo di adolescenti italiani. Ma c’è una scena emblematica?
(Ludovico si lascia sfuggire un sorriso). “Mah, complicato da dire. Sicuramente è difficile riassumere una serie di otto puntate in una scena. Però c’è un dialogo interessante, un momento in cui un personaggio chiede ad Andrea cosa avesse preferito – tra uscire con vestiti maschili o femminili -, se non avesse dovuto basarsi sul giudizio degli altri. E lui risponde “dipende” (da come si sarebbe sentito quel giorno). Quella è – secondo me – la battuta che meglio spiega la complessità che volevamo raccontare“.

Le musiche di qualità, poi, sono un altro elemento fondamentale di Prisma. Nella colonna sonora della serie c’è una nuova canzone di Achille Lauro, un artista dalla sessualità fluida, che compare anche in un breve cameo nei panni di se stesso. Anche questa personalità ha ispirato qualcuno dei personaggi?
Achille Lauro ha un percorso che, per certi versi, è simile a quello di Andrea. C’era una sensibilità e una visione del mondo vicina, quindi è stato naturale coinvolgerlo per le musiche, e non solo. È stato naturale, con un artista che combatte la nostra stessa battaglia. Non ci ha ispirati ma c’è stata una fortissima complicità che è stata la chiave di questa fortunata collaborazione”.