Edoardo Leo racconta Power of Rome: “dovremmo praticare di più l’illusione” [VIDEO]

La nostra intervista a Edoardo Leo e Giovanni Troilo, regista e protagonista di Power of Rome, al cinema dal 19 al 21 aprile 2022.

Un film fatto di coincidenze, quello diretto da Giovanni Troilo con protagonista Edoardo Leo, affiancato nel cast artistico, tra gli altri, anche da Giorgia Spinelli e in uscita nelle sale italiane in occasione del compleanno di Roma (che si festeggia il 21 aprile, proprio come quello dell’attore protagonista!), esattamente dal 19 al 21 aprile 2022.

Abbiamo avuto l’occasione di intervistare il regista e il protagonista di Power of Rome e di ascoltare altresì le note di chi ha lavorato dentro e fuori dal set del film targato Italian International Film, Vision Distribution e Sky.
Durante la conferenza Giovanni Troilo, che non è affatto romano, ha spiegato questa voglia di scoperta che anima e dovrebbe animare anche chi pensa di conoscere bene la città, che di fatto muta continuamente. Una città in cui loro hanno avuto il privilegio di girare, cercando di raccontarla e riuscendo ad addentrarsi anche a Cinecittà, “c’è un senso di responsabilità perché racconta quegli anni incredibili della Hollywood sul Tevere”.
Ma come nasce davvero il film? A detta di Giulio Steve, executive producer di IFF Power of Rome nasce dall’intuizione di Fulvio Luciano, ma la svolta è stata quando siamo riusciti a ingaggiare Edoardo Leo, con tutte le coincidenze del caso: il fatto che fosse nato lo stesso giorno in cui è stata fondata Roma, che non fosse mai entrato al Colosseo (la prima volta è entrato con noi). Volevamo omaggiare Roma attraverso un film di finzione. Volevamo portare le persone negli stessi luoghi di tutti i giorni ma che, proprio per questo, non si conoscono bene”.
Paola Lucisano racconta, dal canto suo: “Un’idea di mio padre, da molto tempo, era quella di celebrare Roma in maniera diversa. Non ringrazierò mai abbastanza Giovanni per questa sua capacità di rendere questo film così particolare. Sapevo che Edoardo aveva una passione particolare per Roma, in ufficio ne parliamo spesso. L’ho corteggiato e lui si è fatto trascinare. Non si può neanche immaginare il lavoro che c’è dietro, specie in tempi di pandemia. È importante perché secondo me rappresenta un punto di rottura rispetto al passato, anche nei confronti della città”.
A chi chiede dell’uscita in sala la risposta che arriva dagli addetti ai lavori è che “il cinema sta vivendo una fase drammatica, ma proprio per questo dobbiamo insistere. Essere in sala significa partecipare a una specie di Champions League, la sala riesce a dare un valore che altrimenti il film non avrebbe. Noi abbiamo bisogno di dare al pubblico l’impressione che stia assistendo a un evento. Ci tengo a dire che non stiamo lavorando solo in Italia ma anche all’estero. Vogliamo portare Roma e il film all’attenzione internazionale.”

Edoardo Leo e il cast raccontano Power of Rome tra supplì e scene difficili

E a proposito della narrazione di Roma Edoardo Leo ci tiene a sottolineare che “siamo spettatori fugaci di questa bellezza eterna, possiamo solo cercare di raccontarla. Nel mio precedente film ho cercato di fotografare la città che avrei voluto e nella quale vivo. Qui per la prima volta faccio me stesso, ho capito da subito che era un lavoro diverso. Ho imparato delle cose che non sapevo ed è una cosa che capita raramente. È vero che non ero mai entrato dentro il Colosseo ma farlo all’alba da solo ti sconvolge, anche entrare dentro al Pantheon al freddo ti dà la sensazione di provare ciò che hanno provato secoli fa
Ho cercato di dare allo spettatore ciò che ho provato io: ero accecato dalla bellezza”.

La sua partner sul set, Giorgia Spinelli, che nel film interpreta la producer Anna, costretta ad avere a che fare con un attore davvero complicato, ha raccontato che è stato molto divertente lavorare con Edoardo Leo: “mi ha insegnato anche mangiare dei supplì e fare dei monologhi”, racconta, interrotta prontamente da Leo che dice: “Ne hai mangiati 40 dall’inizio alla fine della scena!”

‌Power of Rome e le location del film di Giovanni Troilo

Centrali nel film sono chiaramente le location, il regista e il cast tecnico hanno cercato di tratteggiare la Città Eterna attraverso i luoghi che rievocano l’età imperiale, cercando di raccontarla in maniera non distaccata. Sempre Edoardo Leo a tal proposito sottolinea la bellezza della scena che ci porta dal tempio di Adriano a Villa Adriana o ancora la curiosità legata al Pantheon, “la luce che entra dalla cupola e tocca il portone solo un giorno l’anno, che poi è quello del mio compleanno”. Nella nostra intervista video, inoltre, l’attore e il regista ci hanno svelato qual è il luogo di Roma che adorano di più e dobbiamo dire che la risposta di Leo non è per niente scontata!
Tornando a quanto svelato in conferenza, invece, l’attore romano ha speso altre considerazioni sulla sua città, parlando inevitabilmente anche del rapporto con la politica. “Questa città è stata spesso creata e poi distrutta dagli stessi che l’avevano creata […] alla fine non è cambiato molto, basti pensare al rapporto che abbiamo con chi ci governa, abbiamo sempre lo stesso approccio, solitamente disprezziamo, però quando li incontriamo li ossequiano”. E ha continuato poi facendo un focus sulle istituzioni e la loro collocazione: “Il Senato è a Roma e si chiama ancora Senato. Il Vaticano sta qui. Non è cambiato nulla, grazie a Dio la violenza non c’è più come prima ma il rapporto conflittuale con chi ci governa è sempre qui, viviamo di grandi innamoramenti e grandi cadute”.
Sempre addentrandosi nella questione politica asserisce: “Soffro quando sento dire che Roma è sporca, che le cose non funzionano, ma alla fine io faccio un altro mestiere. Io non sopporto i tuttologi, quelli che farebbero tutto meglio se fossero al potere, però se posso fare una critica Roma è illuminata male. Ora, so che è un periodo difficile, che rischiamo la crisi energetica, ma la bellezza va messa in mostra. Una cosa che possiamo fare almeno è fotografarla bene, illuminare noi i monumenti”.
Tuttavia c’è un altro problema, oltre a quello che viviamo col potere ed è il rapporto col mito e con l’epica, “io stesso ho avuto perplessità quando dovevo indossare la corona. Alla fine ho pensato che dovevo fidarmi e non aver paura di raccontare, paura di farmi ammazzare da Bruto”.

Edoardo Leo su Power of Rome: “racconto Roma, non la romanità”

Interessante anche l’appunto che Leo ha fatto sul suo rapporto con l’Urbe: “Ho sempre fuggito il ruolo di attore romano, ho sempre cercato di raccontare Roma e poco la romanità. A proposito di questo progetto, che esce il giorno in cui compio 50 anni, è come se fosse la chiusura di un cerchio”.
L’interprete non ha fatto a meno di deliziare la stampa con altre curiosità, come la scena più difficile che si è trovato a girare, a proposito della quale ha raccontato: “Il capitolo più duro è stato quando stavo sul Tevere, che paura che ho avuto quel giorno!”

Power of Rome: la nostra intervista video a Edoardo Leo e Giovanni Troilo