Paolo Ruffini su Super vacanze di Natale: “abbiamo creato qualcosa di storico”

Super vacanze di Natale è un film epico e che passerà alla storia, almeno così pensa Paolo Ruffini, a Roma con ai produttori Aurelio e Luigi De Laurentiis

È stato presentato a Roma il nuovo film di Natale che, a differenza dei suoi predecessori, si rivela unico nel suo genere. Dopo trentacinque anni di risate grasse, corpi femminili (e maschili) in bella mostra, gag comiche e colloquialismi nostrani, Aurelio e il figlio Luigi De Laurentiis hanno deciso di festeggiare il compleanno del filone trasportando in un singolo film il best of di questi anni di cinepanettoni. E sono proprio i due produttori, assieme al regista del film Paolo Ruffini, a raccontarci di Super vacanze di Natale, montaggio a ricreare un intero film, in sala dal 14 dicembre.

Come è nata l’idea di assemblare insieme spezzoni dei passati film di Natale per creare poi una sorta di compilation da portare al cinema?

Aurelio De Laurentiis: “È stata un’idea di mio figlio. Dopo esserci resi conto di dover prendere una pausa, gli è venuta in mente questa soluzione per celebrare il compleanno dei cinepanettoni. Ha così chiamato Paolo perché volevamo una persona che non avesse girato uno degli episodi, ma che comunque aveva mostrato passione per questo filone. Ci sono stati chilometri su chilometri su chilometri da revisionare e su cui prendere appunti. C’è una sorta di divisione in capitoli che ha dato ai vecchi film un nuovo contenitore e di conseguenza una nuova vita.”

Luigi De Laurentiis: “L’idea principiale era quella di celebrare il compleanno dei cinepanettoni. Chiamando Paolo abbiamo unito una new generation che però è conoscitrice dei lavori svolti. Sono stati sei lunghi mesi pieni di impegni, è stato difficile con tutte quelle ore di lavoro da dover poi mettere insieme, visto anche come oggi sono cambiate le forme di linguaggio. Paolo è stato lucidissimo nello stabilire la struttura creativa e nell’unire i gusti di tutti. Abbiamo montato insieme tante risate, speriamo il pubblico si diverta. Era questa la nostra missione.”

Paolo Ruffini: “Il mondo dei film di Natale è un mondo più bello. È un mondo stupendo dove la volgarità non è mossa per offendere ed è pieno di leggerezza. Quel cinema oggi non è più presente, c’è meno libertà. Il nostro è un film che tenta di unire insieme quella scorrettezza meravigliosa. Anche quelle battute sugli omosessuali, non possono certo essere tacciate come atti di omofobia. Molti miei colleghi oggi non fanno più questo genere di film perché hanno paura dei commenti negativi che potrebbero ricevere su Facebook. Comunque vorrei ringraziare davvero tutti coloro che mi hanno dato una grandissima mano per il film, per avermi aiutato a creare qualcosa di storico. Applicarmi su Super vacanze di Natale mi ha permesso di riflettere su tante cose: sugli attori che si sono succeduti, sui tempi e come sono cambiati. E su cosa oggi può essere definito volgare, se una parolaccia in un film sia più grave di una rissa ripresa e messa sui social. Come, ad esempio, Massimo Boldi nudo. A parte che credo sia l’attore italiano apparso più volte nudo sul grande schermo, non è qualcosa di volgare, per i bambini potrebbe essere come gatto Silvestro! È incredibile come in questi film, quelli con Christian De Sica e Massimo Boldi, non ci fossero degli attori che facevano da spalla. I cinepanettoni sono un esempio di evasione che col tempo hanno racimolato polemiche e discussioni. Io possono dire che hanno reso la mia infanzia più bella ed anche la mia vita. De Laurentiis mi ha permesso di prendere una chiave e aprire uno scrigno con cui giocare e creare come fosse pongo.”

Come è stato procedere nella creazione di un film fatto primariamente di montaggio?

Paolo: “È stata un’operazione difficile di recupero fatto su tutti i film. Ma credo che alla fine dei fatti il film vince perché ha cominciato pian piano a scriversi da se. Ha un inizio, uno svolgimento ed una fine. Pur avendo avuto difficoltà con il mix, abbiamo creato ottantacinque minuti di risate intervallate da momenti di nostalgia in cui, in mezzo, saltano fuori anche elementi epici. Perché per me Massimo Boldi che sfreccia sulla neve sulla tazza di un water in pigiama rosso è un qualcosa di epico.”

Paolo Ruffini: “Per me Massimo Boldi che scia sulla neve su un water in pigiama rosso è epica.”

Per quest’anno avete proceduto attraverso il montaggio portando al cinema Super vacanze di Natale, invece cosa avete pensato per le prossime feste natalizie?

Luigi De Laurentiis: “Stiamo lavorando per l’anno prossimo. Forse avevamo bisogno di prenderci del tempo per capire in che direzione vogliamo andare, perché tutto sta cambiando, dai personaggi alle storie. Anche il pubblico cerca altro. Saremo però sempre uniti da un’unica passione, quella di trovare bei racconti da proporre al pubblico.”

Aurelio De Laurentiis: “I film che facevamo un tempo erano non costosi, costosissimi! C’era un breve tempo di pensiero, ma non di riprese. Il livello dei costi degli attori e dei luoghi poi sono andati ad alzarsi esponenzialmente. Oggi, quindi, bisogna capire quali sono i migliori spazi per l’uscita al cinema. Capire quale percorso intraprendere. Per un film come Super vacanze di Natale c’è voluto un milione e mezzo di promozione, per ritornare nelle casse bisogna che ne incassi almeno quattro di milioni. Avrei potuto scegliere di mettere in uscita il film di Carlo Verdone. Perché non l’ho fatto? Perché è meglio rimanere fuori dalla mischia.”

Come è avvenuta la scelta delle citazioni colte che quasi suddividono in capitoli il film?

Luigi De Laurentiis: “Le citazioni sono state un’idea di Paolo, molto elegante tra l’altro. Sono venute in mente mentre cercavamo di trovare il linguaggio giusto attraverso cui portare in sala il film.”

Paolo Ruffini: “Avevamo scritto inizialmente una sceneggiatura in realtà. C’era un’ideale università di cinema a Cortina in cui alla vigilia di Natale gli studenti peggiori erano costretti a studiare la storia del cinepanettone e i suoi temi principali. Ma alla fine è andata bene così, si coglie ciò che è per me il cinepanettone: un hard pop usato per parlare del nazional popolare.”