Paola Lavini: “Sono la Divina Maria Callas in TV e a teatro”

L’attrice emiliana è Maria Callas nel film Rai Carla sulla vita dell’étoile della Scala Carla Fracci, che porterà anche a teatro in un monologo dal titolo Essere Maria Callas.

L’abbiamo vista nel film pluripremiato Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti sulla vita di Antonio Ligabue nel ruolo di Pina e recentemente alla Festa del Cinema di Roma nella bella e straziante opera seconda di Dario Albertini Anima Bella: Paola Lavini, attrice emiliana, volto intenso e incisivo del cinema d’autore, in Carla, film tv diretto da Emanuele Imbucci sulla vita della grande ballerina Carla Fracci, in prima serata il 5 dicembre su Rai 1 e poi disponibile su RaiPlay, interpreta il ruolo per niente semplice  della “Divina” Maria Callas:

Era un mio sogno”, ci ha spiegato l’attrice, “in molte interviste del passato ho sempre detto che avrei voluto interpretarla tra le tante altre. Ho visto negli anni tanti documentari e letto molte delle sue lettere, è un’icona e ho fatto il meglio che ho potuto per rendere omaggio a una “divinità”. Nel film Carla una giovane Fracci viene presentata alla Callas quando era già “la Callas”, una stella nel firmamento della lirica. Ovviamente si vedrà solo una parte della Divina e sono stata molto attenta al suo linguaggio, ho studiato molto bene il modo in cui parlava, lei aveva un accento molto particolare perché era nata in Grecia, poi aveva vissuto nel nord Italia per un po’ di tempo con il primo marito, e poi a New York. Avevo già lavorato sulla Callas nel senso personale e intimo perché è una persona oltre che un personaggio che mi ha sempre interessato e affascinato sia nella bellezza sia nel dramma. La racconterò presto a teatro, sto lavorando, infatti, a un monologo dal titolo Essere Maria Callas scritto da Paolo Logli con qualche mia intuizione, e prodotto da ArteLive”.

La nostra intervista a Paola Lavini, nei panni della Divina Maria Callas nel film TV Carla

Paola Lavini, cinematographe.it

Cosa hai capito di Maria Callas come artista e donna?
Tante di quelle cose che potrei stare ore a parlare, è una donna che ha cercato di andare oltre i propri limiti, attraverso il canto ha trovato un modo per emergere e farsi riconoscere che è quello che appartiene a tutti gli artisti. Mi piacerebbe che il pubblico capisse che la vita dell’artista non corrisponde sempre a quello che viene mostrato pubblicamente, per lei a un certo punto è diventato difficile essere la Callas, essere sempre a dei livelli massimi. Quando si lavora con la voce è difficile avere una vita sociale, devi andare a letto presto, non puoi fumare, non puoi bere, devi studiare tantissimo, la lirica non fa sconti, se stecchi c’è un pubblico che ti annienta, se sei senza voce non puoi andare in scena, prevede uno stile di vita molto riguardoso. La seconda Callas è poi più “diva”, l’incontro con Onassis le fa vivere un mondo diverso dove può essere anche donna, lasciandosi andare, divertendosi, facendo vita mondana”.

Paola Lavini e il “complimento più bello”

Paola Lavini, cinematographe.it

Sei stata diretta da importanti autori come Giorgio Diritti, Marco Bellocchio, Pupi Avati, Marco Tullio Giordana, Alice Rohrwacher, Marco Pontecorvo, Francesco Munzi, qual è il tuo rapporto con il cinema d’autore?
Mi trovo a casa, è cinema “vero”, mi piace questo suo essere a volte anche molto “spoglio”, mettendo così in risalto gli attori. Per esempio Anima bella di Dario Albertini è veramente nudo e crudo. A me piace il cinema con dei volti che troviamo anche nella realtà, in questo tipo di cinema mi trovo a mio agio. Devo anche dire che sto facendo tante commedie nelle quali mi diverto tantissimo, come in School of Mafia di Alessandro Pondi. Mi posso permettere di fare quello che a un certo punto ha fatto il mito Monica Vitti quando ha mostrato la sua parte comica, che viene fuori quando faccio i miei spettacoli, quando canto o nella vita di tutti i giorni. Molti mi dicono che sembro Anna Magnani, io mi sento molto di più la Vitti perché mi piace fare anche cose più leggere che non vuol dire che siano meno importanti perché la vita è questa: è dramma ma anche divertimento. Il mio è un volto “trasformabile” che può essere brutto, bello, vecchio, giovane, questo è quello che dovrebbe essere l’attore, essere tutto, perché a un certo punto “sei” un personaggio. Il complimento più bello che mi hanno fatto è stato: “Sembri un documentario”, che vuol dire che sei talmente vero che rendi al meglio la realtà raccontata, come nel film di Albertini, un regista che viene dal documentario, è un tipo di cinema che è aderente alla realtà anche se è fiction”.

Nuove serie TV all’orizzonte per Paola Lavini?

Paola Lavini, cinematographe.it

In passato hai lavorato in serie tv come Non uccidere e Il miracolo, ti piacerebbe affrontare un nuovo progetto seriale?
Certamente, quello che cerco in un prodotto, che sia una serie o un film, è una sceneggiatura bella e interessante. Il miracolo per me è una serie bellissima, scritta da Niccolò Ammaniti, c’era dietro una sostanza diversa rispetto a molte cose che vediamo”.

A cosa stai lavorando in questo periodo?
Sono nel cast del film di Cinzia Bomoll La California, è ambientato negli anni ’90 in una periferia emiliana, un film di genere, ma non posso dire altro. E poi prossimamente mi vedrete in diversi progetti: nel nuovo film diretto da Kim Rossi Stuart Brado, nelle commedie Gli anni belli di Lorenzo d’Amico De Carvalho e Io e mio fratello di Luca Lucini e ne L’Isola del perdono di Ridha Behi accanto a Claudia Cardinale”.