Mister Chocolat – Intervista al regista Roschdy Zem

Anche questo aprile torna l’appuntamento annuale con il festival francese Rendez-vous a Roma, che vede aprire le sue giornate con il film Mister Chocolat del regista Roschdy Zem, racconto del primo artista nero della storia e del duo comico di clown formato da Footit e Chocolat.

Come nasce l’idea del personaggio e cosa è stato difficile rendere sul grande schermo?

Il film nasce soprattutto con l’aiuto di un grande storico che ha scritto un libro sulla storia di Chocolat prendendo spunto da articoli di giornale dell’epoca per lo più. La parte più difficile è stata sicuramente quella riguardante i numeri dei due clow, li consideravo un azzardo perché potevano aggiungere quel tocco in più al film, ma allo stesso tempo peggiorarlo. Ringrazio infinitamente James Thierrèe (Footit nel film) che ha pensato, cordinato e diretto questi momenti circensi.

Il personaggio di Chocolat non viene rappresentato affatto come un santo, come mai non hai scelto di renderlo più empatico?

Ho cercato di raccontare Chocolat senza vittimismo, questo per me è l’importante: riportare la storia di un uomo e delle sue sconfitte. Ho voluto riportare la storia attraverso gli occhi di Footit, la vedevo come una storia d’amore dove c’è il dominante e il dominato, la voglia di indipendenza e poi il distacco.

Roschdy Zem: “Volevo parlare delle sconfitte di un uomo senza vittimismo”

Quanto di vero e quanto di falso c’è nel film?

Sul personaggio di Chocolat esistono pochi elementi, e la maggior parte sono quei ritagli di giornale che lo storico a cui ci siamo riferiti ha utilizzato per realizzare il suo libro. Da quel poco di vita vera abbiamo poi dovuto inventare la fiction ed abbiamo aggiunto cose mentre altre sono state cambiante. Per esempio, Footit e Chocolat non si incontrano in periferia, ma a Parigi, Chocolat non è mai stato in prigione e non ha mai recitato l’Otello, ma bensì il ruolo di Mosè.

Come è stato dirigere Omar Sy?

Reputo Omar Sy un bravo attore, per la produzione del film avevo bisogno di qualcuno che sapesse sostenere il lavoro e lui è molto capace.