Luca Miniero su Sono tornato: il mio Mussolini fa ridere e riflettere

Il regista e il cast di Sono Tornato svelano i dettagli sul film che ipotizza in ritorno in vita di Mussolini nei nostri giorni, in un dialogo che non manca di risate, riflessioni e ricordi trsiti

Si è svolta presso la bellissima e storicamente azzeccata cornice di Villa Torlonia la conferenza stampa post-anteprima di Sono Tornato, il nuovo film di Luca Miniero, che ne ha curato la sceneggiatura assieme a Nicola Guaglianone. Oltre al regista e allo sceneggiatore, erano presenti i due attori protagonisti, Massimo Popolizio e Frank Matano, nonché Stefania Rocca, Eleonora Belcamino, Ariella Reggio e Marta Bulgherini.

Sono Tornato, prodotto da Vision Distribution e Indiana Production, uscirà il 1° febbraio nelle sale italiane e mira ad ottenere lo stesso successo di critica e pubblico toccato a Lui è tornato di David Wnendt, a cui il film di Miniero trae dichiarata aspirazione, tratto dall’omonimo romanzo di Timur Vermes. A differenza del film tedesco del 2015, qui il protagonista non è Adolf Hilter, bensì quel Benito Mussolini che ancora oggi, a 80 anni di distanza, continua sovente a pesare nella cultura politica italiana come un macigno.

Il celebre dittatore di Predappio, è interpretato da Massimo Popolizio e nell’iter si risveglia nella Roma dei nostri giorni, dove il suo destino di incrocerà con quello dello squattrinato e ingenuo aspirante regista Andrea Canaletti, interpretato da Frank Matano. In breve l’ex Duce ricomincerà ad accarezzare il sogno di una riconquista del potere sul suolo italico, cercando di destreggiarsi come può in quest’Italia molto diversa eppure allo stesso tempo così simile a quella che lui conosceva. Tra reality, internet, canzoni di Cutugno e ricordi dell’Italia che fu, Andrea e il Duce si troveranno uno legato all’altro, in un viaggio surreale, agrodolce ma sovente inquietante.

Sulla finalità ultima dell’operazione, Luca Miniero ha voluto essere sin da subito chiaro:

“Sono Tornato è un film sull’Italia di oggi, su quest’Italia populista, alle prese con una tornata elettorale incerta, con partiti in crisi… dove il fascismo sembra tornare di moda. Sicuramente una riflessione sul perché di questo stato di cose è alla base di questo film, dove certo si ride, ma poi si è portati a riflettere su cosa succederebbe se Mussolini ritornasse in questo paese, oggi”.

 

“Differenze con il film tedesco? Beh anche noi non sapevamo cosa sarebbe potuto accadere nel contatto tra il nostro dittatore e gli italiani incrociati per strada. Abbiamo provato mandando prima un ragazzo vestito e truccato da Mussolini, senza telecamere, ed abbiamo avuto anche risposte violente da parte delle persone. Ma, ed è questo il punto, l’accondiscendenza è stata la risposta più frequente, che ci ha stupito non poco. Noi in fondo non avevamo forse un demonio come Hitler, ma quello che ancora oggi molti considerano un para-demonio. Nel film tedesco quasi tutti coloro i quali interagivano con l’attore ne condannavano il personaggio senza mezzi termini, da noi invece la reazione era molto più variegata”.

Il regista ha poi voluto precisare come il lato umano di Mussolini fosse quello a cui erano più interessati nel creare Sono Tornato, con Mussolini Ultimo Atto di Carlo Lizzani come principale fonte di ispirazione oltre a Lui è Tornato di Wnendt. “Ma questo” ha voluto precisare Miniero “non vuol dire che in noi vi sia stata la finalità di renderlo più umano, quasi potabile, ma solo di non creare un giudizio sul personaggio cinematografico”.

Nicola Guaglianone da parte sua ha tenuto a precisare che tutto il film si basa su una domanda: com’è entrato Mussolini nell’immaginario degli italiani? Per rispondere questo abbiamo fatto notevoli ricerche, basandoci anche su Mussolini Immaginario scritto da Luisa Passerini, di cui mi è rimasta impressa una frase che ritengo geniale: ‘ Voi mi odiate perché mi amate ancora’. Da lì siamo partiti per cercar di ricreare ciò che aveva spinto tanti ad innamorarsi di Mussolini, a dargli un consenso così ampio, così grande”.

Frank Matano: “mio nonno aveva a casa le statue del Duce”

sono tornato cinematographe

Sono Tornato è quindi un film che cerca ed esamina la società italiana di oggi, che il regista Miniero ritiene avvelenata dal populismo, da questo continuo porre domande, protestare, indignarsi e lamentarsi, ma senza proporre reali soluzioni, o qualcosa di concreto per risolvere la situazione in modo strutturale. “Mussolini è stato sempre giudicato con grande indulgenza dalle persone” ha ribadito Miniero “ecco perché il suo modus operandi, il suo stile, il suo credere nei mezzi di comunicazione e nella propaganda che lui ha inventato, sono ancora oggi parte integrante della nostra cultura politica”.

Anche Frank Matano ha confermato questa sorta di amnistia emotiva, ricordando il nonno che a casa “teneva statue del Duce e lo ricorda ancora oggi con affetto. Psicologicamente per me la cosa è stata spesso strana, visto il bene che voglio a mio nonno e la consapevolezza del male che Mussolini ha fatto al nostro paese. Il nostro obiettivo era che le persone che noi intervistavamo si rivolgessero a Mussolini in modo spontaneo, e dopo i primi 30 secondi di risate, molti lo imploravano di tornare, si sfogavano di tutto ciò che a loro non andava bene, sembravano delle sedute psicologiche. In generale in molti ho notato la strana nostalgia per un periodo storico in realtà mai vissuto”.

Massimo Popolizio su Sono Tornato: non potevo giudicare Benito Mussolini

Massimo Popolizio dal canto suo ha voluto precisare che ciò che più ha contato è stata l’intenzione di creare un film dove il Duce non fosse una parodia, una macchietta, di fare un film italiota superficiale e senza anima. “Sono Tornato” ha aggiunto l’attore genovese “ha la straordinaria originalità di porre un personaggio vero in una situazione assurda; nel film tedesco si evince che l’orrore dei tedeschi verso il loro passato, da noi invece chiedono di farsi i selfies. Ma anche in questo caso non ho giudicato il mio personaggio, perché se interpreti Riccardo III o un pedofilo non puoi giudicarlo, altrimenti il tuo lavoro e tutto ciò che stai cercando di creare non hanno più senso di esistere. Durante la preparazione, ci siamo resi conto che dovevamo farlo sul serio, essere credibili e sopratutto divertenti. Per me è stata una grande opportunità, e io ne avevo una grande paura, sapevo che c’erano un sacco di rischi, ma tutto questo mi è servito per motivarmi. Poi in fondo è il teatro la mia vera casa…”.

Ariella Reggio e il triste ricordo della famiglia deportata

Tra gli interpreti da segnalare l’intervento di Ariella Reggio, che interpreta il personaggio di Nonna Lea, sorta di memoria storica vivente che in un tratto del film ricorda a tutti chi era veramente quell’uomo e perché prenderlo per un comico è così sbagliato e orrendo: “Per me è stato un momento molto importante ed emozionante recitare in Sono Tornato. Io ho 81 anni, parte della mia famiglia era ebrea e, nonostante fossi piccola, mi ricordo dei miei cugini che dalla sera alla mattina sparirono, deportati nei campi di sterminio grazie alle sue leggi razziali e mai più tornati. Spero di aver dato la stessa emozione al pubblico con la mia interpretazione, magari anche un’occasione di riflessione tra quei giovani che per ignoranza o pigrizia oggi sono portati a pensare che Mussolini fosse quasi una brava persona che in fondo faceva del bene..”

Marta Bulgherini, che interpreta una delle poche voci discordanti nel mare di entusiasmo che nel film accoglie il ritorno di Benito Mussolini, ha ricordato quanto sia la cultura e l’educazione il fattore chiave verso fenomeni totalitari. “Penso che oggi come oggi anche nella realtà probabilmente la mia resterebbe una voce isolata, di fronte alla forza e facilità di approccio di un messaggio come quello che Mussolini porta con sé in Sono Tornato. L’emulazione è del resto una normale conseguenza quando non si hanno i mezzi educativi e culturali che fanno si che persino il Fascismo italiano sia visto oggi come qualcosa di soft, quasi di simpatico”.