Matteo Vicino su Lovers: “La meritocrazia in Italia non esiste”

Il regista Matteo Vicino e il cast di Lovers raccontano la loro ultima avventura, riflettendo sull’amore e sulla situazione del cinema indipendente nel nostro paese.

Il regista Matteo Vicino dirige il suo terzo lungometraggio, Lovers. Dopo aver raccontato il mondo dei giovani di oggi in Young Europe e le loro difficoltà nel trovare lavoro e affermarsi nel nostro paese in Outing – Fidanzati per sbaglio, Vicino porta sullo schermo un film unico e particolare, che fa dell’amore lo strumento per raccontare la realtà italiana, dei suoi uomini e delle sue donne.

Un film dalla struttura originale, basato su quattro storie differenti, interpretate sempre dagli stessi quattro attori: Primo Reggiani, Luca Nucera, Margherita Mannino e Antonietta Bello. Proprio al cast abbiamo chiesto quanto sia stato difficile vestire i panni di tanti personaggi diversi nello stesso film e come il regista Matteo Vicino li abbia guidati in questa impresa.

Antonietta Bello: “Lavorare con Matteo è stato incredibile, perché lui è un simpatico pazzo. È stato anche molto intrigante perché una delle cose più interessanti di Matteo è stata quella di lasciarci molta libertà di interpretare ciò che lui desiderava venisse raccontato. Questo ci ha permesso di poter mettere dentro molto di nostro ed è una dote rara da trovare”.

Luca Nucera: “I personaggi forse sono anche troppi (ride Nucera). Ognuno di loro non sa come gestire l’amore e arrivano in quasi tutte le storie a delle conseguenza drastiche. Tutti i personaggi sono tanti lui, trasmutati in noi (ride di nuovo)”.

Margherita Mannino: “Questo film è un gioco, un divertimento ma nello stesso tempo un lavoro molto serio, perché fare quattro personaggi nello stesso film ti dà anche la libertà di poterti divertire, di metterci dentro tutto quello che vuoi: ciò che non hai messo in un personaggio, lo puoi mettere in un altro. Dall’altro lato però, in ciascuna storia ogni personaggio ha delle sue sfumature, delle sue caratteristiche molto definite che potrebbero in realtà essere tante sfaccettature di una stessa persona. Sono caratteristiche estremizzate ovviamente, ma perché non pensare che ci possa essere una stessa persona che si quadruplica in queste quattro vite?”.

Primo Reggiani: “Lavorare con Matteo è stato stimolante, interessante e faticoso. Stimolante e divertente perché lui è sicuramente una persona molto complessa e particolare e, da questa sua originalità, è uscito fuori quello che è questo film. Faticoso perché ha un modo di comunicare quasi frenetico: è stata una bella impresa muoversi all’interno della sua mente (ride)”.

Lovers: il film indipendente in cerca del successo italiano

Lovers, Cinematographe

Lovers è un film indipendente, molto apprezzato all’estero: l’ultima fatica di Vicino è stata infatti premiata in diversi festival internazionali, dove ha conquistato più volte il titolo di Miglior Film. Nella speranza di riscuotere lo stesso successo in Italia, il cast si è detto fiducioso: “Lovers è una commedia romantica, amara, agrodolce: c’è tutto, il sale, lo zucchero, un po’ tutti gli ingredienti. Alla fine però è un film che fa anche riflettere molto su tutta una serie di tematiche attuali e lo fa in una maniera un po’ diversa, attraverso un gioco, con questi episodi che si susseguono e con questi cambi di ruoli”, così ha dichiarato Margherita Mannino, spiegando quali sono i motivi per cui il film dovrebbe riscuotere successo anche in Italia.

Più pratica invece la risposta di Ivano Marescotti, anche lui nel cast del film, nei panni di diversi personaggi nelle quattro storie:

“È possibile che abbia un buon successo di critica, ma per quello di pubblico dipende da quante copie vanno in giro. Questa è la difficoltà dei film indipendenti: non sono nei circuiti che contano, in quelli che ti mettono sulla piazza, bello o brutto che sia. Questo è un film non tipicamente italiano: per il tipo di film, per la sua drammaturgia, la regia, la recitazione e la storia è girato in modo abbastanza inusuale per il panorama cinematografico italiano ed è una vera sfida. Però è un film bello e assolutamente da vedere”.

A Marescotti abbiamo poi chiesto quale sia la differenza tra un film come A casa tutti bene di Gabriele Muccino, con il quale l’attore è nelle sale in questi giorni e uno come Lovers:

“La differenza è immediata, nel senso che in un film come quello di Muccino si vedono le attrezzature, la quantità di persone: i soldi si vedono, sono investiti e anche molto bene in questo caso. In un film come Lovers si vedono quelli che mancano: sul set eravamo in dieci persone, quindici quando andava bene, perché si fa a meno di un sacco di cose. Ma non è detto che senza i soldi si facciano dei film con difetti particolari: si fa il film adatto alle possibilità che ci sono. Nonostante i soldi, se un film è brutto rimane brutto, se  è bello, rimane bello”.

L’Italia, l’importanza della cultura e l’amore: Lovers raccontato da Matteo Vicino

lovers cinematographe

Con Lovers Matteo Vicino ha voluto raccontare non solo l’amore, nelle sue forme più semplici e forse anche più crude, ma fare anche un ritratto della situazione e della società attuale del nostro paese. Un tema sicuramente delicato e che investe anche il contesto cinematografico italiano, nel quale Lovers deve farsi strada a forza per riscuotere lo stesso successo avuto all’estero. Alla domanda se il suo film possa essere accolto in Italia come lo è stato negli altri paesi, la risposta di Matteo Vicino è stata categorica:

“No, perché l’Italia è un paese speciale e la situazione cinematografica in questo momento è molto difficile. Non c’è una fine a questa notte e non riesco a capire quale sia la ricetta giusta. La meritocrazia in Italia non esiste. Ne parliamo da moltissimi anni ma non c’è soluzione, soprattutto nel cinema dove almeno negli anni Settanta si facevano grandi prodotti. È una situazione in cui la produzione, la distribuzione e la recitazione… è tutto in mano alle stesse persone. È un meccanismo troppo completo e perfetto per sradicarlo”.

Il film di Vicino vuole essere quindi una speranza per tutti quei giovani autori italiani che cercano di farsi strada nel mondo del cinema, soprattutto perché sottolinea l’importanza della cultura, unico mezzo secondo il regista per ripartire e dare una nuova vita al cinema del nostro paese:

“Lovers parla proprio del ritorno ai libri come madre per poter riuscire a vincere sull’ignoranza, perché quello che vediamo al cinema è solo frutto di ignoranza. Ho raffinato il concetto (rispetto ai film precedenti [n.d.r.]) proprio parlando soltanto di cultura. Chi è ignorante in amore, probabilmente è felice, ma nello stesso tempo è uno schiavo. Se invece sei una persona colta e sai che il tuo fidanzato ti tradisce, magari sei infelice ma sei libero”.

Riguardo invece alla scelta particolare di raccontare l’amore attraverso quattro storie diverse, con gli stessi interpreti, Vicino ha risposto:

“In amore tutte le nostre azioni hanno delle conseguenze, quindi se ci comportiamo bene, potrebbe andare bene, ma se ci comportiamo male c’è un karma che prima o poi torna”.

Lovers arriverà nelle sale italiane il prossimo 5 aprile, con il sostegno del noto brand newyorkese Tiffany & Co.