Gianni Amelio e La tenerezza come necessità: intervista al regista e al cast del film

Un elogio della tenerezza che non ha eguali, quello fatto dal regista Giovanni Amelio e arricchito dagli interventi di un cast spettacolare.

Un regista che incanta con la forza delle parole, bloccando il respiro di chi lo ascolta. È questo il profilo intellettuale di Giovanni Amelio, che torna dietro la macchina la presa per dirigere Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti e Renato Carpentieri in La tenerezza (trailer).

Un titolo dal significato polivalente, esaustivo eppure ambiguo; un titolo che dà adito a Gianni Amelio di iniziare una lunga trattazione sul significato della parola tenerezza.

“La tenerezza non si definisce, perché non so ancora se è un atteggiamento o un gesto. Voi come la definireste? Non ho mai pensato cosa significa, il titolo [del film] è venuto fuori per caso […]” – ha detto il regista calabrese durante l’incontro stampa – “La tenerezza di cui parla papa Francesco; la tenerezza come necessità; la tenerezza di cui abbiamo bisogno per scacciare l’ansia, soprattutto oggi che siamo prigionieri di un mondo dove non ti aspetti cosa potrebbe succedere, un mondo fatto di trappole. E non è un caso che il film si apra e si chiuda con due processi in cui si intuisce che c’è qualcosa di torbido nell’imputato. Il personaggio di Elena è il primo che lo segnala al padre, che invece fa finta di nulla”.

“In questo mondo siamo da una parte timidi dall’altra vergognosi perché fare un gesto di tenerezza significa diventare deboli e anche le donne ormai hanno capito che la tenerezza va data quando ce n’è bisogno e quando è autentica. Ci vuole tutto il percorso che fa Elena per salvare il padre e forse guarirlo.” – dice il regista, parlando nel dettaglio della scena in cui il padre prende per mano la figlia, della ricerca di lei di avere un rapporto col genitore. E a proposito delle mani continua dicendo: “Io poi ho un riferimento che non dimentico sulle mani che è Ladri di biciclette, l’impulso del bambino che prende la mano del padre che è stato bastonato. Nel mio film è il padre che prende per mano la figlia perché è colui che ha sbagliato”.

Focalizzandosi su una scena in particolare, che è quella in cui il personaggio interpretato da Elio Germano (Fabio) imbocca la moglie, di cui veste i panni Micaela Ramazzotti, Gianni Amelio racconta:

“È una scena che non ho potuto controllare, l’hanno fatta gli attori. Fabio che imbocca la moglie Michela col cucchiaino senza vederla, come se conoscesse a memoria il suo volto. E lei che ripete più volte ‘tu mi hai bloccato’. Si tratta di una scena totalmente improvvisata. L’unica qualità che mi attribuisco è quella di aver scelto questi attori”.

gianni amelio

Parlando del suo punto di vista sulla scena in questione Michaela Ramazzotti dice:

“È una scena che mi comunica molto eros. Mi è piaciuta molto perché mi sono divertita.” – e continua facendo un elogio bellissimo al regista – “Noi siamo stati adottati da Gianni ed è stata una fortuna. Il fatto di avere una grande libertà e che c’è qualcuno pronto a prenderti così come sei, qualsiasi cosa tu faccia. Grazie!”.

Un pensiero bellissimo quello dell’attrice, che nel suo concetto di adozione esprime con fare commosso tutta la gratitudine nei confronti di un regista che nella sua missione artistica si fa padre, in grado di comandare ma anche di lasciar liberi i propri “figli”. Non è da meno, d’altro canto, Elio Germano, che per dire la sua sulla suddetta scena si esprime con parole che sono pura poesia:

Gianni ti abita e io auguro a tutti i miei colleghi di poter lavorare con Gianni. Nella sceneggiatura iniziale c’era una scena in cui Lorenzo si trova quasi per caso a vedere loro due [Fabio e Michela] che fanno l’amore… forse Gianni voleva comunicare proprio quello che poi noi abbiamo riportato sullo schermo”.

La scena infatti vede marito e moglie in una scena intima, non prettamente erotica, ma che potrebbe diventarlo da un momento all’altro. Chiaramente il personaggio interpretato da Carpentieri, il protagonista Lorenzo, si imbarazza e gli si legge negli occhi.

“Non c’è solo imbarazzo ma anche, come dire… il pensare che è una famiglia felice. Il dialogo [tra loro] non è interessato, sono due persone che iniziano a parlare di cose intime e lì inizia ad aprirsi questo personaggio che all’inizio è un po’ chiuso”, dice Renato Carpentieri.

Sulla scia di Germano e Ramazzotti anche Giovanna Mezzogiorno si lascia andare a complimenti al regista:

“[…] Bisogna abbandonarsi e fidarsi completamente, più che andare verso un film o un personaggio, occorre lasciare che sia lui a venire a venirti a prendere. Nella mia esperienza personale posso dire che c’è sempre un momento in cui perdi il controllo e non sai dove stai andando. È bello prepararsi un film ma non troppo [bisogna anche lasciarsi andare].”

Gianni Amelio ha poi parlato della sua collaborazione con Renato Carpentieri, che scherzando paragona a Sean Connery e della scelta di Greta Scacchi, non presente in conferenza.

“L’unico fiuto che ho come regista è che ci so fare con gli attori” – e parlando della scelta del cast dice: “Sapevo che Greta Scacchi doveva andare a Ragusa e io mi sono precipitato lì ma lei mi fa detto che voleva il copione un mese prima perché non padroneggia bene l’italiano. Io ho sempre un po’ di paura quando è così, quando gli attori sanno troppo bene la parte, ma quando l’ho messa davanti alla macchina da presa sapeva la parte a memoria e nonostante questo ha cercato le parole, come fanno le grandi attrici”.

Oltre a parlare della differenza tra l’opera filmica e il libro dalla quale è tratta, Amelio non ha fatto a meno di sottolineare il suo amore per Mario Monicelli:

“Adoravo Monicelli sia come regista che sul lavoro. Una volta su set mi dissero ‘A Gianni me pari Monicelli’ e per me è un complimento. Essere come Monicelli significa che sei il padrone del vapore che guidi, non perché te lo dice qualcun, ma perché senti proprio che non potrebbe essere diversamente”. 

La tenerezza, prodotto da Pepito Produzioni con Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution in circa 200 copie, è in uscita nelle sale dal 24 aprile.