Il libro della giungla: Intervista ai doppiatori italiani del live-action Disney

La foresta tropicale torna sui grandi schermi il  con il live-action targato Disney Il libro della giungla (QUI la nostra recensione in anteprima), e a Roma i doppiatori italiani del film vengono a presentare il loro lavoro. Leggete cosa hanno da dire Toni Servillo (Bagheera), Giovanna Mezzogiorno (Kaa), Neri Marcorè (Baloo), Violante Placido (Raksha) e Giancarlo Magalli (Re Luigi) sul film di Jon Favreau e quali sono i loro ricordi Disney.

Il Libro della Giungla: voce ai personaggi. L’intervista ai doppiatori del live-action Disney

Raccontateci come sono i vostri personaggi e il vostro rapporto con la Disney.

Toni: Ho con la Disney un lungo rapporto perché la guardavo sia da bambino, sia da padre, con serate passate al cinema o a casa con le videocassette. Il mio preferito è La spada nella roccia. Per quanto riguarda Bagheera, è colui che indica al bambino la strada dell’esperienza, è il chiarificatore del bene e del male. È il maestro che ognuno vorrebbe avere. Ti fa vedere la strada da intraprendere ed è il fiancheggiatore nella crescita di Mowgli.
Giovanna: Come tutti sono nata e cresciuta con i cartoni Disney, adoravo Bianca e Barnie, e come genitore noto che i cartoni sono molto cambiati, e così i bambini. Quei cartoni che io ho amato nella mia infanzia ora come ora un pochino annoiano i più piccoli. I ritmi, le animazioni si sono così raffinati che se facciamo vedere loro un vecchio classico non apprezzano particolarmente. Il personaggio di Kaa ha la complessità di chi seduce, ti stritola, con la sua doppia faccia.
Neri: Ho imparato a leggere con i libri di Topolino quindi sono grato alla Disney, il mio preferito è Robin Hood, lo so quasi a memoria. Questo è un film bellissimo, un po’ manicheo, ma ci sta, eppure può rivolgersi anche agli adulti. In quanto a Baloo, ovviamente è il protagonista del film! Scherzi a parte, è un animale che rispetta meno le regole, giocherellone, ma sulla bontà del suo cuore non ci sono dubbi.
Violante: La Disney ci ha fatto sognare e vivere mille avventure, il mio classico preferito è Gli Aristogatti, ma anche Il libro della giungla mi è sempre piaciuto tanto, questo per il mio amore verso gli animali. La tecnologia usata nel film ha creato un viaggio nella natura con un sound design pazzesco, vivi i pericoli della natura, sono intorno a te, ed è un’esperienza fantastica. Sono la mamma lupa e mi sento molto vicina a questo animale. La realtà, il rispetto del branco, la protezione che danno. Lei terrebbe per sempre Mowgli, mi sono emozionata infatti durante il doppiaggio. Invito veramente tutti ad andare a vedere il film invece che andare allo zoo.
Giancarlo: Anche io naturalmente sono legatissimo alla Disney. Con due figlie ho sempre vissuto felicemente il compito di genitore che porta le bambine al parco giochi Disney. E sono felice che dopo vent’anni la Disney mi abbia richiamato: dopo Hercules, dove ero un caprone pelato, ora sono una scimmia gigante! Chissà se la Disney vede le foto prima di chiamare il doppiaggio! I personaggi sono anche dark, ma è quello che ormai i bambini vogliono!

il libro della giungla

Recitare con la voce non è un lavoro da nulla, quanto trovate difficile il lavoro del doppiaggio?

Neri: È una tecnica, sapendo quali sono i codici potrebbe addirittura sembrare una pratica più semplice poichè senza pubblico. Non sapevo da giovane che avrei fatto questo lavoro, ma già all’università mi appassionavo molto a questo mondo. Ringrazio chi da giovane mi permise di seguire il doppiaggio.

Giancarlo: È una questione più di sincrono che di recitare bene. Il fatto è che a volte i cartoni sono fatti a misura dei doppiatori originali, quindi loro sono facilitati, sei tu che devi trovare il modo di farcela!

Giovanna, la scena de Il Libro della Giungla in cui compare Kaa è breve ma intensa: ti sei ispirata al doppiaggio di Scarlett Johansson?

A dire la verità non ho sentito la versione della Johansson, ho ascoltato soltanto degli inizi perché volevano farmi capire dove avrebbero aggiunto degli effetti. Non avevo mai fatto doppiaggio ed è stato veramente bello. Avevo fatto dei provini, ma nessuno mi aveva mai presa a dire la verità ed era una cosa che mi è sempre dispiaciuta. È stato molto interessante, nuovo, molto bello.

Neri, come avete lavorato sulla famosissima canzone Lo stretto indispensabile?

Si era preso il testo originale della canzone, ma per una questione di sincrono ho pensato io che fosse meglio applicare delle modifiche. La canzone poi la conoscevo, si trattava solo di divertirsi.

Ormai la motion capture è pratica usatissima in America, voi che ne pensate? La fareste mai se ci fosse una produzione italiana interessata a riguardo?

Toni: Non credo che avrò vita abbastanza per farla! È fuori dai miei interessi. Anche il doppiare Bagheera non era previsto, ma appena i miei figli hanno sentito la proposta mi hanno urlato “Fallo papà!”. Non è per snobberia, è che non mi appartiene. La bellezza della persona è il suo essere viva.
Neri: A me affascina, anche se ci sta il pensiero che un domani l’attore non servirà più. Per questo ringrazio il teatro! E poi in Italia…non penso si ancora fattibile. Sono incuriosito, ma penso come Toni che reciterò per il resto della mia vita in carne ed ossa.
Violante: Anche io penso che per la mia natura un po’ selvatica mi sentirei costretta in quelle strette tutine.

Vi è piaciuto più il film di Jon Favreau o il cartone originale del 1967? O addirittura il libro?

Giovanna: Ho visto il cartone animato de Il Libro della Giungla sia da piccola  che da grande con i miei figli e poi ho visto il film live-action, trovo sia impossibile paragonarli. Sono due storie così diverse. Forse i bambini potrebbero ritenere la nuova versione meno piatta.
Giancarlo: Se il film fosse uguale al libro io non ci sarei qui, quindi meglio il film!

Sul piano dei contenuti, sembra accentuato nel film il fatto che l’uomo non è per niente migliore degli animali, che ne pensate?

Giancarlo: Si forse è vero. Il fatto che davanti alla siccità gli animali siano in tregua è stupendo, farei vedere la scena a palazzo Chigi almeno un paio di volte al giorno!

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