I delitti del Barlume 11: Roan Johnson ed Enrica Guidi parlano della serie TV

L'undicesima stagione del longevo show Sky Original conta su un cast affiatato e corale: abbiamo incontrato il regista Roan Johnson e l'interprete di Tizi

I Delitti del Barlume è una serie Sky Original: l’undicesima stagione, con ben tre episodi al posto dei soliti due annuali, è arrivata il 12 gennaio su Sky e Now. È una serie che è letteralmente cresciuta con i suoi creatori, in un lavoro di squadra composto da regista, sceneggiatori e attori in ruoli spesso interscambiabili.
Per il lancio in tv delle nuove puntate, che erano già state presentate in anteprima al Torino Film Festival 2023, abbiamo incontrato il regista storico, Roan Johnson, che dalla seconda stagione contribuisce con la sua regia a dare un tono frizzante che è quasi la caratteristica portante dello show, ed Enrica Guidi, attrice protagonista nel ruolo di Tiziana Guazzelli detta Tizi.

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Intervista a Roan Johnson, regista de I delitti del Barlume 11

Il 12 gennaio 2024 è arrivata su Sky la nuova stagione, l’undicesima, dei Delitti del Barlume: che si può dire ormai faccia parte della tua vita oltre che del tuo lavoro, perché hai contribuito non poco a rendere la serie quello che è. Dalla prima volta in cui hai messo piede nel Barlume, com’è cambiato il tuo approccio creativo e umano con lo show?

Roan Johnson: “È cambiato tantissimo, la prima stagione era un po’ un punto interrogativo. Sai, venivamo da una stagione dove varie cose, anche per sfortune o forse reazioni chimiche sfortunate, le cose non erano andate bene, ma per fortuna né Sky né Palomar volevano abbandonare la serie.
E con un tentativo abbastanza azzardato e unico hanno voluto ripartire da zero per ripensarla. Siamo partiti camminato sulle uova di serpente, però con una grande premessa che è stata quella della produzione che era quella di dire “osate”: che è una cosa che si dice raramente, per non dire mai, agli sceneggiatori e ai registi, ma questo ci ha portato fortuna.
Come hai detto te nella premessa, ci ha portati undici anni dopo ad essere ancora qui, e a far sì che sia diventata non solo una serie ma anche parte della nostra vita, perché il lavoro si è mischiato molto con il vissuto. Sai, stiamo lì due tre mesi all’anno, ogni estate, tutti insieme, quasi tutti si portano le famiglie, e siamo cresciuti insieme.”

La serie è iniziata nel 2013, tu sei arrivato nel 2014, rispetto alle prime edizioni noto che c’è una continuità più serrata, per quanto può e deve permetterlo uno show che si rinnova da un anno all’altro con 300 giorni in mezzo tra un blocco di puntate e l’altra. Una continuità che si crea narrativamente anche e forse soprattutto per le dinamiche e le triangolazioni interpersonali più che su vere e proprie sottotrame. Come lavori sulla progressione dei personaggi insieme agli attori? Che interscambio c’è tra di voi per farli evolvere?

“Intanto, il più grande mutamento che c’è dall’inizio è il mutamento genetico più grosso è stato quello di passare da una serie che era fatta solo di puntate verticali ad una che dà più spazio all’orizzontalità, che ora è una componente preponderante rispetto alla verticalità. Inoltre, se prima era una serie con un protagonista praticamente unico, ora è molto più corale, sia per gli innesti di Corrado Guzzanti, Stefano Fresi, ma anche per la valorizzazione di personaggi che all’inizio partivano come ancillari -a partire ad esempio dalla Fusco di Lucia Mascino, dalla Tizi di Enrica Guidi- o che dovevano essere delle macchiette o poco più che comparse, come Cioni (Daniele Marmi) e Govoni (Guglielmo Favilla) o Tassone (Michele Di Mauro), e invece ora piano piano hanno preso sempre più spazio diventando veri e propri protagonisti di puntata.”

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“Con gli attori è un lavoro che facciamo dopo aver scritto le sceneggiature, che scriviamo molto prima: c’è già quindi una solidità strutturale, uno scheletro, una spina dorsale forte, che ci aiuta a non perdere la bussola. Poi però nelle scene l’apporto di grandi, grandissimi attori che sono dei mostri (penso a Guzzanti, a Filippo Timi, alla Mascino, a Di Mauro che era venuto una volta a fare tre pose e alla fine si è preso un ruolo determinante), e lì lavoriamo insieme per trovare i ritmi comici, i tempi, se ne discute insieme due o tre giorni prima della scena o a volte direttamente sul set, perché c’è qualcosa che non torna, magari l’attore ha dei dubbi… e io penso sempre che l’attore ha una visione diversa e per questo in qualche modo anche privilegiata perché la vede in soggettiva rispetto a me.
Un po’ come allenatore e giocatore, nel calcio: uno ha la visione dall’alto ma non può avere la visione del campo. Poi tanti miei attori sono anche registi, come Alessandro Benvenuti, Timi…”

Intervista ad Enrica Guidi, protagonista in I delitti del Barlume 11

Il Barlume è un po’ un faro produttivo di qualità nella serialità italiana: partita in sordina, è cresciuta anche grazie all’apporto creativo degli attori che ha permesso un’evoluzione coerente dei personaggi. sei cambiata rispetto ad undici anni fa, quando hai iniziato ad interpretare la Tizi?

Enrica Guidi: “Si, effettivamente in undici anni c’è la possibilità di evolvere il personaggio ma anche la persona. Un conto è quando fai un film, altro è quando sei in una serie così longeva, che è davvero raro, perché ti dà l possibilità di crescere insieme al tuo personaggio. Di prendere per mano persona e personaggio e fare insieme una strada.
È un’opportunità che ci danno gli sceneggiatori, io ad esempio con il personaggio di Tiziana Guazzelli da essere dipendente del bar sono passata ad essere proprietaria con relazioni sentimentali con Massimo Viviani (Timi) e fino a diventare madre del piccolo Amperio, poi è subentrato il fratellastro (Fresi)…. diciamo che le evoluzioni sono state tante.
Il punto di forza è sicuramente il divertimento e l’ironia insieme all’autoironia, e in questa serie anche grazie a sceneggiatori eccezionali si può ridere di tutto, anche delle cose più tragiche.”

Infatti, a proposito di cose tragiche, voi lo scorso anno avete anche registrato in pandemia, anzi siete stati se non ricordo male uni dei primi set a ripartire…
“Dunque: siamo nel 2023, la pandemia è stata due anni fa…. Devo fare i conti! Perché purtroppo è stata così forte e influente sulla vita di ognuno di noi, chi più chi meno, che ce la portiamo dietro come una pesantezza.
Però si, noi siamo stati tra i primi set a riprendere, la fortuna è stata anche di lavorare in una location da favola: Pineta, il paesino di mare dl racconto, è ricreata all’Isola d’Elba, a Marciano Marina, quindi parliamo di un set con il mare, con tanta aria aperta, lavorazione ad inizio estate… c’era più respiro rispetto alle città.
Abbiamo girato in massima sicurezza ma da tre anni ad adesso ci sono stati personaggi ed animali che hanno animato un po’ tutto: dalle videochiamate siamo arrivati ad avere pecore e capre al bar!”

Tu sei una bellissima donna ma anche una donna piena di sorriso, solare, molto positiva: è complicato immergerti ogni anno in un personaggio come la Tizi che è molto più spigolosa e litigiosa?

“Metto la mia energia. Poi ci metto tutto quello che posso: un po’ come tutti gli attori e attrici, mi diverto a cambiare, ad esplorare cose diverse, caratteri diversi. Poi negli anni c’è sempre qualcosa di nuovo: un anno di nervosismo, poi di gelosia, poi di sfinimento per i figli… sfumature sempre diverse per divertirmi io e per divertire chi guarda.
E il divertimento è anche dato dallo scambio che c’è tra noi attori perché sono veramente tutti bravissimi, ci sono alcune volte che con Fresi, Guzzanti, Timi, è difficilissimo rimanere seri.”

Sono undici anni che tu sei in pratica Tizi: hai iniziato con il Barlume, ma poi hai fatto anche altro, compreso tanto cinema (tra gli altri con Paolo Ruffini, Edoardo Leo, Nunzio e Paolo). Hai avuto però qualche momento in cu ti sei sentita ingabbiata dal personaggio?

“Ognuno ha la sua storia. Come per tutto e tutti ci sono i pro e i contro. Ingabbiata sì ma è una gabbia dorata! A me piace tantissimo, sono proprio felice di interpretare Tiziana ne I Delitti del Barlume, per tantissimi motivi, non ultimo come hai detto tu perché è stato il mio ruolo da esordiente. Non è che venivo da altro, avendo iniziato proprio con questa serie sono legata tantissimo alla serie e molto grata, perché comunque da esordiente dopo quattro provini essere stata scelta per un ruolo da protagonista mi ha reso felice.
E grata. Poi si, c’è la difficoltà di essere vista o venire in mente come l’attrice sempre riccia, come se non potessi cambiare look; toscana, come se non potessi parlare altri dialetti; quel limite un po’ c’è. Poi però quando arrivo sul set magicamente tutto scompare.”