I Delitti del BarLume – stagione 11: recensione della serie TV

Non si ferma la corsa della serie tratta dai romanzi di Vivaldi, una serie che migliora anno dopo anno

I Delitti Del Barlume è la serie Sky Original, trasposizione dei romanzi di Marco Vivaldi e adattata per lo schermo con la regia di Eugenio Cappuccio (st.1) e Roan Jhonson (dalla st.2).  La struttura inizialmente era quella, semplice e diretta, degli episodi autoconclusivi, con commedie gialle ambientate nel paesino sul litorale toscano di Pineta, con protagonista Massimo Viviani, proprietario di un bar sul lungomare dal nome, appunto Bar Lume.

Il trailer della nuova stagione de I Delitti del BarLume!

I Delitti del BarLume: una serie trasformista

Ma l’arrivo di Jhonson, che in tv ha adattato i romanzi storici di Camilleri con gusto autoriale, ha messo lentamente in luce le potenzialità inespresse dello show: dopo infatti un periodo di rodaggio, nel 2017 con la quarta stagione il Barlume è esploso, con storie gialle sempre più delineate e interessanti ma soprattutto con un’attenzione inedita per lo sviluppo dei personaggi, i loro caratteri, i loro colori.

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Restituendo anche, a tratti, quell’insostenibile leggerezza che riempie gli spazi tra il sorriso e il pianto, fidelizzando gli spettatori e rendendo di fatto i due episodi annuali -veri e propri film per il piccolo schermo- un appuntamento irrinunciabile, dando consistenza a trame prima un po’ troppo trasparenti.

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Il Barlume è diventato allora un vero e proprio work in progress: una strada lunga undici anni (finora) che ha saputo fare dei piccoli aggiustamenti in corso d’opera a rasentare la perfezione produttiva, un reale punto di riferimento per la serialità all’italiana.
Anche a costo di restringere lo spazio dedicato al primo protagonista, Filippo Timi, dando giustamente sempre più risalto ai personaggi meglio riusciti e con più successo per il pubblico – e non solo -: esemplare in questo caso sia Stefano Fresi che Michele Di Mauro, un faro comico insieme alla sua “spalla” Corrado Guzzanti.
Intelligentemente, i rapporti interpersonali sono diventati sia il nucleo narrativo che faceva progredire la continuità della serie, sia il nucleo emotivo degli episodi, con l’abilità non da pochi in sceneggiatura di far procedere la linea gialla in maniera strumentale e rappresentativa del senso di ogni racconto.

La trama

Torna l’estate a Pineta e con lei le risate e le indagini. Il padrone di casa di Massimo, Beppe e tizi viene trovato morto in un pozzo: loro rischiano di rimanere senza casa e Pasquali la bancarotta. C’è un incidente durante una battuta di caccia e la Fusco non ci vede chiaro, mentre il sindaco Pasquali per far fronte ai debiti dl comune, multa tutta Pineta scatenando le ire dei “bimbi”. L’accoltellamento di un imprenditore vede coinvolto il padre della Tizi, preda delle amnesie. Ma davvero è stato lui? Una valigetta piena di soldi sembra essere la risposta a tutto, anche ai debiti di Pasquali, mentre al Barlume si svolge un improvvisato concerto di Orietta Berti con i Bimbi e Beppe a fare da coro.

I Delitti del BarLume – stagione 11: valutazione e conclusione

I tre nuovi episodi della undicesima stagione sono Il Pozzo Dei Desideri, La Girata e Sopra la Panca.
Certo, Roan Jhonson è ormai entrato in quella che viene comunemente definita comfort zone: ovvero, un posto ideale che da teorico ha anche trasformato in geografico. Gli adattamenti dei romanzi editi da Sellerio erano e rimangono impregnati di Toscana: così come Monterossi (altra opera di Johnson) è denso di Milano e C’Era Una Volta Vigata sono piene di Sicilia.

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Segna così un altro punto a suo favore I Delitti del Barlume, una regionalità (che si fa glocal) corposa e mai invadente, insieme alla coralità del cast e dell’azione che si traduce in una pluralità di voci interpretative che hanno affiancato e molto spesso superato Timi, attore e personaggio in debito di ossigeno da un bel po’.
Probabilmente dalla drammaturgia di Camilleri (che Jhonson come detto sopra conosce bene, da La Concessione Del TelefonoLa Stagione Della Caccia) è stato mutuato il gusto di costruire storie parallele e apparentemente lontane per poi, sul finale, intrecciarle in maniera sorprendente.

Se comunque nella stagione del 2023 la serie sembrava mostrare un po’ la corda, irrigidita in alcune nuove regole e probabilmente affossata da una lavorazione durante la pandemia, questa undicesima sembra ritrovare lo spirito giusto, goliardico e ammiccante, sempre efficace nelle sue divagazioni, sempre centrato nei caratteri.

Regia - 3
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

3.7