Gianni Costantino su Sposa in rosso: “il realismo nella vita non basta”

La nostra intervista a Gianni Costantino, il regista di Sposa in Rosso, al cinema dal 4 agosto 2022.

Il fascino spagnolo dell’attore protagonista Eduardo Noriega, ma non solo. Sposa in rosso, la commedia corale diretta da Gianni Costantino, è un film che, muovendosi tra romanticismo e avventura, tra realtà e finzione, fa riflettere anche su una generazione che fatica a trovare un posto nel mondo, e nei confronti dei quali spesso la vita si accanisce. È il terzo lungometraggio di Costantino, dopo Ravanello Pallido (con Luciana Littizzetto e Neri Marcorè) e Tuttapposto (con Luca Zingaretti e Monica Guerritore). Sposa in rosso arriva nei cinema il 4 agosto 2022, e mette sul tavolo una curiosa storia che coinvolge due quarantenni precari (in cerca di riscatto), che inscenano un matrimonio finto in Puglia per intascare i soldi delle buste degli invitati. La pellicola, prodotta da Vision Distribution e Fenix Entertainment, e distribuita da Adler Entertainment, vede nel cast, oltre alla coppia di attori protagonista Sarah Felderbaum-Eduardo Noriega, anche Anna Galiena, Massimo Ghini, Dino Abbrescia, Cristina Donadio, Maurizio Marchetti e Roberta Giarrusso. In occasione dell’uscita al cinema del suo film, abbiamo intervistato il regista Gianni Costantino.

Gianni Costantino parla di Sposa in rosso – “Il senso del film è che a volte il realismo nella vita non basta, devi inventarti la tua storia, osando e immaginando, e avere il coraggio di viverla fino in fondo

Una critica al realismo attraversa tutto il film che, mettendo in discussione il concetto di verità (tutto è finto, la verità è sopravvalutata), esorta invece a creare “un senso di realtà” attraverso una visione, osando e immaginando. Pensa ci sia più verità nell’arte, che nella vita e nelle relazioni quotidiane?

“Penso che l’arte sia lo strumento più sublime per giungere alla verità attraverso le bugie. Il senso del film è proprio che a volte il realismo nella vita non basta, devi inventarti la tua storia, osando e immaginando,  e avere il coraggio di viverla fino in fondo.”

Com’è nata l’idea di questo soggetto?
Da una chiacchierata con una coppia di amici su un loro finto matrimonio per intascare “le buste” dei parenti e riuscire così a dare la “caparra” per comprare un appartamentino a Roma. E dall’osservazione di tanti quarantenni attorno a me ancora alla ricerca di un’occasione per trovare il proprio posto nel mondo, la propria realizzazione professionale e sentimentale.”

Nel film cita più volte le opere di Billy Wilder, come Sunset Boulevard e A qualcuno piace caldo; di uno dei registi e sceneggiatori più eclettici della storia del cinema. È il suo modello di riferimento?
Modello inimitabile ed irraggiungibile. Diciamo che i due film citati rappresentano gli estremi dello spettro emotivo di questa commedia. Allo stesso tempo divertente e malinconica, travolgente e riflessiva.

Gianni Costantino CINEMATOGRAPHE.IT

Alcuni personaggi eccentrici, come zia Giada e il falso prete, contribuiscono a colorare di allegria e spensieratezza il film. Ma qual è il personaggio che ha amato di più, e perché?
“Direi proprio il protagonista Leòn, perché come lui anch’io mi sono sentito a un certo punto un naufrago, un esule, con la disperata voglia di reinventarmi per trovare la mia vera identità.”

In una delle scene più romantiche, proprio Leòn si gioca la carta della teoria dei multiversi (fra quelle che suggeriscono che il tempo e lo spazio che possiamo osservare non sono l’unica realtà possibile) per dare il primo bacio vero a Roberta, la quale per nessuno sembra voler rinunciare alla sua libertà. Questo personaggio in qualche modo le assomiglia?

Provo un piacere smisurato nel raccontare storie in cui identificarmi. Alla fine la chiave del multiverso è proprio questa: tutto può succedere se hai la fantasia di immaginarlo”

Come dicevo prima sì, in certa misura mi assomiglia per il percorso della sua maturazione personale. Per il passaggio dalla cronaca del reale alla sua trasfigurazione artistica. Anch’io provo un piacere smisurato nel raccontare storie in cui identificarmi. Alla fine la chiave del multiverso è proprio questa. Tutto può succedere se hai la fantasia di immaginarlo.”

Sposa in rosso è la commedia da andare a vedere assolutamente al cinema, perché…?
“Perché offre allo spettatore un mix di romanticismo e disincanto, leggerezza e voglia di riscatto, un’avventura in cui tuffarsi che ti lascia in bocca il gusto di un amore che non ti incatena a niente ma ti restituisce la libertà. È un balletto in equilibrio tra realtà e immaginazione.”