Genitori quasi perfetti: intervista alla regista e al cast [VIDEO]

Le videointerviste alla regista e ai protagonisti di Genitori quasi perfetti, una commedia agrodolce sulle fragilità dei genitori di oggi: Laura Chiossone, Anna Foglietta, Paolo Calabresi, Elena Radonicich, Marina Rocco e Lucia Mascino.

Dopo l’interpretazione drammatica della madre borderline di Un giorno all’improvviso, che le ha fruttato un David di Donatello e un Nastro d’Argento come Migliore attrice, Anna Foglietta torna protagonista in Genitori quasi perfetti, commedia al vetriolo sull’essere genitori a inizio millennio. Ritroviamo l’attrice nei panni di una mamma single, ma avvolta da piccole e grandi ansie genitoriali che affronta sempre con una certa tenerezza.

L’abbiamo incontrata, per la prima delle nostre videointerviste, insieme a Paolo Calabresi ed Elena Radonicich. Il primo impersona un marito compunto, spesso sopraffatto dalla moglie, la seconda invece copre la parte di una madre lesbica che ha avuto la sua bambina grazie alla fecondazione assistita.

A margine della presentazione ufficiale del film abbiamo parlato con gli attori della preparazione alla parte, dei padri di oggi, di maternità LGBTQ e della loro personale empatia verso questo circo di personaggi alle prese con una genitorialità stressata. O forse stressante. Il film arriva in sala il 29 agosto in circa 200 copie, distribuito da Adler Entertainment.

Abbiamo fatto qualche domanda anche alla regista Laura Chiossone, che da madre ha una visione molto chiara e disincantata sull’esser genitori in un’epoca di separazioni, coppie di fatto e ansie di varia provenienza riversate più e meno consapevolmente sui figli. Con lei siamo andati ad approfondire le difficoltà e le fragilità dei genitori single raccontati nel film, ma non solo le loro.

Con le due attrici Lucia Mascino e Marina Rocco, invece, si è parlato non solo dei molti piccoli attori sul set, ma del carattere dei loro personaggi. La prima interpreta una madre sposata ma buonista, la seconda un’estetista che combatte la solitudine dell’allevare la figlioletta dedicandosi principalmente alla propria immagine, e per deformazione professionale a quella degli altri.