Free – Liberi: Enzo Salvi e Fabrizio Maria Cortese parlano del film

Free liberi è il film in sala dal 26 ottobre di cui ci parlano il regista Fabrizio Maria Cortese e l'attore Enzo Salvi.

Fabrizio Maria Cortese torna al cinema e, come con il precedente Ho amici in Paradiso, sceglie di affrontare con la commedia una classe molte volte tralasciata dalla nostra società. Sono gli anziani di Free – Liberi, presentato in anteprima ad un evento collaterale della 77esima Mostra del Cinema di Venezia, gli eroi di una pellicola che sceglie di far ripartire puntando ai sogni, così come il cinema italiano si sta approcciando a questo periodo di prevenzione e attenzione al Covid-19. Ripartire, dunque, e farlo a qualsiasi età, in qualsiasi momento, inseguendo i propri sogni e facendolo, nell’opera di Cortese, con i personaggi interpretati da Sandra Milo, Ivano Marescotti, Corinne Cléry, Babak Karimi, Antonio Catania e Enzo Salvi. E proprio con quest’ultimo, come con il regista e sceneggiatore Fabrizio Maria Cortese, abbiamo parlato della libertà dei protagonisti di Free liberi, in sala dal 29 ottobre.

Fabrizio Maria Cortese, dopo Ho amici in Paradiso anche Free liberi sceglie come suo tema un argomento solitamente marginale, in questo caso legato all’anzianità. Come mai questa scelta e soprattutto da cosa viene il volerla declinare nei connotati della commedia?

Fabrizio Maria Cortese: “La commedia è un genere davvero traversale a livello di pubblico, ti permette di arrivare a più gente, dai giovani alle persone di tutte le età. Sicuramente a chi ha voglia di farsi una risata senza dover necessariamente pensare. In più anche il tema del ripartire, presente e centrale nel film, è qualcosa da dover trattare in quanto importantissimo. Lo fanno i personaggi di Free liberi, ma dobbiamo farlo anche noi altrimenti non andiamo da nessuna parte. Bisogna saper fare dei prodotti con la consapevolezza di saper fare quanto più bene alla gente e, ancor più, alle sale. Sappiamo che, ad oggi, la gente ha paura di tornare in sala, ha paura di uscire, di stare al chiuso perché non c’è il distanziamento giusto. È chiaro che ci troviamo davanti a un problema serio, ma bisogna lottare per sconfiggerlo, altrimenti sarà un disastroso. Le piattaforme servono, sono utili, perché fanno rimanere in vita il prodotto, ma se esistessero solo loro sarebbe una tragedia.”

Una ripartenza che riguarda, come hai ben spiegato, anche i tuoi personaggi. Quanto è liberatorio poter scrivere di persone che si buttano a capofitto in una seconda possibilità? 

F.M.C.: “Penso sia fondamentale perché tutti noi abbiamo dei sogni, poi magari nella vita hai paura di intraprendere delle scelte, invece scrivendo un personaggio e adattandolo alla situazione è più semplice, anche quando con questo vuoi lanciare un messaggio.”

Tra questi protagonisti e i loro desideri c’è anche una Sandra Milo in veste di eroina romantica. Come è stato lavorare con una tale icona e costruirle questo personaggio incantato addosso? 

F.M.C.: “Sandra Milo è davvero un’icona, dà speranza soltanto a guardarla. È così forte e battagliera, con tanta energia, che qualsiasi cosa fa ti fa pensare positivo. È per questo che l’ho scelta. Lei è proprio un’eroina romantica, è quella che dice che l’anziano casca, si rialza, è come un bambino che ha voglia di sopravvivere, ma soprattutto di farcela. Per questo Sandra Milo rappresenta, per me, un esempio, è un mio personale modello.”

Fabrizio Maria Cortese e Enzo Salvi: “Il cinema deve ripartire e lo fa dalla Mostra di Venezia.”

Deve essere un’emozione presentare inoltre il proprio film a un evento come la Mostra del Cinema di Venezia.

F.M.C.: “È incredibile. Sono venuto altre volte, ma stare qui, con il mio film mi inorgoglisce in modo assurdo. È la prima volta e sono davvero felice. Ripartire da Venezia è, tra l’altro, fondamentale.”

Enzo Salvi: “In questo momento drammatico essere a Venezia e rappresentare la ripartenza del cinema è motivo di orgoglio, perché siamo qua per dare la spinta giusta perché il pubblico possa ritornare al cinema. È vero, tutti parlano delle piattaforme, ma qui bisogna riportare i film al cinema, la gente al cinema, dove ci sono operatori dello spettacolo, ci sono le manovalanze che vivono con il cinema e grazie al cinema. Questo mi fa molto piacere e sono felice di essere a questo evento in questo periodo storico e, per la prima volta, a presentare un film.” 

Non solo anziani, però, in Free liberi, vista la presenza di un “giovane” come Enzo Salvi.

E.S.: “Io sono l’aggregato anziano. Interpreto il fratello di Ivano Marescotti e resto coinvolto in questa bellissima avventura. Ho avuto il piacere di essere richiamato da Francesco Maria Cortese con cui avevo già interpretato una parte in Ho amici in Paradiso. Qui ho un ruolo molto particolare, sono un cuoco compulsivo e ossessivo, fissato con il suo aspetto fisico e incapace di accettarsi. Nel film segue questa fuga verso la libertà insieme al fratello e circondato da questi altri quattro anzianotti. Il film è un inno alla vita, alla voglia di vivere, al fatto che davvero l’età è solo un fattore di numeri e bisogna sentirsi giovani dentro. Ma soprattutto, la cosa che più mi ha toccato, è l’essermi immedesimato in queste persone che vengono lasciate in questi istituti cove c’è un completo distacco dalla famiglia e dai sentimenti. Tutto quello che loro hanno investito nei loro cari viene buttato da una parte finendo per venire trascurati. Questa è una cosa che mi fa stare profondamente male, per me la famiglia è sacra, non permetterei mai che i miei genitori vengano messi in luoghi simili, preferirei ridurmi a pane e acqua piuttosto.”

E, a proposito di famiglia, come avete creato questo legame con Ivano Marescotti?

E.S.: “È stata una bella esperienza perché, avendo sempre fatto ruoli sopra le righe che mi hanno comunque decretato un grandissimo successo a livello nazionale, sia nei film di Natale che in altri film, questa è stata un’avventura importante perché si trattava di un personaggio diverso, sottotono, con le sue problematiche fisiche che desta della curiosità, ma riesce anche a regalare qualche sorriso.”