Denis Villeneuve a Roma per Blade Runner 2049: ‘Forse il mio miglior film”

Il regista Denis Villeneuve e l'attrice Silvia Hoeks hanno presentato in un panel il sequel di Blade Runner di Ridley Scott, Blade Runner 2049

Il 5 ottobre 2017 arriverà in sala Blade Runner 2049, sequel del celebre e ormai cult film di Ridley Scott che cambiò per sempre le fondamenta stesse della fantascienza. C’è molta curiosità dietro il nuovo lavoro di Denis Villeneuve, il regista di Sicario ed Arrival, scelto al timone di un progetto affascinante quanto rischioso vista l’eredità che viene lasciata dal predecessore. Un lavoro durato molti mesi che ha visto all’opera un cast straordinario guidato dalla nuova guardia dei Blade Runner, Ryan Gosling, e accompagnato dal volto familiare del Rick Deckard di Ridley Scott, Harrison Ford.

Denis Villeneuve, dopo aver sorpreso il mondo intero per il suo affascinante e romantico Arrival, torna tra i cupi e fumosi ambienti resi celebri dal padre della fantascienza moderna:

sarà un film diverso dal predecessore, ci saranno dei chiari e doverosi richiami al classico indimenticabile ma il tutto sarà vissuto in un futuro pericoloso, da incubo

Così ha esordito stamane in quel di Roma il regista di Blade Runner 2049, Denis Villeneuve, che insieme a Silvia Hoeks (la perfida protagonista de La migliore offerta di Giuseppe Tornatore) erano presenti al The Space Cinema Moderno per presentare il nuovo film, che arriverà nelle sale italiane il prossimo 5 ottobre.

Il mio nuovo film è un romanzo alla Frankenstein, i replicanti hanno dei comportamenti particolari, sono vietati dalla legge e hanno stili e atteggiamenti simili agli esseri umani. Come nel primo film i Blade Runner sono una squadra della polizia che vigila su questi esseri illegali e sono pronti a ritirarli in qualsiasi momento.

Ha così proseguito Denis Villeneuve quando gli è stato chiesto che tipo di film è per lui Blade Runner e chi sono i replicanti. Non poteva mancare a questo punto la classica domanda su che anno sarà questo 2049, considerando le immagini viste nei trailer e soprattutto su quanto sappiamo già dall’originale del 1982.

Chi conosce il primo film sa che sarà un mondo diverso, da incubo. Questo film mostra come le cose siano peggiorate notevolmente, c’è stato un clima che si è evoluto in maniera disastrosa. L’oceano si è alzato, la città si è dovuta proteggere da questo cataclisma. Sarà un mondo completamente diverso anche per quanto riguarda l’approccio con la realtà. Utilizzare internet sarebbe stato molto noioso, un poliziotto al computer che cerca informazioni è molto noioso. Il blackout a cui si fa riferimento nella pellicola è stato creato proprio per questa ragione, l’annullamento del digitale porta così un chiaro ritorno all’analogico, il mio protagonista girerà per strada, chiederà informazioni e farà ricerche alla “vecchia maniera”

Insomma non sarà un ambiente facile, soprattutto per il protagonista, Ryan Gosling, la star del momento, travolto dall’incredibile successo di La La Land. Sarà lui il nuovo Blade Runner e Denis Villeneuve ha parlato proprio della scelta del giovane attore come main character della vicenda.

Sia io che Ryan siamo canadesi, è stata una scelta fatta da Ridley Scott che a sua volta gli ha proposto la sceneggiatura, ovviamente è stato un successo e Ridley si è confrontato con me prima della scelta definitiva. La sceneggiatura è fantastica, Gosling era perfetto in quel ruolo. Abbiamo escluso alti ruoli e altri protagonisti. Ryan comunque sapeva che quel ruolo rappresentava di fatto un rischio ma ha amato la sceneggiatura e ha scelto comunque di partecipare al film. Il personaggio si ispira ovviamente al leggendario Rick Deckard. C’è sempre un tono esistenziale in questa pellicola, un senso di solitudine, è un thriller esistenziale, traccia una serie di tematiche che toccano i toni esistenziali.

L’agente K di Gosling rievoca chiaramente il celebre personaggio di Harrison Ford, per le movenze, l’atteggiamento e lo stile scenico, dote fondamentale per Denis Villeneuve per un attore principale:

Io amo gli attori che non fanno gli attori, amo coloro che sono il personaggio, che si integrano alla perfezione con [il personaggio che interpretano]. Davanti a una cinepresa uno come Clint Eastwood porta presenza, è qualcuno che ha il carisma necessario per realizzare questo obiettivo. Proprio come Harrison Ford, un attore di grandissimo talento. Questo film pesa sulle spalle di Ryan Gosling, ce ne sono pochi come lui. Ho scelto tutto il cast e le comparse tra migliaia che si sono presentati, non tutte le presenze sono giuste. Gosling è un personaggio futurista.

Ma del film ha parlato anche l’attraente Silvia Hoeks, che interpreta il personaggio di Luv, enigmatica, affascinante e straordinariamente comunicante.

Non sarebbe mai potuta esserci occasione migliore che Blade Runner, non posso parlare tanto del mio personaggio, lavora per Jared Leto, hanno una relazione molto intensa. Ho lavorato a lungo sul look, è un qualcosa di particolarmente significativo

Da un look come quello di Luv ci si aspetta un personaggio particolare, quasi quanto i colori e l’appendice cromatica della quale il regista di Arrival si è servito per “adornare” il suo “quadro”.

Come sappiamo tutti, il primo film è stato qualcosa di straordinario, grazie all’utilizzo della luce suffusa, ha creato atmosfere cupe, fumose. C’è qualche analogia nel primo film, ho deciso che avremmo cercato di riprodurre lo stesso quartiere nella città di Los Angeles. La principale differenza è la neve, fa più freddo, il clima è stato al centro di questa nostra evoluzione, la qualità delle luce mi ha sempre inspirato, ci sono momenti bui, cupi, ma ora anche momenti bianchi, argentei, diversi dal primo film. L’inverno è stato al centro di questa scelta di colori. Ho avuto il controllo assoluto per l’utilizzo dei colori ma non solo, sono arrivato a mettere qualche piccolo indizio di carattere personale per i colori del film. Il giallo è legato alla mia infanzia, c’è un’esplorazione del colore davvero incredibile, tutto grazie al direttore della fotografia che è il migliore del mondo [Roger Deakins ndr].

Una fotografia dunque che si prospetta molto affascinante e sperimentale, del resto si faceva intuire dai trailer visti finora questo aspetto. Sempre in tema di effetti, Denis Villeneuve ha spiegato quanta CGI vedremo nel sequel di Blade Runner.

Quando si fa un lavoro futurista come in questo film, la CGI è molto importante, una delle decisioni prese fin dall’inizio è stata quella di costruire tutti i set a mano. Gli attori mi hanno chiesto del green screen, io gli ho detto che avremo costruito tutto a mano. Ho avuto la fortuna di lavorare con un grande budget, ho costruito tutti i set a mano inclusi i veicoli. Insomma abbiamo fatto tutto come si faceva una volta. Sono grato alla produzione, è stato un ritorno alle origini, un’ottima occasione per gli attori per misurarsi con questo tipo di lavoro. Alla fine lavorare con il green screen è odioso, quasi quanto io odio il verde, preferisco lavorare con delle scene vere.

Silvia Hoeks ha sottolineato l’importanza di aver lavorato con un grande attore e personaggio come Jared Leto:

Jared applica il metodo, il suo personaggio è molto particolare, è stato emozionante vederlo sulla scena. Non avevo mai lavorato con lui e con un attore come lui.

Proseguendo il panel, Denis Villeneuve non si nascosto dietro le difficoltà e il rischio che ha intrapreso accettando questo incarico, visto il carico di aspettative dei fan e non solo:

In realtà non ho certamente accettato questo compito a cuor leggero, sarebbe stato fondamentale avere una situazione di controllo completo e così è stato. Ero consapevole del fatto che non so come sarebbe stato accolto dai fan. Ho accetto che essendo un sequel avrò molte poche possibilità di fare successo. Non mi attendo null’altro, l’ho fatto per amore del cinema, il cinema è arte non può esserci arte senza rischio. Il rischio è stato grandissimo, sono felice di aver fatto questo, forse il miglior film che ho fatto.

Infine il regista si è soffermato su cosa secondo lui andrebbe fatto per fare un buon film su Blade Runner.

Sicuramente un tono melanconico, molto fumo [ride], c’è bisogno di poter esprimere sentimenti profondi e forti. Le atmosfere sono state create in maniere esemplare. Abbiamo utlizzato gli stessi strumenti di Vangelis del primo film.

Quindi non resta che attendere l’arrivo nelle sale di Blade Runner 2049, che vedrà nel cast: Ryan Gosling, Harrison Ford, Robin Wright, Mackenzie Davis, Dave Bautista e il premio Oscar Jared Leto. Di seguito vi lasciamo la sinossi ufficiale del film:

Trent’anni dopo gli eventi del primo film, un nuovo blade runner, l’Agente K della Polizia di Los Angeles (Ryan Gosling) scopre un segreto sepolto da tempo che ha il potenziale di far precipitare nel caos quello che è rimasto della società. La scoperta di K lo spinge verso la ricerca di Rick Deckard (Harrison Ford), un ex-blade runner della polizia di Los Angeles sparito nel nulla da 30 anni.