Citadel: il cast svela curiosità sulla serie TV. Gli Avengers dello spionaggio?

Incontro con il cast e i realizzatori di Citadel, serie Tv con Richard Madden, Stanley Tucci e Prianka Chopra Jonas, su Prime Video dal 28 aprile 2023.

Quanta innovazione porta con sé una serie Tv come Citadel, 6 episodi disponibili su Prime Video a cominciare dai primi il 28 aprile 2023 con protagonisti Prianka Chopra Jonas, Richard Madden, Stanley Tucci e Lesley Manville? Una buona dose, in effetti, a cominciare da un’ambizione importante, sia in termini di messa in scena, sia sotto il profilo della definizione dell’universo di riferimento. Per spiegarcelo, era presente a Roma la truppa al gran completo: il cast principale (con l’eccezione della Manville), i produttori esecutivi Anthony, Joe Russo e Angelo Russo-Otstot, oltre allo showrunner e produttore esecutivo David Weil.

Citadel cinematographe.it conferenza stampa

Prende la parola per primo Stanley Tucci, che ci chiarisce la ragione per cui ha deciso di abbracciare l’universo fluido di Citadel, spionaggio, identità spezzate e azione indiavolata. Nella serie è Bernard, pezzo grosso dell’omonima agenzia (la Citadel, appunto) al centro della storia, nonché il datore di lavoro dei protagonisti. “Esser parte di Citadel mi ha gratificato. Ho apprezzato enormemente la complessità degli script, la profondità dei personaggi, l’inusuale ambizione del progetto. Già da prima, a dirla tutta, ero un fan del lavoro di Anthony e Joe Russo”.

Segue Prianka Chopra Jonas, Nadia, super spia donna in un mondo di uomini. “Una delle cose che amo di più di progetti come questo è la possibilità che mi concede di confrontarmi con filmakers che provengono da diverse parti del mondo, d’altronde io ho lavorato un po’ dappertutto. Sì, in effetti Nadia è una donna in un mondo di uomini. In questo e altro si intravede l’ambizione dello show, che sotto molti punti di vista si impone come una cosa mai tentata prima”. Richard Madden è Mason, spia pure lui, collega di Nadia che però in principio, senza spoilerare troppo, troviamo immerso in un contesto più familiare. “Mi piace l’idea di un personaggio che vive una vita apparentemente ordinaria, normale, ma che nel frattempo fa parte anche di un mondo di spie. Lavorare a questa serie è stata una prospettiva entusiasmante”.

Citadel: le possibilità offerte dal genere e la ricchezza delle psicologie

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Citadel è una serie modellata sul senso dello spettacolo di Anthony e Joe Russo, i fratelli d’oro del cinema americano contemporaneo, adesso padroni di un tipo altro di serialità, televisiva. Dal monumentale seguito degli ultimi due Avengers (Infinity War ed Endgame) in ordine di tempo allo spionaggio di sartoria streaming, il passo è più breve di quanto sembri. A dar coerenza all’insieme, il lavoro sul genere. Parola a Joe Russo. “Muoversi all’interno delle convenzioni del genere è una faccenda stimolante perché ti regala l’opportunità di prendere in contropiede le aspettative del pubblico. Pensateci, Citadel parte in una certa maniera ma poi mette in discussione quello che il pubblico si attende dallo sviluppo della serie. Muoversi in questa direzione è divertente per noi che creiamo la storia, ma anche per il pubblico”.

I protagonisti, senza esagerare con le anticipazioni, soffrono una sorta di scissione della personalità. Per Richard Madden, lavorare a un personaggio che intimamente ne contiene due è stato “complicato, ma anche una cosa che ti apre molte possibilità. Che sfida meravigliosa per un attore, dividere un uomo in due parti, che sono poi due facce della stessa medaglia. Ho dovuto definire due diverse psicologie e poi sforzarmi di capire in quali punti si sovrapponessero, quali aspetti di Mason facessero davvero parte della sua chimica. Bellissimo“. Prianka Chopra Jonas si trova molto a suo agio con l’azione, ma non ha cercato una serie come Citadel consapevolmente. “Non mi mancava l’azione, ma mi piace recitare in questo tipo di storie”. Anche nel suo caso si parla di dualità. “C’è, effettivamente, un prima e dopo l’incidente per Nadia. Lavorare con i Russo è stato fantastico, proprio come guardarli da vicino mentre lavorano. Quando ci siamo incontrati abbiamo parlato dei copioni e del personaggio per cinque ore. Sempre in un clima di rispetto e collaborazione”.

A Stanely Tucci piace il suo Bernard, perché a suo modo è un personaggio nuovo, diverso. “Nelle storie di genere spionistico ritornano sempre gli stessi personaggi. C’è il capo delle spie, l’esperto di tecnologia e infine il supervisore. Questi sono i ruoli classici, la nostra serie invece rimescola le carte, innanzitutto perché non sai mai chi è chi. Abbiamo una squadra di spie e a fianco Bernard, che è la somma dei tre ruoli di cui ho parlato prima. Molta carne al fuoco, dunque. E poi è bello interpretare un personaggio così, per nulla caricaturale”.

Gli Avengers dello spionaggio? Parola agli autori

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Il più radicale elemento di novità introdotto da Citadel nel panorama della serialità contemporanea ha molto a che fare con il concetto di franchise. La serie, infatti, sarà il perno centrale di un complesso universo di storie interconnesse tra loro, girate in paesi diversi, recitate in lingue differenti e modellate da team creativi differenti. C’è spazio anche per l’Italia: due gli spin-off confermati per il momento, uno indiano e uno qui da noi. Nel cast dei due progetti Matilda De Angelis, Varun Dhawan e Samantha Ruth Prabhu. Stiamo per assistere alla nascita dell’Universo Seriale Citadel? Risponde Anthony Russo. “Da Amazon ci è arrivata questa proposta, realizzare una serie in lingua inglese che si connettesse però anche a tante altre storie, provenienti da un certo numero di paesi, frutto della creatività di tanti team diversi. Ci abbiamo pensato un po’ su e ci è venuta l’idea di questa agenzia, la Citadel, la sorgente da cui potevano venir fuori anche le altre storie. Siamo abituati ad ambientare le nostre storie un po’ dappertutto, ma non a valorizzarne le mille fonti. Raccontare è un modo di unire un mondo spesso così diviso”.

Del primo tassello di questa ambiziosa tela di ragno lo showrunner e produttore secutivo David Weil apprezza molte cose, in particolar modo “l’atmosfera di doppiezza che permea un po’ tutto, i personaggi che devono svolgere due ruoli diversi, le mille svolte nella trama, i segreti, le bugie. C’è stata, tra noi, una collaborazione unica. Siamo stati capaci di infondere delle incredibili sfumature ai personaggi”. Le professionalità coinvolte in un progetto del calibro di Citadel appartengono al rango delle eccellenze. Hanno consigli da dare a chi si affaccia alle porte del mestiere e vuol seguirne le orme. Joe Russo ricorda come “all’inizio della nostra carriera ci toccava affittare la cinepresa, affittare la pellicola, cercare una troupe. Oggi viviamo in un mondo fantastico, in cui si può girare anche con un cellulare. Perciò il mio consiglio è: girate, girate più che potete”.

Stanley Tucci è d’accordo. “Concordo con Joe, quello che ha detto vale anche per noi attori. Lo scopo ultimo è arrivare alla verità. Non copiate nessuno, siate sempre voi stessi. Siate onesti con voi stessi e l’opera che vi trovate ad affrontare. Magari ci vorrà un po’ più di tempo, ma il pubblico saprà riconoscere la vostra integrità e vi rispetterà. La vostra sarà una carriera migliore per questo”.

Ora, anche gli spettatori più distratti, notando una certa conformazione narrativa di Citadel – il franchise sulla squadra dei buoni (Citadel) che combatte contro il nemico nascosto nell’ombra (la Manticore) – tirando le some penseranno: quindi sono arrivati gli Avengers dello spionaggio? Sì e no, secondo Anthony Russo. “Non è che ci abbiamo pensato deliberatamente, però è vero che le spie, pur mancando di superpoteri, hanno abilità e risorse superiori a quelle dell’uomo comune. Poi c’è una connessione in termini di ambizione generale del racconto, con tutti questi eventi che accadono in diverse parti del mondo”. Anche Richard Madden, che rapido allontana i paragoni tra il suo personaggio e 007, tesse le lodi dello storytelling spionistico. “Amo questo genere di narrazione così capace di mettere in scena gli estremi, la vita e la morte. Abbiamo personaggi alle prese con situazioni al limite ma esplorati anche in contesti di profonda intimità. Senza dimenticare lo spazio lasciato alla commedia, al romanticismo e, ovviamente, a spettacolari scene d’azione”.